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Uno sguardo moderno su una figura complessa e controversa nel libro di Edmondo Lupieri (a c.d.), Una sposa per Gesù: Maria Maddalena tra antichità e postmoderno

Da dove provengono le nostre conoscenze religiose? Ci avete mai pensato? Certamente non provengono da corsi universitari di teologia o da una lettura approfondita delle Sacre Scritture. Una parte arriva sicuramente dalla lontana infarinatura avuta grazie alle ore di religione a scuola e grazie alle lezioni di catechismo all’oratorio. Il grosso arriva però dalla televisione e dal cinema. Ma siamo sicuri che le conoscenze così ottenute siano attendibili? Per esempio, cosa sappiamo noi oggi di Maria Maddalena?

La maggior parte di noi, anche chi va in chiesa tutte le settimane, risponderà che la Maddalena era una prostituta che il Signore ha redento. Altri, con più memoria, ricorderanno anche che lei aveva unto i piedi del Signore. I più scaltri sottolineeranno infine la sua possibile infatuazione per il Signore: d’altronde la questione dell’unguento prezioso versato sui suoi piedi si presta a tale interpretazione. Questa però è la versione che viene data della Maddalena dal celebre musical (nonché film) Jesus Christ Superstar. Ed è una versione sbagliata. O meglio: questa non è la figura che appare nei vangeli canonici, e la Chiesa cattolica anche in anni recenti è intervenuta ufficialmente per riportare l’attenzione dei fedeli verso una Maria Maddalena appunto più canonica, più aderente cioè al Nuovo Testamento.

Cerchiamo di capire meglio. Nel Vangelo di Marco, databile attorno al 70 d.C., Maria Maddalena viene presentata come una delle prime seguaci di Gesù che fu presente alla sua crocifissione; in seguito trovò il suo sepolcro vuoto e incontrò un angelo che le disse dare la notizia della risurrezione di Gesù; cosa che lei non fece. Nel Vangelo di Luca, Maria Maddalena viene presentata come una donna che seguiva Gesù e che lui aveva liberato da sette demoni. Nel Vangelo di Matteo, Maria Maddalena, oltre che come testimone della crocifissione e della deposizione, viene presentata anche come testimone oculare di Gesù risorto. Nel Vangelo di Giovanni, l’ultimo a essere stato scritto, Maria Maddalena, oltre che come testimone della crocifissione, è presentata come la prima persona a vedere il sepolcro vuoto; in seguito vede due angeli e parla per prima con Gesù risorto che le chiede di comunicare agli altri che sta per andare a ricongiungersi al Padre. Invece San Paolo, nelle sue celebri “Lettere”, non cita mai la Maddalena.

Insomma nel Nuovo Testamento, seppur con inevitabili differenze tra i vari testi, la figura della Maddalena o non è citata o è citata come una delle persone che era vicina a Gesù nel momento della crocifissione, delle deposizione e perfino della resurrezione. Nient’altro.

Eppure la versione di una Maria Maddalena diversa, come per esempio quella di Jesus Christ Superstar, se guardata sotto altri punti di vista, non è del tutto sbagliata. Spieghiamoci meglio. Innanzi tutto come documenti storici non esistono solo i quattro vangeli canonici, ma ce ne sono altri (che solitamente vengono chiamati apocrifi), e non è detto che i vangeli canonici – pur essendo la base granitica della dottrina cattolica – siano su qualche dettaglio storico più attendibili degli altri. Dobbiamo in sostanza accettare che la Maddalena storicamente esistita sia ormai andata perduta per sempre.

In secondo luogo, ed è l’aspetto forse più interessante da trattare, la figura di Maria Maddalena è stata in gran parte costruita e ricostruita – come è accaduto ad altre figure religiose (prima fra tutte Maria Madre di Dio) – nel corso dei secoli. Si è trattato di un processo in gran parte involontario e casuale, cioè dietro al quale non c’era alcun progetto consapevole e pianificato, e che è stato più che altro dettato dalla costante esigenza di portare a esempio o simbolo – positivo o negativo a seconda delle circostanze – una figura presente nei vangeli.

Vi segnalo un libro che affronta questa e altre tematiche e che si intitola un po’ provocatoriamente Una sposa per Gesù: Maria Maddalena tra antichità e postmoderno. Il testo è una raccolta di alcuni brevi saggi di diversi studiosi che indagano la questione di Maria Maddalena da diversi punti di vista. Nonostante ciò, il testo appare compatto poiché il curatore – e non sempre accade – ha fatto il curatore per davvero, e cioè ha organizzato i vari interventi secondo una logica ben precisa. Si tratta di un libro che può fornire utili spunti di riflessione non solo ai credenti, ma anche ai laici.

