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Il tragico fallimento delle politiche meridionaliste del passato, basate sulla realizzazione di grandi e devastanti insediamenti industriali e di finanziamenti a fondo perduto, che non hanno inciso in alcun modo sul secolare divario seguito all'unificazione del Paese. Le istituzioni debbono agire realizzando infrastrutture e strutture strategiche che rompano l'isolamento, e interventi sull'ambiente che rendano più sicuro e attrattivo il  territorio.

 

Se si vuole citare un esempio dell'abbandono del Sud da parte dello Stato, basta parlare della Locride, sul mare Jonio:  il suo centro piú grande, Siderno (18 mila abitanti), dista circa cento chilometri da ognuno dei  due maggiori capoluoghi regionali, Reggio e Catanzaro.  La strada statale 106, che lo collega ai capoluoghi, attraversa tutti i centri abitati ed  è priva  di qualsiasi segnaletica orizzontale, rendendo lento e pericoloso il percorso. La ferrovia jonica, a un solo binario, è in  stato di abbandono, percorsa da rare e vecchie “littorine”.  La cosiddetta "superstrada", la Statale  682,  che attraversa l’ìAppennino e congiunge la Locride con l’autostrada  Salerno-Reggio Calabria sul Tirreno,  costituisce  l'unico legame potenzialmente veloce  con il resto del mondo. Ma di  "superstrada" ha solo il nome, forse accettabile negli anni cinquanta del secolo scorso: una sola carreggiata con una corsia per senso di marcia, pericolosissima, come attestato dai numerosi incidenti mortali.
Si potrebbe quindi pensare a una Locride come una realtà' statica, in lento declino, abitata da persone rinunciatarie, fatalistiche. Bene, non é cosí.
Basta percorrere il bel Corso di Siderno: grande traffico, ampi marciapiedi costellati da  negozi che non sfigurerebbero nel centro di Milano. Presenti tutte le griffe,  Rolex compresa, ma non solo: molte vetrine espongono prodotti frutto della creatività locale,  tutt'altro che provinciale. Qualsiasi  servizio é reperibile, aggiornato e a un buon livello, comprese istruzione  e sanità (quest’ultima prevalentemente privata; per quella pubblica il discorso sarebbe troppo lungo).

 

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Quanto al traffico, la percentuale di suvcrossover, fino a Maserati o Jaguar,  non sembra molto inferiore a quella di una città ricca come Monza.
Tutto sementisce  i dati statistici sulla Calabria, che ne fanno il fanalino di coda dell'Italia economica.
I dati  sono scarsi, ma é indubbio che quelli ufficiali non rispecchiano la realtà: é realistico dedurne che i redditi evasi  e i frutti dell'economia illecita costituiscano da queste parti una quota consistente del prodotto locale.
Per due volte Siderno è stata commissariata per infiltrazioni mafiose. La gestione dei Commissari, lungi dal costituire uno strumento si sussidiarietà, si è tradotta in  una paralisi amministrativa. Molte speranze risveglia ora il ritorno alla normalità, con l'elezione  nel maggio scorso di un sindaco generalmente stimato, Pietro Fuda,  del Centro Democratico (leader Bruno Tabacci), con  il sostegno del PD.

Siderno, come tutta la Calabria, é un luogo da cui molti giovani emigrano. Tuttavia la sua popolazione é stabile, e non solo per l'arrivo di immigrati che fuggono dalla guerra e dalla fame. Permane evidentemente una certa  forza di attrazione frutto di una vitalità propria del territorio.
La popolazione del luogo, anche se per tradizione (e pour cause!) pessimista, non appare rinunciataria. Pur vivendo in un territorio classificato tra i più depressi, non soffre affatto di complessi d'inferiorità, anzi. E quanto alla dote che si attribuisce normalmente alle aree più sviluppate, la vocazione imprenditoriale, non sembra affatto che manchi.
Un imprenditore che ha creato a Siderno una impresa edile con oltre dieci dipendenti, ormai affermata da anni, mi dice: "basta contentarsi". Ebbene: da una parte questa frase sembra rinunciataria e preoccupante, ma dall'altra testimonia il fatto che anche in Calabria la ricchezza é prodotta soprattutto dalle piccole e medie imprese.

 

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Girando per la città e incontrando gli abitanti di Siderno, ci si trova di fronte a contraddizioni  che rischiano di rendere qualsiasi giudizio troppo semplicistico. Si  rileva  senz’altro una diffusa mancanza di senso civico, frutto di un individualismo che va oltre  il  familismo tradizionale; una insofferenza alle regole della convivenza civile che, se è tipica dei  comportamenti di tutti gli italiani, qui raggiunge livelli sorprendenti. Alla esibizione di privata ricchezza si contrappone la pubblica povertà: strade dissestate, carenza e  trascuratezza degli spazi verdi, una raccolta differenziata dei rifiuti arretrata, il rifacimento di un  depuratore bloccato da annose vertenze giudiziarie.

Eppure, nei rapporti con le singole persone si riscontra spesso una disponibilità, una gentilezza, un’intelligenza che contrastano con quanto sopra. E non mancano associazioni e iniziative che testimoniano un grande  impegno culturale e sociale , tra cui la  storica presenza dell’Ymca, prezioso centro di aggregazione e formazione dei giovani. Non a caso il nuovo sindaco ha posto tra gli impegni prioritari  la promozione di comitati di quartieri e frazioni, per stimolare la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica.

