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Nel 1880 scavi occasionali in città portarono alla luce un cimitero dell’età del bronzo. Tra i reperti: urne cinerarie, monili e tre spade a cui viene dato il nome di “ modello Monza”.

Trattasi di un ritrovamento veramente interessante e di cui, ritengo, ben pochi monzesi sono a conoscenza. Da amante della città in cui sono nato e cresciuto ed in cui la mia famiglia risiede da alcuni secoli, mi permetto presentare questo evento, che indubbiamente è di significativa importanza per determinare le origini della città stessa.

Cronistoria

Monza, anno 1880, via Dante: una via che parte dal centro città e si dirige verso la Brianza.

Una via che porta “fuori” (nel medioevo era già fuori le mura che circondavano la città), parallela al viale che porta alla Villa Reale partendo dalla piazza del “Re de Sas” antistante la vecchia porta del Carrobiolo, la porta da cui transitavano i carri provenienti dalla Brianza e dal Lecchese.

Non distanti dal luogo del ritrovamento delle spade sono i Boschetti Reali che nel 1943 videro gli alberi secolari rasi al suolo dagli invasori teutonici che volevano dare “visibilità” al comando delle SS nel caso di attacchi. Questo sito, guarda caso, è il punto più alto della città.

Da qui parte, oltre la città, la progressione altimetrica verso nord-est, lenta ma continua, in quanto siamo nella zona collinare prealpina. Una zona ricca di vegetazione di alto fusto e con monti alle spalle, ricchi di minerali. Sono zone da sempre preferite per la villeggiatura.

Da alcuni secoli ormai, anche nella nostra città, sorgono residenze fuori le mura per le vacanze estive, contornate possibilmente da ampi giardini.

Col passar del tempo anche queste residenze necessitano di manutenzione. Così in via Dante, alla fine del secolo XIX si sta operando alla ristrutturazione di una di queste ville. Nel corso degli scavi si incappa in una serie di tumulazioni che, come testimoniano i documenti dell’epoca, risalgono all’età del bronzo.

Nell’anno seguente, poco distante da questa via, nel ristrutturale un opificio, affiorano altri ritrovamenti della stessa epoca.

L’epoca è la tarda età del bronzo, cioè risalente ai secoli XIV- XIII a.C.

I reperti vengono attribuiti al periodo chiamato “Cultura della Scamozzina”, denominazione che prende il nome dalla necropoli rinvenuta presso la cascina Scamozzina di Albairate e che ora accomuna i reperti monzesi a quel periodo.

 

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Spade e spilloni dell'età del Bronzo da via Dante a Monza
(Archivio della Soprintendenza Archeologica della Lombardia)

 

Ceneri, monili e, da noi, anche tre spade di bronzo a codolo! Monza è la località in cui, per la prima volta, vengono reperite spade di questo tipo. Logico che vengano identificate con il nome della località in cui vengono ritrovate. Sono quindi spade dell’età del bronzo di cosiddetto primo tipo, dotate di lungo codolo. Sul codolo veniva innestata l’impugnatura in legno poi ricoperta con pelle per facilitarne la presa. Il lungo codolo serviva per consolidare il punto di giunzione della lama alla impugnatura, il punto più “fragile” dell’arma.

Solamente una successiva modifica della fusione, originerà l’impugnatura come un largo prolungamento con quasi pari dimensioni della lama, eliminando il punto debole: l’impugnatura cilindrica verrà sostituita da quella piatta dotata di guancette in legno. Il progredire della tecnica nella lavorazione di legno e metalli si fa sentire. Come detto sopra queste spade vengono denominate “modello Monza” e sono le prime armi risalenti a quel periodo rinvenute, e proprio nella nostra città. Da qui il nome, come tipologia nella classificazione archeologica .

Ovviamente alla data attuale non si sa dove siano finite le spade e gli altri reperti: mistero cittadino che qualcuno dovrebbe e potrebbe chiarire. A quanto abbiamo appreso da fonte attendibilissima, le spade furono esposte, e le immagini di queste si dovrebbero trovare nell’opuscolo della mostra “Alle origini dei Modiciates”, redatto da noto archeologo universitario milanese appunto in occasione di questa mostra svoltasi nel 2004 nella nostra città. 

Questi rinvenimenti, e non solo questi, sono giacenti da tempo e ignorati dalla maggior parte dei monzesi, che neanche suppongono l’esistenza di tesori di tale importanza che possono far risalire la nascita del villaggio, che è la base della futura città, a ben circa 1300 anni prima dell’era volgare, un bel po’ prima della fondazione di Roma: più di cinquecento anni almeno. Ma ci pensate? Monza ha origini ben più antiche di Roma: ante urbe condita!

Il fatto ci induce a pensare che la civiltà esisteva anche e non solo nella zona sud–est della penisola, ma anche al nord; e certamente non era meno progredita. Gli studiosi, già da tempo, ipotizzano la possibilità che la nostra città abbia avuto origine proprio in quei tempi e probabilmente proprio nel luogo prima indicato. Qualcuno ipotizza anche che il nome pristino del villaggio, che diventerà città, fosse Olmea. Da dove deriva questa parola? Sul prossimo articolo troverete la risposta e molto altro ancora. Seguiteci!

 

Museo Castello Sforzesco 03

Reperti del Museo del Castello Sforzesco di Milano
(da www.riproduzionistoriche.com)

 

 

Gli autori di Vorrei
Felice Camesasca
Felice Camesasca

Nasce in Monza alla fine degli anni Venti dello scorso secolo da vecchia famiglia cittadina. Compie gli studi sino al diploma di maturità nelle scuole cittadine.
Opera in diversi settori tecnici e anche nel settore PR. Sportivo praticante, ricopre incarichi federali. Amante della montagna, socio CAI ultraottantennale.
Giornalista e poi scrittore . Segue con particolare interesse la lingua e le tradizioni di Monza e della Brianza. Tra le sue pubblicazioni il “Piccolo dizionario del dialetto monzese” e la storia del rifugio “Alpinisti Monzesi” al Resegone.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.