Vediamone qualcuno. La “costruzione del mito” di Maria Maddalena, una figura che ha assunto nel corso dei secoli un’importanza via via sempre maggiore per i fedeli ma non solo, è in parte dovuta al fatto che nei primi secoli dell’era cristiana vennero fuse alcune e diverse figure presenti nei vangeli in un’unica figura: Maria Maddalena appunto. Nei vangeli sono infatti presenti varie Maria, varie Maddalena e vicino a queste compaiono altre figure senza nome, una delle quali nominata con l’appellativo di peccatrice. Una serie di contiguità e di omonimie che creò fin da subito una gran confusione. Nel VI secolo papa Gregorio Magno fuse infine varie figure in una sola. Secondo lui Maria Maddalena era dunque Maria di Betania, e cioè la peccatrice che unse i piedi di Gesù e che li asciugò con i propri capelli. Tale versione non reggeva a un’attenta analisi filologica dei testi, ma si diffuse largamente ed è quella oggi ancor prevalente nel senso comune.

C’è però dell’altro. Maria Maddalena divenne un oggetto a sé stante di riflessione e di venerazione convinta al di là di ogni plausibilità storica. D’altronde, come diceva Benedetto Croce, la storia è sempre storia contemporanea. Alcuni Padri della Chiesa (che poi sarebbero i filosofi cristiani dei primi secoli) insistettero per esempio molto sul suo ruolo di testimone della crocifissione e della resurrezione, fino a elevarla a simbolo del genere femminile in antitesi a Eva, la prima peccatrice. Fu un passaggio importante: Maria Maddalena divenne simbolo di qualcosa che la superava.

L’utilizzo della figura di una Maria Maddalena senza basi storiche non rimase però circoscritto al ristretto ambito dei Padri della Chiesa, ma si affermò anche in ambito letterario e soprattutto in ambito figurativo. Facciamo qualche esempio. Durante i primi secoli dell’era cristiana l’iconografia di Maria Maddalena fu legata a scene dell’arrivo di pie donne al sepolcro; nel Medioevo venne rappresentata come un’apostola penitente; nel Rinascimento venne rappresentata come una santa; nel Barocco come una peccatrice da non imitare; in epoca vittoriana si insistette invece su caratteri pruriginosi del personaggio, e così via.

20180220 maria maddalena libroInsomma, le Maddalena sono state tante a seconda del periodo storico e del luogo in cui la sua figura veniva utilizzata. Il saggio è corredato da un apparato iconografico che mostra in modo evidente, al di là del gusto e della sensibilità dei tempi, le variazioni dell’uso di questa figura nel corso dei secoli.

Nel XX secolo arrivò anche il cinema e, oltre al classico riferimento al suo essere peccatrice, emerse prepotentemente anche la versione di una Maddalena moglie di Gesù (L’ultima tentazione di Cristo) ripresa poi dal libro (e film) Il codice da VinciUna sposa per Gesù è un testo rigoroso, ma non semplicissimo. Per ragioni di spazio ve ne ho illustrato, e per giunta sommariamente, solo una parte. Tuttavia, se avete la pazienza di leggerlo, oltre a un’approfondita disamina di quanto io ho solo delineato, scoprirete anche molti altri interessanti aspetti della “questione Maddalena”: dal suo essere ormai indissolubilmente legata nel mondo contemporaneo al fenomeno della prostituzione alla produzione di sue reliquie nel Medioevo, fino al suo inaspettato contributo alla nascita di religioni contemporanee, come la New Age o il Mormonismo.

Edmondo Lupieri (a c.d.), Una sposa per Gesù: Maria Maddalena tra antichità e postmoderno, Carocci Editore, pp. 342, 39,00 euro.

 

In apertura La Madonna col Bambino tra le sante Caterina e Maria Maddalena (Sacra conversazione) olio su tavola (58x107 cm) di Giovanni Bellini, databile al 1490 circa e conservato nelle Gallerie dell'Accademia a Venezia.

Gli autori di Vorrei
Juri Casati
Juri Casati

Classe 1975, lavora in un'Agenzia per il Lavoro. Laureato in Filosofia, è autore di numerosi racconti di genere horror, gotico, fantastico e fantascientifico. Coltiva interessi in ambito storico e di filosofia della scienza

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