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Speciale elezioni di Vimercate: per il candidato della lista CivicaVimercate non serve costruire ulteriori case. Va ristrutturato il patrimonio edilizio esistente. Attrezzare la città per affrontate il problema dell'invecchiamento della popolazione. Occorre una razionalizzazione delle spese sostenute dal Must

 

Roberto Re, quale motivazione la porta alla candidatura a sindaco?
La decisione di rimanere fedeli ai nostri principi, di non essere iscritti a nessun partito. Nella precedente tornata abbiamo avuto un'esperienza negativa partecipando a una coalizione. Questa volta si è deciso in modo corale di correre da soli. Abbiamo raggiunto un numero di candidati sufficiente per poter candidarci degnamente. Visto che ho fatto per tanti anni il portavoce di civica Vimercate, hanno indicato me come candidato. Avrei preferito al mio posto un candidato più giovane, visto che ho 71 anni.

Lei è il più anziano candidato?
Forse c'è qualcun altro più anziano di me.

Ma come candidato sindaco?
In questo caso sono senza dubbio il più anziano, anagraficamente, ma non come mentalità. Comunque noi mettiamo la competenza al primo posto. E' il requisito principale. Riteniamo di avere nella lista una nutrita rappresentanza di vimercatesi competenti. Tutte persone dotate di conoscenze in diversi settori: dall'ambiente, al territorio, allo smaltimento dei rifiuti.

 

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Lista CivicaVimercate

 

Abbiamo maturato una visione del mondo che va ben aldilà della realtà locale o del campanile

Siete una lista locale presente solo a Vimercate?
Siamo una lista civica di Vimercate. Abbiamo quasi tutti lavorato con le multinazionali o avuto esperienze di vita prolungate all'estero, in Europa, negli Stati Uniti e in Canada. Abbiamo maturato una visione del mondo che va ben aldilà della realtà locale o del campanile.

Su quali principi si basano le vostre credenziali?
Al primo posto c'è Il valore della persona. Poi la solidarietà sociale: quasi tutti siamo impegnati nel volontariato. Qualcuno anche in più gruppi. C'è lo sviluppo sostenibile. Inteso nel concetto per, esempio, di progettare la città a misura d'uomo, in cui devono esserci servizi adeguati e non desolanti agglomerati dormitori. Sosteniamo fortemente la democrazia come attività della partecipazione attiva dei cittadini. Seguiamo una concezione etica dei comportamenti. E infine siamo decisi assertori della trasparenza amministrativa.

Cosa ne pensate delle consulte?
Abbiamo avuto esperienze non soddisfacenti.

Perché?
Non c'è un livello di partecipazione adeguata. Alcune consulte sono pilotate dai partiti. Per una lista apartitica è inconcepibile. Siamo convinti che per amministrare bene ci vuole la competenza adeguata. La capacità di pensare alla città in modo innovativo. Questo è difficile da attuare con la presenza delle logiche di partito. Perché richiamano altri interessi, a volte distanti e opposti a quelli dei cittadini. La trasparenza che abbiamo visto in azione fino ad ora è stata molto limitata.

Gli amministratori intendono la trasparenza in modo strano: fanno vedere solo quello che gli fa comodo

Per quale motivo?
Gli amministratori intendono la trasparenza in modo strano: fanno vedere solo quello che gli fa comodo. Nello scorso mandato abbiamo avuto diversi attriti con l'amministrazione in carica. Noi ci troviamo tutte le settimane per affrontare i problemi. Lo facciamo con una metodologia analitica, confrontandoci sulla base di dati reali. E' capitato che analizzando i dati dello smaltimento rifiuti abbiamo notato alcune anomalie di gettito tra quanto risultava incassato e quanto invece avrebbe dovuto essere incassato dal comune. Pensando a possibili elusioni o evasioni dell'imposta, avevamo chiesto un incontro all'assessore responsabile. Non ci ha mai ricevuto.

 

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Residency's work in progress - rust, past, and patterns - Betty Zola 2015

 

Eravate ancora alleati?
No. Siamo usciti prima, durante la vicenda della privatizzazione dell'asilo nido.

