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Luigi D'Amato, Fabio Papotti e Matteo Barattieri, volontari e conduttori della Vasca Volano ci raccontano le esperienze e la piacevolezza dell'esistenza di un'area umida, riqualificata nella Brianza est

 

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bbiamo incontrano i protagonisti del recupero di un'area degradata, vicino all'ambito industriale di Agrate Brianza. Sono presenti ogni giorno, soprattutto al mattino. Da diversi anni Luigi e da un anno e mezzo Fabio. La metodica frequentazione e la passione per la conoscenza della natura hanno favorito nel corso del tempo il formarsi di un notevole bagaglio di conoscenze. Puntualmente trasmesso ai bambini delle scuole e ai visitatori. La Vasca Volano è diventata meta di molti appassionati della caccia fotografica.

Qui la scheda storica a cura di Matteo Barattieri.

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Vasca Volano - Foto di Luigi D'Amato

Luigi D'Amato, come nasce l'idea della Vasca Volano?
La vasca già esisteva. Era stata costruita negli anni '80 dal Genio Civile. Nello stesso periodo della costruzione del Centro Colleoni.

Per quale motivo?
Siccome era aumentata la portata dell'acqua nell'impianto fognario, prima finiva tutta nel Molgora, c'era il rischio che dopo forti piogge ci fossero esondazioni a valle. Quindi il Genio Civile ha creato questa vasca con due ingressi. Quando ci sono nubifragi, superati i 4000 litri al secondo, viene azionato una sorte di bypass. Le analisi chimiche confermano che l'acqua è pulita. Quando si raggiunge un determinato livello, i galleggianti di sicurezza mettono in azione le pompe, immerse a 12 metri. Questo automatismo permette di portare via l'acqua in un altro condotto. Prima l'impianto si azionava manualmente.

Dove viene portata l'acqua?
Nell'impianto fognario. In una linea che raggiunge prima il depuratore nei pressi del Molgora e poi Trucazzano.

Ha una funzione di sicurezza?
Si. Si tratta di un impianto di laminazione. Così vengono chiamati attualmente. Ne è prevista per esempio la costruzione di uno simile nel sistema del Seveso.

Ma è anche un'area umida. Quindi ha una doppia funzione?
Esattamente. Nel 2006 è nato un progetto di valorizzazione con l'idea di creare l'area umida. Il sindaco di allora era Adriano Poletti. Ai lavori pubblici c'era l'assessore Alfredo Bosisio e all'urbanistica Luigi Riccio. L'attuale assessore alle politiche ambientali Margherita Brambilla era consigliere comunale con delega all'ambiente. Invece io ero presidente della consulta per le politiche ambientali.

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Luigi D'Amato

Chi ha avuto l'idea?
Si era presentata in comune Raffaella Sala, una maestra di Concorezzo. Allora insegnava nelle scuole di Agrate Brianza. Insieme a lei c'era Matteo Barattieri. Quando sono venuti a conoscenza dell'esistenza della Vasca Volano, hanno pensato di trasformarla in area umida. Così hanno presentato un progetto quinquennale, in cui si impegnavano a seguirne l'evoluzione.

Voi avete subito accolto l'idea?
Avevamo qualche dubbio. Ma ben presto, andando alla Volano, ci siamo accorti della presenza di una notevole quantità di uccelli. Si sono aggiunti alcuni piccoli progetti di educazione ambientale. Abbiamo portato i ragazzi delle scuole tre volte l'anno per tutti e cinque gli anni. Alla Volano abbiamo conosciuto Gaetano Nava, un fotografo specialista. Seguiva l'avifauna fin da ragazzo. Perché il padre cacciatore lo portava con se. Da allora è cominciata passione per riconoscere gli uccelli. La sua caccia è sempre stata eseguita con la macchina fotografica. Ci ha dato un grande contributo. Purtroppo ci ha lasciati nel 2014 a soli 55 anni. Gli abbiamo intitolato il nome dell'area umida e a partire da quest'anno un concorso fotografico. Con lui abbiamo iniziato ad appassionarci all'avifauna. La disciplina studia gli uccelli che vivono in una determinata regione.

