20100319-Lombardia

Elezioni regionali Lombardia 2010

 

L

’ottimismo, scriveva uno psichiatra americano,  è un’arma di difesa essenzialmente tragica: vi si fa ricorso quando i tentativi razionali di affrontare un problema portano in sé segni manifesti di fallimento.

Se dovessimo definire queste Regionali  non potremmo trovare parole migliori. Dopo il caos delle liste, i decreti interpretativi, gli scandali delle tangenti (è di ieri il video che ritrae l’ex presidente della Commissione urbanistica di Milano Milko Pennisi mentre intasca una mazzetta per mezzo della sua segretaria) e quelli dei trans, dopo che mezza Giunta regionale è stata chiamata dai magistrati a fornire spiegazioni, e i più fortunati il Natale lo hanno trascorso nelle patrie galere,  non si vede come un elettore razionale possa aver voglia di recarsi alle urne.

È a questo punto che entra in gioco l’ottimismo. Sentimento, dicevamo, essenzialmente tragico, ma utile ad andare avanti e in ultima analisi, uno degli splendidi artifici della natura per garantire la sopravvivenza della specie.

Dallo speciale elezioni che pubblichiamo potete avere un’idea delle forze in campo.  Abbiamo cercato di intervistare i candidati sui problemi reali, quelli che riguarderanno la gente.

Probabilmente fra una settimana racconteremo  la vittoria di Formigoni.  Ma abbiamo pochi  dubbi che queste saranno ricordate come le elezioni della svolta. Innanzitutto perché il  “celeste” non potrà ricandidarsi  nel 2015, e la destra dovrà  trovare un sostituto all’altezza in Lombardia; in secondo luogo perché è difficile immaginare un uomo come Berlusconi che va per i 74 anni reggere ancora a lungo le fila di  un partito che è un ricettacolo di tensioni e ambizioni personali in gran parte, per il momento, frustrate.

Il Pd dal canto suo deve ringraziare il giovane radicale Lipparini che, con la sua intraprendenza nel presentare ricorso contro la lista di Formigoni, gli  ha dato l’occasione di chiamare in piazza con rinnovato sdegno un popolo rassegnato ancora prima di  giocarsi la partita alle urne. Una campagna elettorale incolore  ha fatto il resto.

Il Movimento a 5 stelle di Grillo conferma la teoria che da sempre governa la politica: per comandare bisogna innanzitutto restare vivi. Lo aveva capito Craxi negli anni ‘70, e ci riuscì,  lo hanno seguito poi  i vari Bertinotti, Di Pietro, per non parlare di Mastella… a volte le lezioni servono.

Fermo restando la nobile intenzione  dei grillini di cambiare le cose partendo da posizioni  trasversali (il  popolo viola è la novità più interessante degli ultimi anni, grazie a una sana dose di pragmatismo che lo distingue dai  vecchi girotondini), il problema è che per governare nessuno ha ancora inventato uno strumento migliore del vecchio partito.  La sua macchina anche oggi la più adatta per gestire il potere.  Farne a meno può risultare fatale. Facciamo l’esempio della comunicazione. Il passaparola non basta. Bisogna essere organizzati per competere. Le  interviste non ancora andate  in porto al momento di chiudere il dossier  sono quella al presidente Formigoni, che ha dato l’impressione di non voler rispondere  senza aver controllato cosa andava in stampa, e quella a Vito Crimi, che  la nostra redazione ha cercato inutilmente di contattare.  Ma mentre Formigoni se lo può permettere, un piccolo partito che si presenta per la prima volta alle elezioni, no. L’impressione che ne deriva è quella di tante  buone intenzioni che rischiano di andare  sprecate.

Chiudiamo con la Lega. Fuori Formigoni, nel 2015 saranno loro probabilmente i più accreditati a raccoglierne l’eredità. Per questo, l’obiettivo è  monetizzare subito in termini di voti per avere posizioni di rilievo in Giunta e quindi visibilità in vista delle prossime consultazioni.  Un po’ partito, un po’ movimento, forse il compromesso migliore tra le due varianti, le camicie verdi alle Regionali giocano sul loro terreno e lo fanno andando nei paesi a parlare con la gente, non con  la faccia “pulita” da partito di governo, ma con la retorica delle sezioni che ne ha decretato il successo negli anni. Mentre Bossi ieri pomeriggio  era sul palco di San Giovanni, nella capitale,  per le strade di Milano ancora  campeggiavano i manifesti con gli  improperi contro Roma Ladrona. Che fosse uno degli ultimi politici rimasti in circolazione, si sapeva. Che i suoi fossero in grado di  presentare una lista senza errori  perché venuti su dal basso e avvezzi anche al "lavoro sporco", pure.  

