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Quanto pesa realmente il turismo sul PIL italiano: credenze e numeri reali. E vediamo se da ora in avanti abboccherete alla favoletta.

 

Il turismo è il petrolio dell’Italia”. “L’Italia potrebbe vivere di turismo”. Quante volte lo avete sentito? Probabilmente a iosa (e non c’è argomento che riesca a far incazzare di più il nostro direttore se il driver diventa il turismo artistico). Sappiate che, chi pronuncia quelle frasi, non sa un fico secco di economia e struttura produttiva italiana. Ma proprio niente, zero, un tubo. 

Se non sapete cosa è il World Travel & Tourism Council, cliccate sul link e verificate da voi. Se siete pigri e non volete cliccare, rapida spiegazione: si tratta del più importante ente al mondo che si occupa di turismo. Quei signori ci dicono questo:
il PIL italiano prodotto direttamente dal turismo è stato il 4,1% nel 2014. Considerando l’indotto, tale valore sale al 10,1%. 

Conseguenza (se le matematica non è una opinione):

il 95,9% degli italiani non trae il proprio reddito dal turismo e, in generale, l’89,9% della produzione di ricchezza degli italiani col turismo non ha nemmeno lontanamente a che fare.

Chiaro il concetto? Basta per smetterla col pensare che smuovendo carovane di turisti si risollevano per sempre le sorti del Paese?

 

Ma le cose possono cambiare in futuro se si investe”. Quelli del WTTC comunque dicono che nel 2025 il PIL italiano derivante dal turismo sarà solo il 4,6%. Ancora convinti che si tratti di petrolio?

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Attenzione, il turismo è solo una delle tante componenti della ricchezza nazionale e nemmeno la più importante. La regola vale più o meno in tutto il mondo. Leggere sotto per credere: la Francia, per esempio, il PIL lo produce in larga parte altrove pur avendo un flusso turistico più importante di quello italiano:

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Notare sopra come la Grecia, di cui si blatera che dovrebbe affidarsi in toto al turismo, non riesce e non può vivere solo di quello. E nemmeno sarebbe saggio (monocoltura industriale). Ragionando alla stessa maniera, i tedeschi dovrebbero puntare tutto sulla birra, i portoghesi sul vino, i finlandesi sul legname e gli svizzeri su coltellini e orologi a cucù. Lo capite da voi che si tratta di semplificazioni simili a barzellette, vero?

 

Ma il turismo è un settore fondamentale per l’economia mondiale”. E chi afferma il contrario? Se però il metro è quello,  allora cosa dire ad esempio di agricoltura, miniere, commercio al dettaglio e servizi finanziari? Leggere sotto.

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Gli autori di Vorrei
Ivan Commisso
Ivan Commisso

Vado per i quaranta, mi occupo di soluzioni pubblicitarie online in una grande concessionaria. La mia formazione universitaria è economica. Sono giornalista pubblicista e su Vorrei scrivo per lo più di economia perchè da lì verranno (ulteriori) problemi e su quel tema si dicono un sacco di fesserie. Nota Bene: mi piacciono le metafore, i dolci e la Calabria.

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