La vocazione della Volano è l'avifauna?
E' la principale. Aver recuperato dal degrado un territorio come questo è un risultato non da poco. Qui siamo riusciti a censire 150 specie di uccelli. Si pensi che nel Parco di Monza ce e sono 90. Nel 2010, circa quattro anni dopo, siamo riusciti ad ottenere dalla provincia di Monza e Brianza 67.000 euro. A questi il comune di Agrate doveva aggiungerne altri 50.000 euro. Quindi in totale abbiamo potuto far decollare un progetto con quasi 120.000 euro. Il progetto porta la firma dell'architetto Luigi Villa. Attualmente è il presidente del Parco del Molgora. La Vasca Volano attualmente è inserita in questo parco.

La vasca in origine aveva una forma geometrica romboidale con sponde di pendenza secca. Le abbiamo rimodellate, rendendo le linee più simili a un laghetto naturale

Cosa avete fatto con i finanziamenti?
Li abbiamo utilizzati in gran arte per riportare nuova terra e sistemare le sponde. La vasca in origine aveva una forma geometrica romboidale con sponde di pendenza secca. Le abbiamo rimodellate, rendendo le linee più simili a un laghetto naturale. Poi abbiamo ripristinato la recinzione intorno al perimetro, recuperando le dimensioni di quella originale, installata in precedenza dal Genio Civile per conto di Brianza Acque. Era quasi completamente distrutta. Era necessario. Perché i contadini, ogni volta che si mettevano ad arare, si portavano via qualche metro, inglobandolo nelle loro coltivazioni. Inoltre cacciatori e pescatori scorrazzavano impunemente nonostante i divieti.

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Che attività avete proposto?
Insieme a Margherita Brambilla abbiamo cominciato con il progetto un albero per ogni nato. Prevedeva la piantumazione di un albero, piantato e preso in cura da singoli bimbi di Agrate e aiutati ovviamente dai loro genitori. A questo si sono aggiunte altre piantumazioni. Nelle prime fasi di progettazione avevamo inserito anche una ciclabile. Ma purtroppo ancora oggi con la provincia non siamo riusciti a risolvere le problematiche. Le complicazioni sono dovute alla presenza di una doppia barriera da superare: l'autostrada A4 e uno svincolo della SP13. Dal centro urbano di Agrate l'area della Vasca Volano resta difficile da raggiungere in bici.

Avevamo pensato a una serie di acquisizioni da realizzare, in modo da proseguire l'Oasi del Bosco Villoresi, gestita dal Wwf, in continuità alla Volano

Il progetto era diviso in più parti?
Nei progetti iniziali avevamo strutturato alcune fasi per svilupparlo al meglio. Per esempio nelle terza fase avevamo pensato a una serie di acquisizioni da realizzare, in modo da proseguire l'Oasi del Bosco Villoresi, gestita dal Wwf, in continuità alla Volano. Il bosco si trova nel comune di Carugate. La vasca è circondata da terreni agricoli che separano i comuni da Agrate, Carugate e Caponago, dove il passaggio del Canale Villoresi segna la linea di confine tra i comuni. Si pensava di congiungere la Volano all'oasi con un ponticello e la continuazione della fascia boscata. Infine aggiungere anche una roggia, utile a portare in alcuni mesi dell'anno l'acqua del Villoresi più ricca di ossigeno. Nella parte opposta si pensava di ricreare il tipico paesaggio agrario lombardo. I terreni cominciano a dare ottimi risultati. Sono però diversi tra loro: in quelli a nord facciamo fatica a far crescere gli alberi. Invece a sud e a ovest, addirittura siamo ormai costretti a spostarli e trapiantarli, perché crescono eccessivamente. C'è una buona proliferazione spontanea di erbe, fiori e arbusti vari. Questo ci ha incoraggiato a insistere nelle nostre azioni.

