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Speciale elezioni di Vimercate: per il candidato del Movimento 5 Stelle nell'amministrazione vanno inserite persone che abbiano davvero a cuore gli interessi del territorio. Persone indipendenti ed oneste. Per rilanciare Vimercate non vanno costruite nuove case, ma occorre ristrutturare il patrimonio edilizio esistente

 

Francesco Sartini, come nasce l'idea di candidarsi sindaco?
Diciamo che l'idea nasce per dare continuità al nostro lavoro. Sono consigliere ed ero candidato sindaco anche nel 2011. Sono già 5 anni che lavoriamo in consiglio comunale. In questi anni il lavoro è proseguito con tutto il gruppo che aveva sostenuto la lista fin dal principio. Qualcuno si è trasferito, altri si sono aggiunti. Nel complesso il gruppo è cresciuto. E' anche rimasto solido. Il nostro modo di lavorare prevede che non sia il consigliere da solo, magari abbandonato a se stesso in consiglio comunale, a prendere le decisioni. Piuttosto il consigliere deve essere un punto di riferimento, il portavoce delle decisioni del gruppo.

Quando è maturata la candidatura?
Poco tempo fa, in prossimità del sopraggiungere delle fine del mandato. Ci siamo confrontati e abbiamo deciso di prendere ancora parte alla competizione elettorale.

Ci siamo trovati, abbiamo discusso e alla fine sono stato eletto

Il confronto è avvenuto sempre al vostro interno?
Con le persone che hanno collaborato fino ad ora. Non ci sono ingerenze dall'esterno. Non arrivano indicazioni, non arrivano imposizioni. Facciamo tutto da soli. Io ero disponibile al ruolo di candidato sindaco. Ci sarebbero state anche altre disponibilità. Ma gli interessati hanno preferito affidare a me il compito. Ci siamo trovati, abbiamo discusso e alla fine sono stato eletto.

C'è stata una votazione?
Una votazione interna. Dopo la mia elezione ci siamo messi a disposizione per chi si è voluto candidare in lista. Abbiamo votato ancora per stabilire l'elenco dei candidati al consiglio. Sono già due mesi che abbiamo definito e chiuso anche la lista.

In anticipo di gran lunga su tutti gli altri.
C'è una ragione di fondo. Noi scendiamo in campo anche per garantire il rispetto delle norme. Secondo noi le norme vanno cambiate se sono sbagliate. Ma se ci sono vanne rispettate. Le norme dicono il modulo a sostegno della lista dei candidati deve avere scritto l'elenco dei candidati. Solo se l'elenco è completo si possono raccogliere le firme.

 

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Francesco Sartini - Foto di Pino Timpani

 

Quante firme vanno raccolte?
Devono essere comprese nel range di un minimo di 175 a un massimo di 350 .

C'è un arco di tempo in cui vanno raccolte?
Nello spazio di 180 giorni precedenti alle elezioni. Dovremo consegnarle il 6 maggio. Siamo già sul punto di finire: anche qui siamo stati confortati da una buona risposta e collaborazione da parte dei cittadini di Vimercate.

Quindi voi avete raccolto le firme sul modulo completo. Gli altri raccolgono le firme anche senza la presenza di tutti i nomi?
C'è l'usanza diffusa di raccogliere le firme su moduli incompleti. Fino a poco prima di presentarlo ufficialmente in comune. Evidentemente nel frattempo si svolgono lunghe lotte interne per stabilire chi va candidato.

Questi comportamenti potrebbero essere oggetto di ricorso?
Volendo si. Bisogna comunque supportarlo con prove. Dovrebbe essere il cittadino ad accertarsi della completezza e della regolarità del modulo prima di firmare.

Vi ritenete alternativi rispetto all'attuale amministrazione?
Assolutamente si.

Cosa proponete?
Prima di tutto va chiarito è che il progetto del Movimento 5 Stelle ha un particolare modo di fare la politica e si impone di non fare alleanze. Il M5S presenta liste di sole persone certificate. Tutti i nostri candidati allegano l'estratto del casellario giudiziario sui carichi pendenti. Devono essere persone senza alcuna tessera di partito. Nessuno di noi è stato eletto più di due volte. Infatti per me questo sarà l'ultimo giro. Dopodiché non potrò presentarmi in nessuna altra elezione per il M5S. Perché il principio è di eleggere cittadini volontari che si prestano alla politica. Non professionisti in pianta stabile. Il secondo fondamento consiste nel far decidere dal basso. Prima di votare in consiglio comunale, mi sono sempre confrontato con il gruppo. Ho votato in base alle decisioni prese insieme. A volte, per rispetto alle scelte del gruppo, ho votato in modo differente da come personalmente pensavo. C'è un altro aspetto importante da chiarire: negli anni di partecipazione al consiglio comunale, ho notato una vistosa predominanza dei tecnici.

