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Il presidente dell'Area Vasta di Monza e Brianza ci parla dello stato attuale dell'ente, diventato di fatto uno strumento di servizio intermedio per i comuni. Ma non dispone di risorse sufficienti per soddisfare i bisogni primari e assolvere adeguatamente al compito di gestire strade, trasporti e scuole

 

Avevamo intervistato qui Gigi Ponti due anni fa, subito dopo la sua elezione e l'insediamento a Presidente del nuovo ente di Area Vasta in sostituzione della provincia di Monza e Brianza. Avevamo cercato di capire come si sarebbero evoluti quei propositi amministrativi, sui quali in molti qui in Brianza avevano puntato. Non solo Gigi Ponti, ma si può dire l'intera comunità dirigente di Monza e Brianza, aveva scommesso sulle opportunità che l'istituzione di una provincia autonoma da Milano avrebbe offerto. Com'è noto nel 2013 il governo Monti si è deciso ad eliminare gli enti provinciali, nella convinzione di tagliare e risparmiare risorse finanziarie ad esse destinate.

Il tema è stato abbondantemente cavalcato ed enfatizzato come misura per ridurre i costi della politica: è un tema assai di moda nell'antipolitica diffusa in Italia, con grande cassa di risonanza nel sistema mediatico. Alla fine sono state tagliate le funzioni politiche delle province, che peraltro consistevano nel risparmio di una somma stimata intorno al 2% del bilancio complessivo, avendo disposto l'elezione a secondo livello di amministratori locali, senza il riconoscimento di altra indennità monetaria. Il modello è simile per dinamiche funzionali a quanto è stato previsto dalla riforma Boschi del nuovo Senato.

Per contro negli ultimi due anni si è generato un caos senza precedenti in merito alle attribuzioni dei compiti amministrativi: eliminando le province, le funzioni di sua competenza avrebbero dovuto essere ripartite tra la regione e i comuni. Ma alcune di queste sono di difficile attribuzione: l'amministrazione regionale è troppo distante per assolvere determinati compiti territoriali e i comuni sono a loro volta troppo dimensionati per funzioni sovra locali, quali ad esempio i trasporti e le scuole. Allora il governo ha stabilito un passaggio transitorio con un nuovo ente denominato Area Vasta.

Si tratta di un ente di cui la cittadinanza ha scarsa informazione e che subisce tagli drastici di finanziamenti da parte dello stato. Se i cittadini conoscono poco questi enti, ne vedono però gli effetti dei loro progressivi malfunzionamenti: nelle gestioni delle strade provinciali, nei trasporti sovra locali e nelle manutenzioni e gestione delle scuole superiori. Abbiamo parlato di questi argomenti con Gigi Ponti, incontrandolo nel suo ufficio dell'ex provincia a Monza in un giorno da lui dedicato all'amministrazione dell'Area Vasta. E' infatti sindaco di Cesano Maderno e deve ripartire il suo tempo tra un ente e l'altro, da una città all'altra, come vedremo, tentando di risolvere i seri problemi di gestione amministrativa dei bilanci e delle scarse risorse a disposizione.

 

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La Brianza vista da Montevecchia

 

Gigi Ponti, a che punto è il processo di trasformazione della provincia in Area Vasta?
Siamo ancora a livello di cantierizzazione, anche se tutti gli obblighi che riguardavano il tema della riorganizzazione del personale sono stati in qualche modo assolti. In generale, come ex province, i problemi più importanti che abbiamo sono concentrati nel bilancio. Facciamo una fatica enorme a gestire il bilancio del 2016, perché alle province sono state sottratte dallo Stato risorse alla fonte. Questo ci sta mettendo in gravi difficoltà: persino ci è difficile soddisfare bisogni primari, come la gestione delle scuole o la manutenzione delle strade. Siamo di conseguenza in una fase di passaggio molto delicata nella gestione amministrativa ordinaria e stiamo aspettando lo svolgimento del referendum fissato il 4 dicembre: il suo esito contribuirà a chiarire quale sarà l'evoluzione della provincia in Area Vasta. Ci sono ancora molte incognite. Il passaggio finora compiuto è stato di fatto realizzato con una serie di imposizioni calate dall'alto, senza un ragionamento preciso e ancor meno un coinvolgimento partecipato, che avrebbe meglio consentito di perfezionare la creazione di un soggetto intermedio, un soggetto in grado di tenere una relazione efficace nel territorio tra i comuni e le regioni.

