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Se il malessere giovanile potesse avere un genere musicale rappresentativo, questo è senz’altro il grunge: una linea melodica scarnificata che rimbomba ossessiva nell’orecchio, venato di nera malinconia e di rabbia furiosa. Ed è proprio il grunge, rinvigorito da sferzate garage e noise, il genere dei Codeina, band con base a Seregno.

Tre ragazzi (Mattia, di 29 anni, Emanuele, 25 anni, Emiliano, 21 anni) e una passione smodata per la musica. Lo si legge nei loro occhi, nei testi delle loro canzoni e nella loro storia, travagliata e sofferta, che li ha portati a cambiare numerose volte formazione, fino a raggiungere la line up attuale. Dal loro My Space sono ascoltabili tre brani di ruvida malinconia e di rabbia triste, che si articolano in pochi riff di chitarra sgraziati. L’indole del grunge, l’asperità del noise, unite in un sound personale e profondo.

Con qualche data live in agenda e un piccolo progetto discografico in cantiere, i Codeina sono pronti a spiccare il volo. Non resta che seguirli, e rimanere sospesi nelle loro melodie dense di amarezza.

Codeina

Città:
Seregno

Componenti:
Mattia Galimberti
Emanuele Delfanti
Emiliano Maggioni

Genere: noise, garage, grunge

My Space: http://www.myspace.com/codeina

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L'intervista

Da dove viene il vostro nome?
La Codeina è un alcaloide che si trova in diverse specie di papavero, che è il nostro simbolo. È una sostanza somministrata principalmente per via rettale o orale ed è contenuta in farmaci utilizzati per sedare la tosse. La radice etimologica greca di questa parola (Kodeia) e l’origine di questa sostanza ci hanno affascinato così tanto che abbiamo deciso di chiamare il nostro gruppo proprio Codeina.


Quali sono i vostri punti di riferimento musicali?
Ognuno di noi ha diverse suggestioni musicali... Ma siamo accomunati sicuramente da gruppi come Nirvana, Melvins, Queens of the Stone Age, Shellac, Teatro degli Orrori, Verdena, le sonorità della Touch&Go... Ma la lista è davvero lunga.

Quanta importanza ha il testo in una musica come la vostra?
In una canzone il testo ha sicuramente una parte importante, ed è un ulteriore mezzo di espressione oltre alla musica. La scelta di cantare in italiano è un'arma a doppio taglio: è più facile esprimere quello che veramente senti ma non ha certo l’orecchiabilità dell’inglese.
I testi sono a volte diretti e concreti e possono parlare di situazioni di disagio comuni a molti, mentre altre volte sono più ermetici e intimi, e lasciano all'ascoltatore il "fascino dell'evocazione": parole o frasi intere che stuzzicano, volte a suscitare sensazioni più che un reale episodio o situazione di vita vissuta.

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È facile per una band emergente farsi strada nella nostra zona? Trovate facilmente i locali in cui suonare, le sale prove, gli studi di registrazione?
La maggior parte dei locali e della gente vuole andare sul sicuro e quindi chiamano cover band di Vasco e di Ligabue. Quando poi fanno suonare gruppi con pezzi propri è difficile che pagano o solo rimborsano se non porti gente: fanno leva sulla tua voglia di emergere e di suonare, ma guardano soltanto al lato economico, e intanto ti sfruttano.
In Italia manca proprio la cultura del locale live dove ci si trova per ascoltare qualche buona band dal vivo semisconosciuta. Anche i concorsi e la registrazione delle compilation non vengono vissuti con la giusta mentalità. In entrambi i casi c'è una quota da versare e la loro creazione non è finalizzata alla promozione di nuovi gruppi. Le compilation non si sa mai dove vadano a finire e di certo non sono oggetto di una grande attenzione. I concorsi, invece, sono vinti da chi porta più gente e non dai più meritevoli. Chi fa guadagnare di più al locale vince. Niente giuria artistica (e quando c'è chissà dove l'han presa). Però qualche raro locale che aiuta a darti visibilità c’è, e noi ci crederemo sempre, soddisfatti per un solo grande complimento sincero. Per le date spesso ci arrivano proposte tramite My Space, direttamente dai locali o da band amiche (con altre band facciamo parte di un collettivo chiamato "Collettivo Noise" con cui condividiamo volontà, sudore e determinazione...), oppure giriamo i locali della zona portando cd. Di solito riusciamo come minimo ad avere almeno una data al mese, senza badare alla qualità del locale. Per le sale prove ci siamo sempre aggrappati invece al circuito minore delle sale private: ci serviamo di sale prove gestite autonomamente da più gruppi che permette un notevole risparmio economico e numerosi altri vantaggi (puoi lasciare in deposito la tua strumentazione, non devi suonare tassativamente due ore e poi andartene…). Prima usavamo una sala prove a Giussano e l'avevamo trovata tramite conoscenze, ora ci siamo spostati ad Arcore, e questa l'abbiamo trovata tramite un'inserzione su internet. Per gli studi di registrazione anche qui ci siamo sempre affidati alle nostre conoscenze, andando da amici o conoscenti che permettono una registrazione di qualità potendo comunque risparmiare molto. Insomma, ci vuole un buon giro di conoscenze e tanta pazienza…

State lavorando su qualcosa adesso?
Oltre alla continua produzione di nuovi pezzi per i live, che cerchiamo sempre di rendere più numerosi, siamo in contatto con un'etichetta toscana per pubblicare un demo. Non dovesse andare in porto questo progetto, in una maniera o nell'altra, entro la prima metà del prossimo anno vogliamo assolutamente far uscire qualcosa di nostro, anche in autoproduzione. Sentiamo di essere pronti, e ci teniamo davvero tanto a pubblicare la nostra musica.