Quanto è grande l'area?
La sola vasca è 40.000 mq. Il totale, con i terreni da noi calcolati, è 54.000 mq. A questi si possono si possono aggiungere altri 300.000 mq. Terreni che l'assessore Luigi Riccio ha inserito nel Pgt di Agrate come aree di compensazione. Sulla carta questi terreni sono ambiti di compensazione. Da acquisire e donare al Comune a carico di chi intende costruire nell'area di espansione industriale. La crisi economica degli ultimi anni ha bruscamente interrotto tutti gli investimenti. Il piano è dunque fermo sulla carta. Per il momento nessuno ha costruito. A fianco della Volano c'erano i Vivai Girardelli, circa 120.000 mq. Ora coperti a serra per ortaggi.

Qui c'era la campagna di Agrate?
Agrate era un paese di 2000 abitanti. Ho visto una foto aerea del 1934 della Raf. Qui era pieno di filari di gelsi. Avevano la doppia funzione: perimetrale dei poderi e di filiera per la coltura del baco da seta.

 

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La Vasca Volano durante le giornate di “Scopriamo e ripuliamo la vasca volano”

 

Nella prima fase c'è stata una partecipazione del volontariato di Agrate?
Quando abbiamo avviato i due interventi iniziali più grandi, con il tema “Scopriamo e ripuliamo la vasca volano” siamo riusciti a coinvolgere la protezione civile e una cinquantina di volontari. In queste occasione abbiamo raccolto alcune camionate di rifiuti. Erano sparsi in giro. Dopo questi passaggi, abbiamo ripulito a fondo e con particolare entusiasmo l'area della vasca.

Frequentano ancora i volontari?
Non molto. C'è qualcuno che viene ogni tanto. L'idea nostra sarebbe di creare un gruppo ad hoc per la gestione. In questo momento la convenzione con il comune è firmata dal Gruppo Micologico e naturalistico Ercole Cantù. Infatti io provengo dal quel gruppo. Il mio avvicinamento alla natura è stato con il gruppo dei funghi!

Ci sono anche qui?
Almeno 41 specie. Tramite l'associazione micologica abbiamo proposto numerose iniziative con le scuole. A un certo punto il sindaco di allora, Adriano Poletti, mi ha proposto di far parte della consulta. E' stata per me una esperienza in crescendo verso nuovi interessi nel campo ambientale. Dopo sono arrivati, come dicevo prima, Raffaella Sala e Matteo Barattieri, la Vasca Volano e Gaetano Nava a farmi appassionare ad altri aspetti della natura che conoscevo meno.

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Fabio Papotti

 

Sei stato da solo ad occuparti della Volano?
All’inizio ci trovavamo con Matteo, Raffaella, Luigi Villa, Paolo Rovelli e Gaetano. Poi assiduamente con Gaetano. Nel periodo che Gaetano è venuto a mancare, qualcuno ha messo in mobilità Fabio. Così è subito venuto ad aiutarmi. Da un anno e mezzo viene qui tutti i giorni.

Fabio Papotti, ti sei specializzato in breve in educazione ambientale?
Ero un informatico, dipendente di una multinazionale americana. Avevo una conoscenza minimale dell'ambiente. Le prime volte venivo qui con l'intento di occupare il tempo. Di riempire le giornate passate senza lavorare. Le prime volte abbiamo fatto piccoli lavori. C'era ancora Gaetano. Mi è capitato di vederlo qualche volta. Poi con gli esperti che passano di qui (Matteo Barattieri e Paolo Rovelli) abbiamo cominciato a studiare la fauna e la flora. Confrontando le foto e gli avvistamenti fatti qui e con lo studio e l'approfondimento a casa. Alla fine abbiamo acquisito alcune conoscenze. Che poi trasferiamo puntualmente ai visitatori e soprattutto alle scolaresche quando vengono qui.