Non si era creata già in precedenza un'incompatibilità con la maggioranza?
L'incompatibilità è nata perché siamo stati messi in un angolo. Siamo serviti a far vincere le elezioni. Noi non abbiamo raggiunto il quorum per eleggere un consigliere perché il sindaco si era costituito una sua lista di appoggio. Alcuni che stavano con noi sono passati nella nuova lista e hanno contribuito a sottrarci parte del consenso. Siamo rimasti fuori per poco, quel tanto che è bastato per evitare il ballottaggio e far vincere il sindaco al primo turno.

 

Non avete avuto un riconoscimento?
Non lo pretendevamo. Abbiamo continuato a partecipatore in modo attivo alle riunioni di colazione. Pur da esterni al consiglio comunale. Sul tema dell'asilo, quando ci hanno fatto vedere i conti siamo trasecolati. Perché vi si leggeva chiaramente una mancata gestione amministrativa.

Abbiamo deciso di uscire dalla maggioranza nel 2012, un anno dopo le elezioni

C'è stato solo il caso dell'asilo come elemento di frizione?
No. Questo è stato il primo. Non ci sono piaciuti altri comportamenti. Abbiamo notato che nelle riunioni di coalizione veniva fornita più informazione che non alle commissioni consiliari, dove erano presenti le minoranze. Questa non è trasparenza. La commissione non può essere concepita come una arena dell'agone politico. Deve essere una riunione in cui c'è un confronto di idee e si può arrivare anche a una sintesi condivisa. Non deve per forza basarsi sulla divisione preconcetta in cui deve sempre e comunque vincere la maggioranza. Così, con un andamento pilotato, non serve a nulla riunire le commissioni. Poi abbiamo avuto disaccordi con i premi dati ai dipendenti. Insomma le contrarietà sono state diverse. Per questo abbiamo deciso di uscire dalla maggioranza nel 2012, un anno dopo le elezioni. Abbiamo poi continuato comunque a monitorare l'attuazione del programma.

Perché?
Siccome avevamo contribuito alla sua stesura, conteneva degli obbiettivi per noi importanti da raggiungere. Abbiamo tradotto il programma del sindaco in uno schema 120 obbiettivi, li abbiamo monitorati e abbiamo mandato all'amministrazione le nostre percezioni.

Questo lo avete fatto con regolarità?
Abbiamo tenuto una cadenza semestrale all'inizio. Più una relazione a metà mandato e ora ci apprestiamo a spedire quella finale.

Com'è andata?
Più del 40% degli obbiettivi non sono stati nemmeno affrontati. Con questi risultati abbiamo deciso di partecipare alle elezioni per conto nostro. A perseguire i nostri obbiettivi.

Quali sono?
I più importanti si basano sulla solidarietà sociale. Il problema dell'invecchiamento della popolazione. A Vimercate il 33% di persone è sopra i 60 anni e solo il 27% è sotto i trenta. Ci sono malattie, come la demenza senile o l'Alzheimer in aumento. Le strutture storiche per gli anziani non sono più adeguate. Bisogna cambiare.

Cosa proponete?
Una proposta riguarda il recupero dell'ex ospedale.

Volete anche voi crearci spazi per gli anziani? La stanno proponendo anche altri.
Perché è un problema sentito. Probabilmente questa proposta la faremo in tanti. Non abbiamo l'esclusiva delle idee. Se si ha a cuore la città, bisogna affrontare i problemi concreti.

La lista di Alessandro Cagliani propone di recuperare il monoblocco a uso di residenze per anziani. Voi cosa ne pensate?
Non proponiamo esattamente la stessa cosa. Noi pensiamo a un modello utilizzato negli Stati Uniti. Consiste in una struttura in centro con sezioni di tipo alberghiero dove gli anziani ancora autosufficienti possono risiedere in mini appartamenti e con sezioni specialistiche diversificate per anziani non autosufficienti e per affetti da demenze. Comunque su questo tema, più o meno tutte le opposizioni sono sulla stessa linea. E' solo l'amministrazione in carica che ha ben altri progetti.

 

 

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Roberto Re - Foto di Pino Timpani

 

Sulla variante appena approvata al Pgt come vi ponete?
Non siamo d'accordo.