Dato il mio particolare interesse per la bellezza dei luoghi, e la mia adesione alla  famosa frase di Dostoevskj, secondo cui é la bellezza che salva il mondo (anche dal punto di vista sociale ed economico!),  citerò due esempi che dimostrano la trascuratezza  di ciò che é pubblico:  Siderno ha un lungomare ampio,  con grandi palme e rigogliosi pitosfori, comode panchine, che dovrebbe essere dedicato a passeggiate tranquille e contemplative, magari intervallate da soste per gustare una granita o un latte di mandorla, o un buon fritto di mare nei bei bar e ristoranti presso gli stabilimenti balneari.  Ma nel bel mezzo del percorso imperversa un banale e chiassoso Luna Park,  che potrebbe sopravvivere nel suo fragore altrove, in un’area dedicata. Accanto alla parte centrale del lungomare c'é una "Villa Comunale" con alberi monumentali, che potrebbe costituire un'oasi ombrosa e quieta nella calura estiva, che qui raggiunge a volte livelli africani. Ebbene: i vialetti sono sentieri polverosi e sassosi,  pieni di rifiuti. Non c’è  illuminazione. E un recente "evento" dedicato agli orti urbani, che avrebbe potuto  e dovuto svolgersi in uno spazio più adatto (un orto è diverso da una villa!), ha lasciato tracce devastanti per l'identità e la funzione del giardino. Che non a caso, essendo brutto, è sempre deserto.

 

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Una realtà in cambiamento.

Pur nelle loro luci  ed ombre, Siderno e le altre località della Locride - soprattutto Roccella Jonica, amministrata in modo esemplare, dove si svolge uno storico festival internazionale del jazz  - sembrano in movimento verso un futuro diverso e migliore..

Siderno conta ora una decina di stabilimenti balneari, che testimoniano un ruolo turistico prima assente ed ora in crescita.
Questo fatto sembra agire anche sulla mentalità degli abitanti. Nel passato, essere parenti e amici dei residenti, o al contrario, viaggiatori privi di legami locali, faceva una grande differenza: i primi erano oggetto di tutte le attenzioni, secondo una cultura basata sul dono piuttosto che sullo scambio commerciale, i secondi erano estranei da spennare. Oggi é molto piú frequente essere trattati con gentilezza e correttezza anche se si è nuovi venuti.
Un'altra piccola osservazione: mi sembra che  nelle transazioni quotidiane gli scontrini fiscali siano piú frequenti che nel passato.

Un contributo al progresso potrà anche derivare dalla scelta della Calabria,  nel quadro degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea,  per la realizzazione di una rete di fibra ottica d’avanguardia, che consentirà ad imprese e privati una connessione con banda larga e ultralarga,

Ma il principale fattore di cambiamento é, secondo dichiarazioni di molti, il fatto  che le potenti 'ndrine locali  hanno subito ultimamente duri colpi da parte dello Stato. Alcuni, come Roberto Saviano, dicono che ormai le mafie si sono ttrasferite al Nord. Ma io credo che i vertici di queste  multinazionali del crimine rimangano qui, in un territorio che controllano tanto più quanto esso é separato dal resto del mondo e inaccessibile.

 

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Che fare?

La recente dichiarazione di Renzi, secondo cui  sul Mezzogiorno é ora di smetterla di "piangersi addosso", voglio intenderla nel senso che piú che parlare occorre fare. Dando per scontato che sia noto e progettato il  da farsi.

In effetti, credo che ormai sia diffusa la consapevolezza del tragico fallimento delle politiche meridionaliste del passato, basate sulla realizzazione di grandi e devastanti insediamenti industriali e di finanziamenti a fondo perduto, che non hanno inciso in alcun modo sul secolare divario seguito all'unificazione del Paese.
Oggi si comprende  che le istituzioni debbono  agire realizzando infrastrutture e strutture strategiche che rompano l'isolamento, e interventi sull'ambiente che rendano più sicuro e attrattivo il  territorio. E soprattutto, con  politiche fiscali che favoriscano le aree svantaggiate.
Se si guarda bene e si pensa alle ricette di economisti come Piketty miranti a  ridurre le disuguaglianze a livello globale,  non si tratta di cose diverse da ciò che va realizzato a tutti i livelli, in una visione glocal,
Per quanto riguarda Siderno e la Locride,  consentire di passare dall'Jonio al Tirreno in sicurezza e in mezz'ora e rilanciare il trasporto su ferro, come hanno chiesto recentemente i sindaci della zona occupando le stazioni, possono costituire  il fulcro intorno al quale costruire un insieme di interventi coordinati  a livello statale, regionale e locale.
Ricreata la fiducia e il senso civico, i cittadini di queste parti sapranno bene cosa fare.

Gli autori di Vorrei
Giacomo Correale Santacroce
Giacomo Correale Santacroce

Laureato in Economia all’Università Bocconi con specializzazione in Scienze dell’Amministrazione Pubblica all’Università di Bologna, ha una lunga esperienza in materia di programmazione e gestione strategica acquisita come dirigente e come consulente presso imprese e amministrazioni pubbliche. È autore di saggi e articoli pubblicati su riviste e giornali economici. Ora in pensione, dedica la sua attività pubblicistica a uno zibaldone di economia, politica ed estetica.

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