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Intervista al rocker in occasione del suo live al Rock on the road di Desio. Il presente e il futuro della musica, la politica e l'impegno sociale con Rainbow Belize

 

Con la collaborazione di Matteo Camassa

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abato 6 Aprile 2013 abbiamo incontrato, prima della sua esibizione live al Rock on the Road di Desio, Pino Scotto, personaggio di riferimento del panorama heavy rock nazionale, storico leader dei Vanadium prima e dei Fire Trails poi; conduttore della trasmissione Database su Rock TV e anche frequentatore, qualche anno fa, del salotto televisivo di Piero Chiambretti, durante la cui trasmissione si e ci divertiva, scagliando fulmini e saette contro le lobbies discografiche mondiali e quei prodotti musicali confezionati venduti al pubblico medio come nuovi artisti.

Per i nostri lettori che ti conoscono meno, cosa possiamo dire di te? Della tua storia?
Eh ragazzi, ci vorrebbero sei mesi per parlare di me, posso dire che sono la stessa persona di quando avevo 17 anni, con la stessa passione per il rock, ma con qualche possibilità in più di realizzare il mio sogno

La nostra rivista affronta argomenti principalmente relativi al panorama culturale della Brianza. Che rapporto hai tu con questo territorio?
Ti dirò che mi piace molto l'idea della rivista, bravi! Scherzi?! Sono anni che frequento la Brianza, forse non lo sapete, ma la mia fidanzata è di Vedano al Lambro, quindi ormai giro da queste parti costantemente. Mi ha portato un sacco di volte al Parco a fare delle camminate interminabili...ma quanto cazzo è enorme 'sto parco!?!

Stasera suonate al Rock on the Road di Desio, ormai un punto di riferimento per la musica heavy e rock, per i bikers, per i veri rockers. Purtroppo uno dei pochi locali della zona di questo tipo. Come sta la musica dal vivo in Italia?
Eh ragazzi, va sempre peggio. Questo è proprio un bel locale, speriamo ce ne siano sempre più così, ma non facciamoci illusioni. Non esiste questo tipo di cultura musicale in Italia. Ormai vanno solo i tributi a Ligabue, a Vasco...adesso anche a Max Pezzali...scherzo, Max è un amico, ci conosciamo da anni. Da un certo punto di vista capisco i proprietari dei locali, mi dicono 'Pino, se faccio una serata con te o con qualche band emergente io vado in rosso, se metto una tribute band e la discoteca magari ci guadagno, ma di sicuro non ci perdo'. Non c'è l'idea di far avanzare i musicisti che meritano o che hanno idee nuove, abbiamo perso questa idea e vi assicuro che ci sono un sacco di ragazzini, di giovani, che spaccano davvero!!

Come vedi il futuro della musica dal vivo in Italia, quella emergente e inedita? Cosa diresti ad un gruppo di ragazzi che vuole farsi sentire?
Lasciate stare... no a parte le battute è veramente difficile, l'importante secondo me è mai mollare e divertirsi senza grosse aspettative. Quello che conta è spaccare anche quando si suona nella cantina dell'amico o davanti a nessuno. Non pensate che all'estero sia molto diversa la situazione, anche lì fanno fatica, non esiste più il concetto di talent scout, di persona appassionata di musica o addetta ai lavori che va nei vari locali e segna i nomi delle band o degli artisti pensando 'uhm, questo si farà, molto interessante'... no... d'altra parte il produttore investe soldi e giustamente non vuole perderci, preferisce il prodotto sicuro alla scommessa. Siamo finiti in questo stato anche da quando la musica viene considerata gratuita: ma ditemi voi perchè deve esserlo? Ci sono persone che si sbattono per creare musica e la vuoi gratis!? Tutta questione di politica...

Ecco, hai detto la parola magica, politica. Non puoi esimerti da un parere sulla situazione politica attuale.
Guardate, io seguo Beppe (Grillo, ndr) da ormai 5 e passa anni, è un grande, il movimento è l'unica speranza, se adesso capisse che basta poco per arrivare ad una percentuale tale da mandarli tutti a casa..o meglio una metà a casa e l'altra metà in galera, facendoci restituire tutto ciò che ci hanno rubato!! Ma avete visto le ultime elezioni, troppe persone continuano a votare sempre gli stessi, ancora non capiscono.

Parliamo dell'impegno nel sociale di Pino Scotto. Ci vuoi dire qualcosa sul progetto Rainbow Belize? Lo segui ancora direttamente?
Abbiamo avuto questa idea qualche anno fa con la psicologa Caterina Vetro, e abbiamo iniziato dal Belize, un posto piccolissimo in America Centrale abbandonato da Dio. Siamo molto soddisfatti e il progetto continua sempre. Trovate tutte le informazioni sul sito dell'associazione (www.rainbowprojects.it). Lo finanziamo un po' con le donazioni volontarie, e un po' con i soldini che recupero con le nostre serate. Ora siamo anche in Guatemala e in Cambogia, è una cosa a cui tengo particolarmente. Pensate che con i soldi delle tasse in Italia o che ha magnato la classe politica ricostruiremmo l'intero Belize!

Tornando alla musica, qual è l'ultimo CD che hai acquistato?
Led Zeppelin, Celebration, con il DVD, però devo dire che quando l'ho visto un po' ci sono rimasto male, per chi come me li seguiva nei tempi d'oro degli anni '70 vederli così fa un po' male. Certo mi ricorda quel periodo della vita, della musica. In estate suoneremo da spalla ai Motorhead al Castello di Vigevano, sai cosa dice sempre Lemmy quando qualcuno gli chiede il suo ricordo preferito o il suo periodo preferito? Risponde sempre: 1968. Vi chiederete, perchè proprio il 1968? 'Perchè ero talmente fatto che non mi ricordo assolutamente nulla!!'

Progetti futuri, musicali e non?
Per il prossimo anno ho in mente di pubblicare due album di cover, uno in italiano e uno in inglese, a distanza di almeno 5-6 mesi l'uno dall'altro. Per ora è un'idea, ma penso che la concretizzerò.