Ma che il Senatùr  faccia accordi solo ed esclusivamente  con chi difende i suoi valori, a prescindere dal colore politico,  qualcuno sembra averlo dimenticato. Gli elogi all’ “alleato più fedele” fanno parte della retorica berlusconiana, la stessa che vuole  Fini definito mielosamente  “cofondatore”   in ogni occasione del Pdl quando nella realtà dei  consigli comunali i partiti di Forza Italia e An si presentano in aula  ancora divisi e le cariche sono spartite seguendo il sempre utile manuale Cencelli. Così, non  escluderemmo di trovarci , nel 2015, i leghisti in  una coalizione  inedita. Ne avevamo parlato due anni fa, e confermiamo il giudizio. La Lega è l’unico partito che va tra la gente. L’unico che si è preoccupato di fare campagna elettorale nei paesi senza organizzare cene per i “grandi elettori”, ma andando porta per porta a procurarsi i voti. In Lombardia, ma crediamo ovunque in caso di consultazioni amministrative, si vince così. Forse è il caso di imparare la lezione,

 

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Le interviste ai candidati
A cura di Claudio Ferrara e Antonio Piemontese

Penati sfida Formigoni su ambiente e welfare
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Cappato e i Radicali, esclusi ma non domi
Il proibizionismo all'origine del boom delle mafie nel nord. L'Expo? Più importante il tunnel del Gottardo. E laicità e diritti come risposta alla sfida multietnica. Cappato non smentisce la fama dei Radicali. Peccato che non sarà in gara.

Savino Pezzotta, in nome dell'UDC

"Il problema sicurezza non si risolve con gli slogan e cercando di istillare nella pubblica opinione dosi di odio e allarme inutili. Noi siamo sinceramente stanchi degli slogan elettorali usa e getta, servono progetti seri"

Per Agnoletto alla Lombardia serve più trasparenza
No secco al nucleare, più attenzione al lavoro, meno strade e più metrò. E soprattutto più trasparenza e più cura per il bene comune nella 'ricetta' del candidato della Federazione della Sinistra.

Crimi: "L'Expo è una grande truffa"
Il candidato del Movimento 5 stelle a Vorrei "La Lombardia è crocevia di rilevanti interessi finanziari nonché ghiotto boccone per il riciclaggio di denaro da provenienza illecita grazie all’expo"

Giuseppe Civati vuole la riconferma
Cosa fare per l’ambiente e il traffico? Mandar via Formigoni, che è una fonte fossile e ormai emette un sacco di Co2! La Lombardia ha visto aumentare la produzione di Co2 del 15% negli ultimi 15 anni.

Gianmarco Corbetta e il Movimento a 5 stelle

"Noi facciamo appello a tutte le persone deluse dalla politica  e che hanno deciso di non votare. Quello è il nostro elettorato: noi non dobbiamo rendere conto a nessuno, e chiediamo ai cittadini di darci fiducia."

Massimiliano Romeo e il peso della Lega Nord
Intervista all'assessore leghista di Monza candidato alla Regione "Siamo una delle aree più produttive d’Italia, forse d’Europa, ma non abbiamo mezzi pubblici e strade adeguate"

Romeo, il sindaco di Limbiate ci prova
"L’integrazione degli immigrati ci deve essere, ma basata sul rispetto delle regole, che però anche per noi in Italia in questo momento non sono certe. E loro sanno benissimo come approfittarsene"

Agostinelli, contro l'inquinamento più consapevolezza
Per il candidato di Sinistra Ecologia & Libertà la parola d'ordine è: lotta all'inquinamento. Anche perché in campagna elettorale se ne sta parlando poco.
Di Pino Timpani

Gli autori di Vorrei
Antonio Piemontese
Antonio Piemontese