Siamo di fatto non più un ente di secondo livello, ma piuttosto uno strumento di servizio intermedio per i comuni

Come ente di secondo livello?
Siamo di fatto non più un ente di secondo livello, ma piuttosto uno strumento di servizio intermedio per i comuni. Tant'è che chi lo interpreta oggi sono i sindaci. Funziona bene il rapporto particolarmente intenso e positivo con i comuni: sia nella gestione della funzionalità delle gare di appalto, sia in altre funzioni e attività di servizi, come il marketing territoriale o le progettualità di sistema. Siamo riusciti a realizzare l'evoluzione in cui noi stessi, come soggetti amministrativi dei comuni, credevamo. La provincia è divenuta la casa dei comuni.

E' l'assemblea dei sindaci?
Esattamente.

Ci si chiede quale destino ha la provincia di Monza e Brianza. Scomparirà del tutto? Sarà assorbita dall'Area Metropolitana di Milano? Oppure si unirà a Como o a Lecco?
E' ancora da stabilire. Rispetto agli orientamenti che sono stati indicati dal governo nazionale non è attualmente fattibile una nostra ricomposizione con la Città Metropolitana. C'è un percorso organizzato dalla Regione Lombardia, che tuttavia è fermo a metà del guado. Prevede di accorpare alcune ex province negli enti di Area Vasta, in funzione di omogeneità e specificità territoriale. Il nostro progetto potrebbe consistere nel riproporre un'alleanza con la provincia di Lecco. Proprio perché esistono tra noi omogeneità che riguardano il tessuto economico, ma anche l'impostazione infrastrutturale e altre attività amministrative: gli uffici e i consorzi che già abbiamo in condivisione.

 


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Alessandro Manzoni - ritratto di Francesco Hayez, 1841

 

L'ipotesi del progetto di accorpare Monza e Lecco è più consistente?
Quando si genereranno le condizioni per una progettualità di sistema, sembrerebbe essere la soluzione più adeguata.

A Monza e Brianza è attiva la procedura della variante del Ptcp (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Ne avevamo parlato qui in un'intervista al consigliere delegato Domenico Guerriero. A che punto è?
Ha terminato il suo percorso nelle procedure informative con i soggetti del territorio. Dovrà arrivare in consiglio provinciale.

Ci sono ulteriori modifiche?
Su alcuni dettagli. Sono state fatte verifiche puntuali, nella eventualità di potere accogliere richieste provenienti dal territorio e dai comuni e compatibili con gli intendimenti della provincia. Le linee di fondo sono rimaste invariate.

La Pedemontana è una grande incognita. Innanzi tutto per il suo piano economico-finanziario

C'è poi la questione Pedemontana. Anche qui, com'è la situazione?
La Pedemontana è una grande incognita. Innanzi tutto per il suo piano economico-finanziario. La settimana scorsa è venuto a incontrarci Antonio Di Pietro e abbiamo constatato che la situazione è esattamente quella descritta tempo fa dai comuni: non c'è un piano finanziario. Questo genera una situazione d'incertezza che deve essere risolta.

 

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Sindaci della Brianza e Gigi Ponti Brianza incontrano a Roma il Ministro Delrio

 

Però Di Pietro, che è stato incaricato a presiedere la società direttamente dal presidente Maroni, ha dichiarato alla stampa che la Pedemontana si farà tutta.
Continuare ad affermare che l'autostrada si farà e si farà tutta è un errore. Perché non ci sono le risorse per realizzarla. Noi avevamo chiesto di conoscere quali sono i tempi e le modalità di attuazione, ma è del tutto evidente che, oltre alla possibile disponibilità del governo per un impiego di risorse legate alla defiscalizzazione, Regione Lombardia dovrebbe trovare altre risorse per coprire la differenza. Siamo in una fase di puro studio, con incognite che necessariamente devono essere risolte in parte dalla regione e in parte dal governo. Questo è il motivo per cui abbiamo richiesto un altro incontro al Ministro Delrio. Allo stato attuale l'unico dato certo è il tema della caratterizzazione per i possibili effetti della diossina, in caso di movimentazione e sbiancamenti nei terreni investiti dal disastro ambientale provocato dall'Icmesa di Meda. (ne avevamo parlato qui nell'intervista al geologo Gianni Del Pero ndr). Dovrebbe esserci a breve una Conferenza dei Servizi di tutti i soggetti responsabili, per una valutazione generale dei problemi e delle soluzioni da adottare.