Non ha senso costruire ulteriori appartamenti

Su cosa?
La variante va soltanto ad aumentare l'edificato residenziale. Quando a Vimercate c'è il 19% di appartamenti vuoti. La settimana scorsa abbiamo ospitato il professor Alberto Arenghi. Ci ha parlato tra l'altro della situazione di Brescia: nella città di 160.000 abitanti ogni residente ha disponibili una corrispondente quantità di 50mq in appartenenti vuoti. Le abitazioni servono se c'è una domanda. Non ha senso costruire ulteriori appartamenti. Addirittura ne sono previsti 600 nell'area dell'ex ospedale. Lo stesso sindaco, durante la presentazione del masteplan, ha ammesso che il progetto si potrà realizzare tra 10 o 15 anni. 600 appartamenti vuol dire, se contiamo solo 2 persone, 1200 nuovi abitanti. L'indice di natalità a Vimercate è il 7,9 per 1000. L'indice di mortalità è il 9,3 per 1000. L'anno scorso ci sono stati 55 morti in più delle persone nate. Come si fa a riempirli se la popolazione diminuisce? Dovrebbero arrivare da fuori.

Questo potrebbe essere possibile?
Lo trovo difficile. Dopo che a Vimercate hanno chiuso le grandi fabbriche. Non ci sono più l'Ibm, la Sgs, la Alcatel. Io sono venuto ad abitare qui molti anni fa da Milano. Perché, lavorando all'Ibm, mi sono avvicinato al lavoro. Era il 1978.

Quindi anche lei è un immigrato?
Sono nato a Milano. Ma qui siamo tanti immigrati. Se si va a vedere l'anagrafe dei componenti la lista, solo due candidati sono nati a Vimercate. E stata a lungo una città ricettiva. Ora non lo è più. Nello scorso mandato ci siamo opposti alla proposta di portare la superficie edificata al 50%. Noi volevamo il 40%. Alla fine si è stabilito il 45%. Al posto di nuove edificazioni va recuperato e ristrutturato il costruito esistente.

Deve essere il comune a gestire le urbanizzazioni



Quindi siete contrari anche al piano Esselunga?
Anche a un'altra cosa: alle opere a scomputo. Deve essere il comune a gestire le urbanizzazioni. Altrimenti finiscono per avvantaggiare solo gli operatori. Peraltro spesso talvolta non sono nemmeno realizzate.

Doverebbe realizzarle il comune?
No: il comune incassa gli oneri di urbanizzazione e poi le assegna a gara. Senza lasciarne la realizzazione agli operatori. Le possono realizzare, quando va bene, e la valorizzazione dei loro manufatti.

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Nella campagna verso Bellusco - Foto di Pino Timpani

 

Sul progetto PANE e le politiche dei parchi cosa pensate?
La presenza di Parchi su un territorio non può essere valutata positivamente o negativamente di per sé. La valutazione deve essere data sulla base del reale impatto sia sulla salvaguardia delle aree verdi e agricole sia sulla capacità di incidere sulla produzione di nuove azioni strategiche per un reale sviluppo sostenibile del territorio, che significa produzione di pratiche innovative, di valori rinnovati e condivisi, di coordinamento e integrazione con le politiche urbanistiche nella direzione della coerenza e del sostegno verso l’azzeramento del consumo di suolo. I Parchi devono essere considerati uno strumento per la costruzione di politiche territoriali integrate; nel caso specifico, l’azione intrapresa presenta sicuramente degli aspetti positivi perché dà la possibilità di raccogliere più soggetti in rete e di potenziare il lavoro che faticosamente ciascuno di loro ha portato avanti in questi anni.

Quindi ritenete posivivo il progetto?
Il giudizio su un progetto di parco però non può essere dato isolando l’iniziativa rispetto al contesto delle politiche territoriali condotte dalle stesse amministrazioni, tanto più quando la comunicazione emerge in scadenza di mandato. In realtà l’idea stessa di parco suona riduttiva e superata. Se riguarda azioni volte a tutelare e ricostruire un paesaggio confinato: il parco risulta così essere la riserva entro i cui confini si promuove una protezione della natura politicamente corretta, per farsi perdonare quel che si fa altrove.