La prima battaglia che abbiamo condotto è stata proprio sulla trasparenza

Cioè degli impiegati del comune?
Dirigenti. Ci sono dirigenti, in particolare il vecchio segretario comunale, che hanno poca trasparenza. La prima battaglia che abbiamo condotto è stata proprio sulla trasparenza. Ci siamo appellati al Difensore Civico per la pubblicazione degli atti. Perché il segretario comunale interpretava le norme a suo modo, salvo poi trovarsi costretto, dopo il nostro intervento, a pubblicare tutti gli atti. In questo difficile contesto c'è anche il tema della gestione del territorio. Il dirigente è tuttora oggetto di un procedimento giudiziario: assieme al sindaco è stato rinviato a giudizio per abuso di atti d'ufficio e omessa denuncia di reato.

Avete chiesto al sindaco di sostituirlo?
Oltre a questa azione, che doveva essere scontata, ma non è mai stata presa in considerazione, abbiamo chiesto al sindaco di far costituire il comune come parte civile. Perché in queste circostanze è il modo più corretto di agire.

Noi accusiamo l'amministrazione attuale di essere molto succube dei grandi operatori edili

Secondo voi c'è un problema di onestà e di trasparenza nella vita amministrativa?
Noi accusiamo l'amministrazione attuale di essere molto succube dei grandi operatori edili. Una delle prime azioni da noi contestata è stata la negoziazione al ribasso, effettuata nel contesto di Villa Sottocasa: si è voluto favorire la proprietà a scapito degli interessi pubblici. Questa è stata la prima e chiara indicazione di come l'amministrazione stesse facendo prevalentemente gli interessi dei grandi costruttori.

 

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Birgit Fettes - Silvercity

 

Voi cosa proponete?
Noi proponiamo di far discendere il principio della pianificazione urbanistica e della gestione del territorio, prima di tutto dalla difesa degli interessi della comunità. Non possiamo continuare a costruire appartamenti perché gli operatori a Vimercate sanno fare solo questo. Vogliamo una città che si sviluppi in modo diverso. Abbiamo il centro storico che con lo spostamento dell'ospedale ha perso tantissima attrattiva. I commercianti stanno perdendo il lavoro. Il nostro centro storico si sta svuotando. Dobbiamo ridare un'identità alla città.

Cosa proponete per l'area dell'ex ospedale?
Il comparto è una ferita aperta. E' stato un grande errore costruire l'ospedale e spostare all'esterno questo centro di attrazione.

Questo però lo ha fatto la regione.
Eravamo contrari ma ora va gestito. Certamente non costruendo 600 appartamenti, negozi ed uffici. Essendo una zona collaterale al centro, deve essere sviluppata creando spazi di aggregazione e possibilità di installare mercati anche coperti. Deve essere un'area attrattiva. Per questo deve avere una mobilità molto accurata.

Alessandro Cagliani propone la creazione di residenze per anziani. Lei sarebbe favorevole?
Questo è uno dei temi di possibile interesse. Peraltro ho messo anche la mia firma sul progetto del movimento per la terza età. Inizialmente il progetto prevedeva il recupero del monoblocco. Pensiamo che questa idea si possa realizzare anche a Vimercate.

 

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Area ex-Bassetti

 

Ma perché siete contrari alla costruzione di nuove case, non servono?
Non siamo contrari per principio: ci sono i dati di un monitoraggio, da noi proposto, che attribuisco a Vimercate poco meno del 20% di residenziale non utilizzato. Lo si può vedere dimostrato nel comparto ex Bassetti. Qui l'edilizia è sostanzialmente ferma da anni. Nel programma elettorale del 2011 di Paolo Brambilla, si prevedeva di portare la popolazione di Vimercate a 30.000 abitanti. Questa crescita evidentemente era finalizzata a permettere al comune di passare allo scaglione del calibro successivo.

Perché?
Con questo passaggio Vimercate avrebbe avuto una differente possibilità di gestione sia dei ruoli dirigenziali, sia della macchina comunale. I numeri reali pero ci dicono che nel 2012 la popolazione è effettivamente aumentata, sfiorando i 27.000 abitanti Ma dopo è tornata ancora giù: ora siamo a sopra i 25.0000 abitanti e non si vede nessuna prospettiva di crescita. Perché la città non è attrattiva. Non è riuscita a farsi raggiungere dalla metropolitana. Non c'è lavoro. Le aziende vanno in crisi e gli appartamenti hanno prezzi alti. Quest'ultimo è un problema di ricaduta. Perché quando si lascia costruire ai grandi operatori, c'è dietro una massa di investimenti finanziari per cui l'invenduto non può diminuire di prezzo. Il costruttore che abbassa il prezzo delle sue case, decurta di fatto il valore formale della sua società. Come diretta conseguenza della riduzione, le imprese si vedono poi ridotta anche la quantità dei prestiti delle banche. La tendenza prevalente è di immobilizzare i capitali. Cristallizzare.

