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Il pettirosso sì è incantato, non ricorda più la velocità della luce. L’uccellino impallidisce. Le galline si guardano esterrefatte, gli alberi del bosco bisbigliano, i cespugli di agrifoglio allungano le loro spine.

 

M

i sveglio stralunato nel risvolto delle ombre per la fine del sogno dove ho incontrato mio padre col chiaro abito dell’estate e mia madre col grande cappello di paglia che le ripara il viso dal sole. Perché ho sognato i miei genitori? Avevo qualcosa da chiedere loro? Se loro sanno quando morirò? Non me lo direbbero mai, come non mi hanno mai detto come è morto il mio fratellino Apollo. Ho saputo dalla sorella di mia madre che è morto di menengite. Per parlarmi mia zia si era messa un vestito nero lungo fino ai piedi e mi aveva chiamato in un angolo della casa. Tant’è. Ora, mentre bevo il caffè, ascolto il bosco. C’è un fruscio. E’ l’orso che sale il pendio e pesantemente si fa strada tra gli sterpi. Poi silenzio. Il bestione deve aver raggiunto la tana dove si è sprofondato tra i libri. Legge molto, soprattutto testi scientifici, in questi giorni ha tra le mani il saggio sul distacco della luna dalla terra. Mi alzo e vado alla finestra. E’ già l’alba, il sole illumina il bosco, riconosco l’ulivo, l’alloro, i ciliegi, i noccioli. Puntuale come un orologio il pettirosso apre il suo doposcuola per le galline che si affollano alla rete del pollaio desiderose di imparare: “Chi sa dirmi la velocità della luce?” Interroga l’uccello. Le pennute si guardano sbalordite: “La velocità della luce?” “Sì madame, la velocità della luce secondo Newton!” “Noi sappiamo come è morto Ettore, nel ventiduesimo libro dell’Iliade, ma non conosciamo la velocità della luce.” “Peggio per voi. Come farete ad entrare nel regno dei cieli se non sapete niente della luce?” “Nel regno dei cieli?” “Nel regno dei cieli!” “ Noi povere galline?” “Tutti coloro che conoscono la velocità della luce sono destinati al regno dei cieli.” Un fondo brontolio dilaga nel bosco. Si zittisce il pettirosso e tacciono le galline. Sotto gli alberi è apparso l’orso che ha lasciato la sua tana e vuole intervenire nella discussione. Lui conosce la velocità della luce. E’ scritta nel libro che ha portato con sé. Apre il libro, lo sfoglia sotto gli occhi del pettirosso e davanti al becco delle galline. Pagina dopo pagina cerca il capitolo sulla luce. Ma quel capitolo non c’è più. Possibile? Non c’è più, non c’è più. Dove era il capitolo sulla luce ora vi sono pagine bianche. Sembrano fogli passati nella nebbia. L’orso è mortificato. Tornerà dal libraio che gli ha venduto il libro difettoso. Volume che ha pagato fior di quattrini. Ora il pettirosso, con sdegnoso contegno, dirà lui quale sia la velocità della luce. “Dunque, madame le galline e monsieur le coq, la velocità della luce è pari a…” Che succede? “La velocità della luce è pari a…” Il pettirosso sì è incantato, non ricorda più la velocità della luce. L’uccellino impallidisce. Le galline si guardano esterrefatte, gli alberi del bosco bisbigliano, i cespugli di agrifoglio allungano le loro spine. “La velocità della luce…chi può rispondere? Si faccia avanti chi può rispondere.” Interroga il pettirosso. Io mi nascondo dietro l’anta della finestra. Io non conosco la velocità della luce. Sì, certo, la conoscevo quando ero ragazzo e andavo a pescare con altri ragazzi, su per giù della mia età. Andavamo alle cave di sabbia dove c’erano miriadi di pesci sole. Sapevamo tutto, tutto sulle canne da pesca, sugli ami, sulle esche, sulle rive più pescose, su quando i pesci abboccano e quando invece sputano il verme. La velocità della luce? Tutti i ragazzi conoscevano la velocità della luce. Poi sono diventato grande, mi sono immusonito e ho dimenticato la velocità della luce. Da un certo giorno in poi ho dimenticato la velocità della luce e non sono più stato destinato al regno dei cieli. Perché? Cosa era successo da un certo giorno in poi? Non voglio rispondere. “Chi conosce la velocità della luce si faccia avanti!!! Avanti…!” proclama il pettirosso. Un’ombra scorre tra gli alberi. Chi è? Un cacciatore? Impossibile, tutti gli uomini della valle sono nei campi a tagliare l’erba. L’ombra scivola fuori dal folto. Chi l’avrebbe mai detto! E’ il mio amico Toni che abita tra le stelle, in una galassia rarefatta, molto, molto rarefatta. A causa del repentino distacco della luna dalla terra la galassia è stata risucchiata in un cono di vuoto. Ora Toni si è fermato accanto ai tralci della vigna e mi fa cenno. C’è un bel sole e gli alberi hanno un fogliame trepidante. Tutta la luce del cielo filtra tra i rami e posandosi a terra disegna ombre mutevoli ad ogni alito di aria. “Come stai?” gli chiedo. Lui si schernisce, non vuole parlare di sé , è venuto per parlare della velocità della luce. Dice: “La velocità della luce è ben poca cosa rispetto alla profondità degli oceani. Ecco qua.” dice e levata la mano scrive nell’aria la velocità della luce. L’orso è allibito e schiaccia sotto le zampe il suo libro difettoso. Il pettirosso fischia come un merlo e le galline fanno una montagna di uova d’oro massiccio. Forse, dico forse, anche per me si sono riaperte le porte del regno dei cieli. Grazie, Toni. Il mio amico è scomparso. Chissà se mi ha sentito? E’ tornato nella sua galassia, nell’immenso silenzio siderale.Toni non è solo. Con lui ci sono i miei genitori e il mio fratellino Apollo. C’è anche Ettore, l’eroe troiano, con la lancia di Achille ancora confitta nel petto. C’è anche il mio insegnate di latino, sta seduto in cattedra, ma non apre bocca. Muto. Ha già detto tutto.

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Gli autori di Vorrei
Adamo Calabrese
Adamo Calabrese

Adamo Calabrese è scrittore, autore di teatro e illustratore. Ha pubblicato con Einaudi il romanzo "Il libro del re", con Albatros i libri di racconti "L'anniversario della neve", "La cenere dei fulmini", "Il passaggio dell'inverno", con Joker "Paese remoto". Ha illustrato i propri libri ed edizioni di Dante, Gibran e Pascutto. Scrive e disegna per il quotidiano "Il cittadinio" di Lodi, per le riviste "Vorrei" di Monza e "Odissea" di Milano. I suoi ultimi lavori teatrali hanno messo in scena opere di Brecht, Joyce, San Francesco e Iacopone. Nel 2012 RAITREha trasmesso un suo testo. Nel 2014 è stato finalista del premio internazionale di grafica satirica "Novello". Insegna letteratura presso le Università della terza età di Sesto san Giovanni e Milano (Università Cardinale Colombo)

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