Ai cittadini di Vimercate quel PII così come è stato concepito porta un gran danno, mentre il PANE dovrà dimostrare di avere un impatto concreto

Però il progetto non ha una valenza sovra locale?
La nostra capacità di analisi si ferma evidentemente al Comune di Vimercate: ci sembra di capire che i terreni compresi entro il perimetro del PANE fossero già terreni agricoli e si è già visto come i confini del Plis della Cavallera si siano dimostrati labili. E’ stato sì possibile inserire nel parco un lotto edificabile in sede di variante al Pgt, salvo poi fare dietrofront pochi mesi dopo. Il progetto PANE inoltre arriva opportunamente per Vimercate in periodo elettorale, quasi a compensare la colata di cemento del PII dell’area ex-ospedale-Consorzio Agrario-Cava Cantù. Ai cittadini di Vimercate quel PII così come è stato concepito porta un gran danno, mentre il PANE dovrà dimostrare di avere un impatto concreto. Quindi la valutazione andrebbe fatta sui singoli progetti previsti, sull’impostazione metodologica contenuta nelle relazioni specialistiche e sul piano di valutazione e monitoraggio degli impatti. Quando avremo la possibilità di visionare questi documenti saremo in grado, come è nostra abitudine, di analizzare dal punto di vista tecnico le proposte. La nostra idea è che la città ha bisogno di una politica vera sulle aree verdi per lo sviluppo di una nuova agricoltura in armonia con un paesaggio agrario vivo e operante, ma soprattutto parte integrante di un’unica idea di territorio.

E per i giovani?
Bisogna trovare il modo di coinvolgerli. Partendo dal diversificare le attività sportive e culturali a favore dei giovani. A Vimercate ci sono più squadre di calcio, una di pallacanestro e una di pallavolo. Ma gli sport minori non trovano spazio. I campi sportivi sono solo adibiti al calcio. Sarebbe utile avere anche una pista per l'atletica.

Lo sport è uno settore importante per i giovani?
Molto importante. Ha una funzione educativa perché imparano le regole. Insegna a stare in un gruppo e quindi è fattore aggregativo.

E invece la cultura?
Noi abbiamo come idea di base il concetto che la cultura può avere un ritorno economico. Non solo assorbire risorse. La valorizzazione di alcune attività possono essere un indotto economico per la città. Invece attualmente vengono spese molte risorse per mantenete il Must.

Il Must c'è ed è bello. Così come funziona ora è troppo costoso

Non va bene?
Il Must c'è ed è bello. Così come funziona ora è troppo costoso. La città non si può permettere una spesa così elevata.

Quindi siete orientati a ridurre i finanziamenti?
No. Pensiamo che sia più corretto trovare altre e nuove attività che possano produrre flussi di reddito. Ridurre il finanziamento vorrebbe dire chiuderlo. Sarebbe un peccato. Bisogna procedere a una razionalizzazione della spesa e anche per conseguenza l'allocazione delle risorse. Una buona allocazione delle risorse, può portare un risparmio delle spese.

 

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Fotoritratto - Agostino Bonalumi

 

Per il lavoro cosa proponete?
E' difficile che la politica crei lavoro. Può creare le condizioni per favorire la possibilità che qualcuno venga a insediarsi qui a Vimercate.

Una forma di sostegno alle attività esistenti andrebbe fatta con una detassazione

C'è il caso di l'Energy Park.
Qui pero un imprenditore ha costruito un complesso grazioso. In virtù di questo alcune aziende si sono trasferite con il loro personale. Si sono solo sposate da una location a un'altra. Non hanno portato nuovi posti di lavoro. Una forma di sostegno alle attività esistenti andrebbe fatta con una detassazione. E' quello che si chiama marketing territoriale.

Che aspettative avete in queste elezioni?
Manteniamo ferme le nostre identità. Siamo coscienti del nostro peso politico. Speriamo che le nostre idee trovino il consenso che meritano. Quantomeno di ottenere una rappresentanza degna. In ogni caso continueremo ad andare avanti e fare quello che abbiamo fatto negli ultimi 5 anni. Portare i temi all'attenzione. Proporre idee e soluzioni praticabili.

Siete disponibili ad allearvi?
Siamo una lista civica finalizzata al soddisfacimento dei bisogni della città. Se ci arrivano proposte sensate, non ci interessa la provenienza di destra o di sinistra. Non abbiamo posizionamenti in cui doversi rinchiudere.


Qui il sito della lista

 Speciale Elezioni Vimercate 2016

 

 

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.