Come si esce da questo stallo?
Dal punto di vista occupazionale la grande impresa ha un indice di occupazione più basso di quella di piccole dimensioni e artigianale. Dobbiamo investire allora per far partire la ristrutturazione energetica, la ristrutturazione del centro storico. Dobbiamo agevolare questo processo. L'esistente deve essere rimesso a nuovo.

Dobbiamo investire allora per far partire la ristrutturazione energetica, la ristrutturazione del centro storico

Perseguire politiche per l'efficentamento edilizio?
Esattamente.

Oltre ai motivi da lei citati prima, per via del maggiore indice occupazionale, perché puntate sulla piccola impresa?
Facendo costruire ai grandi imprenditori, il comune si gioca la concessione edilizia e gli oneri di urbanizzazione. Alla fine raccoglie qualche spicciolo. Perché il nostro comune fa un uso esagerato dello scomputo. Così ottiene la realizzazione di opere che quasi sempre servono ad aumentare il valore all'opera primaria. In questo comune non si fa un progetto per costruire una palestra, rinnovare una scuola o altro. la progettazione è affidata allo scomputo degli oneri, quando ricade nello stesso comparto. Su queste dinamiche noi siamo fortemente critici.

Le opere di urbanizzazione dovrebbero essere a carico del comune?
Si. Il nostro progetto amministrativo si basa su un ragionamento: se il progetto di Vimercate, nel senso alto del termine, parte dialogando solo con gli operatori economici, è chiaro che il risultato è cemento finalizzato alla vendita. Se si vuole sviluppare un'idea di città diversa, non si può non tenere conto, oltre ai grandi imprenditori: degli operatori del commercio, dei cittadini, delle spinte che arrivano da fuori, del lavoro, della vocazione per l'High-Tech che avevamo. Di tutta una serie soggetti vitali della città. Questo è uno dei punti focali.

Hanno imbastito un ingannevole referendum, in cui hanno votato poco più di 500 persone

Il ragionamento vale anche per l'altro piano, quello dell'Esselunga?
Noi siamo stati contrari al piano Esselunga. Perché è stata messa in scena ai cittadini una grande presa in giro. Questa contrarietà ha dato molto fastidio all'amministrazione. Il Pgt vigente, che pure hanno approvato loro, prevedeva in quell'area al massimo l'edificazione per 5 piani fuori terra. Evidentemente così il progetto non era vantaggioso. Hanno imbastito un ingannevole referendum, in cui hanno votato poco più di 500 persone. Hanno fatto scegliere tra un progetto con 4 torri e un altro con 5. Quando poi in consiglio hanno approvato la delibera, hanno scritto che si andava in deroga al Pgt, in quanto la cittadinanza aveva approvato le torri. Hanno approfittato del fatto che i cittadini in questa fase sono disattenti. Purtroppo c'è diffusa la cultura a non interessarsi approfonditamene dei problemi.

 

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La discussione - Giuseppe Pelizza Da Volpedo

 

Eppure, per sollecitare la partecipazione e l'interesse ci sono le consulte. Non funzionano?
In questo momento sono un meccanismo sterile. Sono dei sensori, dei punti di contatto con i cittadini. Ma non hanno efficacia pratica nel dare soluzione alle richieste e ai malumori. Nel nostro programma abbiamo inserito il progetto di bilancio partecipativo. Perché pensiamo che per sollecitare in modo efficace la partecipazione, bisogna dimostrare l'applicazione puntuale delle decisioni prese dai cittadini. Con questo progetto è possibile. Verrebbe destinata una percentuale del bilancio a progetti da inventare in un processo di partecipazione che diverrebbe virtuosa, come avviene già in alcuni comuni. Quando i cittadini vedono realizzati i progetti a cui tengono, aumenta la credibilità.

Passiamo al progetto PANE. Cosa ne pensa dell'unione dei parchi?
Ci sono, proprio in queste ore, polemiche contro il mio comportamento tenuto durante l'approvazione in consiglio che destina il 51% del territorio a parco.

Per quale motivo?
Perché mi sono astenuto. Va bene aumentare la tutela del territorio nell'ente parco. Perché un ente sovra locale da più potenza ai vincoli delle aree. Va bene lo strumento. Bisogna stare però attenti a come lo si usa. Secondo noi l'ente deve essere gestito nella totale indipendenza dagli appetiti politici. Io vedo che nei nostri comuni la politica è succube di una gestione del territorio che forse poteva funzionare trent'anni fa. Laddove si va a tutelare il territorio con un ente, di cui io non so dare con certezza nessuna qualifica positiva, ho una frazione di sospetto.

