Rilettura corale della storia e dell'esperienza umana di un seminarista lissonese, una produzione brianzola di volontari per un film che tenta la strada del cinema partecipato.

 

Un profumo si aggira per la Brianza: è il secondo film della GPG Film, piccola casa di produzione brianzola. Fondata da Filippo Grilli e Dario Perego, la società – un'associazione culturale senza scopo di lucro – ha all'attivo il lungometraggio Se non in fotografia, tratto da un'episodio realmente avvenuto a Lissone durante la guerra e distribuito attraverso DVD e un calendario di proiezioni-evento localizzate presso i cinema della zona. I proventi della vendita dei circa 600 DVD sono stati devoluti in beneficenza, a supporto di una missione in Togo.

Lo stesso format produttivo e distributivo è ora all'opera per Voglio essere profumo. Il film – girato da Filippo Grilli, patrocinato dalle Diocesi di Como e Milano nonché dai Comuni di Lissone e Biassono – si ispira a un'altra storia vera, quella del seminarista lissonese Alessandro Galimberti, morto per una malattia del sangue all'età di ventiquattro anni, un anno prima della sua ordinazione a sacerdote. La trama cerca di interpretare l'eredità spirituale di questa figura – piuttosto nota nella zona – intrecciando le vicende di cinque personaggi di estrazione diversa, i cui percorsi finiranno per confrontarsi con la stessa domanda di senso e di comprensione della propria esistenza.

A fare da catalizzatore per questa esigenza è Francesco (Fabio Sironi), cardine degli intrecci drammatici, in grado di raccogliere e interpretare le ansie e gli interrogativi dei personaggi, aprendo le loro esistenze a una consapevolezza rinnovata e destinata a continuare anche oltre la sua scomparsa.

In un'intervista rilasciata nel gennaio del 2009, quando il film era ancora in lavorazione, il produttore del film sottolinea il valore seminale dell'iniziativa anche dal punto di vista produttivo. Con sei protagonisti e venti comprimari, tutti volontari e amatoriali, la produzione si configura come un'ipotesi di autonomia a disposizione di un cinema certamente marginale, ma radicato negli affetti e nei luoghi del territorio. Intendiamoci: i valori strettamente cinematografici messi in campo dall'opera pagano il dazio all'assenza di professionalità solide, e il tenore del messaggio è quello che ci si può aspettare leggendo la trama – anche se non mancano tentativi di alleggerimento comico.

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Il film ha già fatto parlare di sé sui canali televisivi – qui potete visionare il servizio che gli ha dedicato Rai3 – anche se il modo migliore per farsi un'idea dello spirito dell'iniziativa è dare un'occhiata al backstage fatto circolare in Rete. Nel caso poi decidiate di provare a recuperare la pellicola in sala, il calendario delle proiezioni è disponibile sul sito della casa di produzione.

Gli autori di Vorrei
Pasquale Cicchetti