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Il vizio della cementificazione non è prerogativa della destra.
Un esempio? A pochi passi da Monza...

 

Quello di Silvio è speculativo. Quello di sinistra, a volte, un po’ più ambientalista potrebbe rispondere il buon Gaber.

Già, perché guardando ai piani urbanistici dei Comuni della nostra amata Provincia di Monza e Brianza - che appena in fasce si contende con quella partenopea la maglia nera per il maggior indice di consumo di suolo - si scopre che non sono solo i frequentatori di Villa Certosa ad amare il ballo del mattone.

Prendiamo il caso di Vedano al Lambro. Ubicato alle porte di Monza, Vedano è oggi uno dei più piccoli comuni dell’hinterland Milanese ed anche uno dei più abitati (ha una densità di circa 3.800 abitanti a Kmq).

Ma evidentemente 7.800 residenti sono ancora pochini per gli amministratori della cittadina Brianzola, che hanno appena approvato un Piano di Governo Territorio (PGT) il quale prevede, nei prossimi cinque anni, di versare sul già saturo suolo ben 260,000 metri cubi di nuovo cemento: 158.000 a destinazione residenziale e 102.000 commerciale/direzionale.

Tanti metri cubi da poterci costruire qualcosa come 60 palazzi da 5 piani ciascuno. (Senza, contare i volumi, oggi non facilmente quantificabili, derivanti da quelle che, in gergo tecnico, vengono definite microtrasformazioni: ampliamenti, recuperi sottotetti, piani casa e simili).

Vista la penuria di aree libere, il piano prevede di costruire un po’ ovunque: ad esempio su un giardino pubblico, sul campo di calcio del centro sportivo comunale e (addirittura) su una piazza del paese!

Tutto ciò porterà, ove il PGT venisse attuato, a circa 2.000 nuovi abitanti nel prossimo quinquennio (Dato abnorme se confrontato con l’incremento demografico dell’ultimo decennio che ha registrato la presenza di 88 nuovi abitanti complessivi, con una media di 11 all’anno).

Autore della colata di cemento, l’attuale maggioranza di centrosinistra che, solo qualche settimana fa (proprio a ridosso dell’indizione dei comizi elettorali), ha approvato il nuovo Piano di Governo del Territorio.

Uniche voci fuori dal coro, il consigliere della Lega Nord e l’ex Sindaco di centrosinistra Ippolito Ottone, che, non condividendo l’operato della maggioranza, si presenterà alle prossime elezioni del 15 maggio alla guida di una lista civica.

Certo le cifre così snocciolate dicono poco. Ma confrontando questi numeri, apparentemente asettici, con città nell’occhio del ciclone per le discutibili scelte urbanistiche dei suoi amministratori, si potrebbe scoprire, ad esempio, che a Vedano si costruisce, proporzionalmente, più che a Monza ed a Firenze!

La vicina Monza, nel documento di piano prevede – per i prossimi 5 anni –750.000 metri cubi di nuova edificazione (600.000 residenziale e 150.000 commerciale/direzionale).

3 volte tanto quelli di Vedano. Ma come la si mette con il fatto che la città di Teodolinda è ben 17 volte più grande in termini di popolazione e dimensioni?

E’ ancora fresca di penna, la polemica esplosa tra il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, e l’Assessore all’Urbanistica della Regione Toscana, Marson sul cemento che il Primo Cittadino prevede di riversare sul capoluogo Toscano: mezzo milione che trasformerebbero, a detta dei suoi nemici, l’aitante rottamatore del PD in cementificatore.

Ma i 500.000 mc di Firenze non possono che impallidire di fronte ai 250.000 mc di Vedano ben 50 volte più piccola della città di Dante!

E poi che dire del fatto che Firenze (e la cosa ci pare “tanticchia” rilevante, come direbbe il buon Montalbano) è un capoluogo di regione, con esigenze non certo paragonabili a quelle di un paesino di poco più di 7.000 anime?

Ma allora, ci chiediamo noi, da umili osservatori di questa politica sempre più ambigua e disordinata, perché mentre per Monza e Milano cittadini e forze politiche sono pronti a stracciarsi le vesti contro il Marianone cementificatore e Donna Letizia palazzinara e nessuno si cura di quanto succede alle porte delle due metropoli?

Evidentemente l’opinione pubblica troppo concentrata sulle vicende urbanistiche dei grossi centri, da Milano a Monza, poco si cura di quelli piccoli dove ogni scelta passa per lo più sotto silenzio.

Del resto lo sappiamo bene, che al cittadino medio interessano strade senza buche e marciapiedi puliti. Opere di manutenzione che un comune di piccole dimensioni riesce a garantire meglio dei grandi capoluoghi (per esempio Vedano eccelle per quanto riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti ed ha una buona dotazione di piste ciclabili ).

Pochi, invece, valutano l’effetto che i singoli piani comunali potrebbero avere nel loro complesso (sarebbe, ad esempio, interessante vedere che succede sommando i dati dei PGT di diversi comuni minori brianzoli).

Allo stesso modo, nessuno pare considerare l’assoluta incapacità del piccolo comune di arginare i deleteri effetti derivanti dalla poco oculata politica territoriale, con l’adozione o il potenziamento di infrastrutture di mobilità collettiva (dalle metropolitane, ai treni ai tram).

Giusto, per tornare a Vedano, è chiaro che il traffico indotto dai nuovi insediamenti non potrà che riversarsi sulla parte nord di Monza, dove già oggi regna sovrano il caos.

Ci sia poi consentita una nota di colore politico.

A Vedano le redini del governo cittadino sono nelle mani di una lista civica di centrosinistra.

Appare assai poco credibile una politica che sta con gli ambientalisti, quando siede sui banchi dell’opposizione e con i palazzinari quando, invece, si trova nella stanza dei bottoni.

Non sono più i tempi del Marchese del Grillo che - immortalato dal grande Alberto Sordi - faceva il giacobino quando a Roma arrivarono i francesi, per poi tornare a baciare la pantofola del Papa una volta restaurato il potere pontificio.

Quando si vuole rendere il tema del contenimento del consumo di suolo aspetto caratterizzante della propria proposta politica, il trasformismo rischia di creare solo un effetto boomerang. (Ed allora, forse, occorre tornare a guardare a quelle amministrazioni di centrosinistra (passate e presenti) che hanno compiuto scelte equilibrate di politica territoriale, rispettando il mandato dei propri elettori).

Gli autori di Vorrei
Emanuela Beacco