Secondo noi l'ente parco deve essere gestito nella totale indipendenza dagli appetiti politici

Non va bene il tipo di ente?
Non va bene quando si piega agli interessi politici. Per esempio tempo fa è stata tolta una piccola superficie di bosco nel perimetro vincolato della Cavallera, a nord di Oreno, sul confine con Arcore. Volevano costruire un'attività produttiva. In questo caso, per esempio, l'ente parco si è chinato agli interessi del partito. Successivamente il progetto è fallito e la stessa area è stata reinserita. Ma senza il bosco. Nel frattempo è stato tagliato. Questo peraltro nel contesto di una variante al Pgt, approvata con grandi proclami di riduzione delle volumetrie e parole roboanti sulla salvaguardia del verde. A me va bene la tutela e l'esistenza di un ente che la conserva. Ma quando questo è certo e non consente giochi di uscita ed entrata delle aree a vicolo. Ecco perché mi sono astenuto.

Cosa andrebbe fatto per rendere più indipendente l'ente parco?
Cambiare il meccanismo delle nomine. All'interno degli enti bisogna nominare persone indipendenti dai partiti.

Chi le dovrebbe nominare?
I sindaci.

Ma così resterebbe sempre una nomina di carattere politico.
Infatti. Bisogna cambiare i sindaci.

Quindi il problema non è solo dei meccanismi ma riguarda le persone?
Bisogna che si inseriscano persone che abbiano davvero a cuore gli interessi del territorio. Le persone sono fondamentali. Ma anche bisogna regolare gli strumenti di cui dispongono i parchi. Inserire ristrettezze alle possibilità di manovra.

Per il lavoro che proposte avete?
Vimercate ha una grande vocazione e grandi potenzialità. Dal mio punto di vista non si è fatto abbastanza per trattenere qui le competenze che c'erano. Il comune può continuare a sollecitare. A mettere a disposizione spazi. A realizzare occasioni di incontro tra imprenditori e giovani. Cercare di favorire in tutti i modo possibili l'istruzione di qualità. Secondo me dovremmo provare con maggiore convinzione il coinvolgimento delle università. Cercare di sviluppar un idea diversa di approccio al lavoro.

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Campagna verso Bellusco - Foto di Pino Timpani

 

Il comune dovrebbe avere un ruolo da incubatore?
Non sarebbe un ruolo naturale del comune. Però può essere un sollecitatore di incubazione. Di garante. Nel senso di garantire aiuto e sostegno a chi vuole provare a investire e fare impresa. Non lasciare i cittadini in balia del mercato senza un appoggio.

E per i giovani ?
Aprire gli spazi all'espressività giovanile. Abbiamo perso una grande occasione che si stava sviluppando: la città dei ragazzi. E' stato un laboratorio molto importante per i ragazzi. Dedicati ai giovani abbiamo gli spazi dell'area feste, che però sono un poco decentrati. Vorremmo dare la possibilità ai giovani di potere utilizzare il centro per loro iniziative. Nell'area dell'ex ospedale ci sarebbero spazi fruibili per questa funzione. Pensiamo di puntare ancora al ruolo della biblioteca, che è un centro di aggregazione formidabile. Poi vogliamo anche lavorare sugli impianti sportivi.

In particolare pensiamo che il Must abbia decisamente sbilanciato l'impiego di risorse

C'è una potenzialità da sviluppare?
Non solo c'è una potenzialità da alimentare, mancano le opere di manutenzione, manca un palazzetto. La piscina è ormai datata. Bisogna assolutamente cercare di recuperare risorse, che attualmente vengono assorbite su altri capitoli di spesa. In particolare pensiamo che il Must abbia decisamente sbilanciato l'impiego di risorse.

L'impegno del Must è eccessivo?
Sta fermando di fatto fatto il resto dello sviluppo. Si è mangiato la città dei ragazzi. Si è mangiato investimenti sulla cultura fatta in piazza. Assorbe quasi mezzo milione di euro, senza aumentare in modo significativo l'attrazione esterna verso Vimercate. La cultura non può vivere solo all'interno del museo. Pensiamo che vadano ricercate forma di collaborazione con i privati. Perché la sostenibilità economica non può ricadere solo sui cittadini.

Lo sport è una settore dove investire? Più della cultura?
Non solo, anche nelle strutture sportive. Facilitare la possibilità di fare sport all'aperto. Attrezzare i parchi comunali per migliorare la fruibilità sportiva. Creare percorsi nei parchi esterni con le strade di vicinato e le ciclabili.

Qui il sito ufficiale

Speciale Elezioni Vimercate 2016

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.