Siete, insomma, degli esperti?
Non siamo certamente a un livello accademico. Come spesso accade, quel poco che sappiamo in confronto a chi non sa nulla sembra un'enormità. Tuttavia con l'aiuto del Parco del Molgora abbiamo realizzato una serie di schede e di fatto conosciamo tutte le piante presenti. L'olmo, il frassino, la robinia, ecc. A ogni pianta ci si ferma e si riconosce. Si portano a casa le foglie e si catalogano in modo da saperle distinguere e classificarle. Quando viene un visitatore siamo in grado di rispondere alle domande. Definire il nome volgare, scientifico e in latino delle piante. Raccontarne la storia e le utilità. Mi aiuta in questo compito il vedere la volontà di Luigi a venire qui tutti i giorni. Diventa quasi automatico dare l'attenzione giusta alle evoluzioni stagionali delle piante. Perché si seguono quotidianamente tutti i passaggi. Alla fine si conosce il ciclo completo di ogni singola pianta. In qualsiasi stagione si è poi in grado di riconoscerle. Con l'aiuto di Luigi Villa ci siamo addentrati nella esplorazione degli assaggi. Anche solo per gustare il sapore dei frutti e capire quanti semi ci sono. Abbiamo scoperto, catalogato e impiantato alcune piante antiche.

Quali?
La Crataegus Monogyna (Biancospino). Oppure la Crataegus Azarolus (Lazzeruolo in dialetto Lazarit Grattacù). Le Lazarit, piante autoctone che nel passato del mondo contadino erano molto ricercate per la squisitezza delle bacche, le abbiamo comprate, messe a dimora e poi piantate. Ora siamo in grado di distribuire il raccolto ai visitatori. Il sapore si avvicina a quello della mela.

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Crataegus Azarolus

L'ideale sarebbe, vista la peculiarità di avifauna, riuscire a realizzare un oasi sul modello Lipu

Cosa c'è da fare ne futuro per la Vasca Volano Gaetano Nava?
Se la crisi passa e arrivano un po' di risorse, la prima cosa da fare è acquisire i terreni e realizzare il collegamento di cui ho parlato prima con l'Oasi del Bosco Villoresi. Si può creare un area molto ampia, collegarci con il Villoresi e creare una collaborazione stretta con il Wwf. L'ideale sarebbe, vista la peculiarità di avifauna, riuscire a realizzare un oasi sul modello Lipu. Come primo passo bisognerebbe creare degli osservatori coperti per non disturbare la fauna. In modo che chi vuole fare fotografia non corra il rischio di spaventare gli animali e farli scappare. Nel frattempo bisogna aiutare la natura a far crescere quello che abbiamo piantato e aggiungere bacche e frutti commestibili, in modo da riuscire a prolungare la permanenza sul posto della fauna. Permettere a chi si ferma a svernare di avere più cibo a disposizione. Questo significa per conseguenza avere qui più animali. Abbiamo riscontrato la presenza delle volpi e del gufo di palude. Era dal 1974 che in Lombardia non veniva segnalato un esemplare questo di gufo. Qui si è fermato ed è rimasto per tre settimane. Per vederlo sono arrivate persone anche dalla Francia e dalla Svizzera. Tutti i giorni c'erano una trentina di persone schierate con cavalletti, fotocamere e cannocchiali ad aspettare che si alzasse in volo.

Come si è propagata la notizia?
Sicuramente dal bolg. E' seguito dagli amatori e probabilmente quando è comparso il nome gufo di palude molti appassionati lo hanno saputo.

Da Agrate vengono molte persone qui?
Vengono più da fuori. Probabilmente la voglia di venire ci sarebbe. Ma, come ho accennato prima, non ci sono percorsi ciclabili adeguati e l'aerea è situata oltre l'autostrada. Fattori evidentemente scoraggianti. Dobbiamo risolvere quanto prima il problema dell'attraversamento delle SP13. Ogni volta che viene qui una scolaresca dobbiamo chiamare i vigili.

Il blog della Vasca Volano

Qui la scheda storica a cura di Matteo Barattieri.

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.