Intanto il progetto Pedemontana mantiene bloccati sine die i Pgt (Piani di Governo del Territorio dei comuni). E' un motivo d'incertezza della pianificazione territoriale. Avete chiesto a Di Pietro come affrontare questo problema?
Si. Ci ha risposto che occorre capire quali saranno le disponibilità effettive per la realizzazione dell'opera. Allo stato attuale è palese: non non si può immaginare uno sviluppo coerente con la pianificazione programmata in precedenza. Abbiamo la necessità di uscire da questa fase di transizione, perché si trascina una serie di problematicità aggiuntive, tutte a carico dei comuni. Laddove interviene il tracciato di Pedemontana, nei Pgt vengono precluse possibili destinazioni d'uso di notevoli porzioni di territorio comunale. Tutto questo senza avere nessuna ragionevole certezza se l'autostrada si farà e con essa si faranno le opere connesse, comprese le mitigazioni e le compensazioni ambientali.

Nella stampa locale è stato riportato che alcuni comuni dovrebbero anticipare il finanziamento di alcune opere. Pedemontana non sarebbe in grado di garantire nemmeno queste?
In realtà si tratta di una vecchia bozza di convenzione che alcuni comuni, Barlassina in particolare, hanno avanzato a Pedemontana, trovandosi nell'urgenza di realizzare opere connesse all'autostrada. Essendo queste opere già concordate, hanno chiesto di poterle anticipare, perché non possono esimersi dall'intervenire e d'altro canto non possono avere certezze rispetto alle risorse disponibili al momento. Nella convenzione proposta, i comuni potrebbero essere rimborsati nell'arco di cinque anni.

Trasporti: la regione, dopo le nostre insistenze, ha messo a disposizione risorse aggiuntive, mancherebbe un milione di euro, ma ci sono tutt'ora contatti per vedere come chiudere il 2016

I trasporti pubblici sono un altro settore gravato da incognite. Al momento siete in grado di garantire in pieno i servizi?
La regione, dopo le nostre insistenze, ha messo a disposizione risorse aggiuntive. Per quanto riguarda il nostro bacino, che peraltro è enorme e va da Pavia fino a Monza, passando da Lodi e da Milano, mancherebbe un milione di euro, rispetto ai quattro milioni e seicentomila che servirebbero. Abbiamo così a disposizione tre quarti delle risorse complessive necessarie e ci sono tutt'ora contatti per vedere come chiudere il 2016. Altre problematiche sono in carico alle agenzie che dovranno interpretare la gestione e le nuove gare e quindi la nuova programmazione.

Riuscirete a conservare il servizio?
In questo momento sembrerebbe di si. Però, prima di poterlo confermare ,dovremo aspettare una quindicina di giorni. Spero vivamente che si riesca, altrimenti rischiamo di lasciare a piedi degli studenti. Tuttavia, avendo fatto dei passi in avanti abbastanza importanti, confidiamo in una chiusura positiva.

La tranvia Milano-Seregno si realizzerà?
E' stato attivato il cantiere per le interferenze, in seguito vedremo come proseguire.

E' incerta anche quest'opera?
E' un progetto che avrà uno suo sviluppo. Anche se soffre, come tutte le opere infrastrutturali, di molte problematiche. Tra le tante situazioni in difficoltà, questa è un'opera che ha la possibilità di essere realizzata.

 

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Onnicomprensivo di Vimercate - foto area - Pro Loco di Vimercate

 

In questo momento abbiamo aperto il bilancio del 2016 e non abbiamo la certezza di portelo chiudere

Altro settore dolente riguarda le scuole. Ci sono in sospeso la realizzazione diversi progetti, tra cui la costruzione di due scuole superiori: una a Brugherio e l'altra ad Arcore. Quando si faranno?
I problemi non sono dovuti alle scuole, sono legati al bilancio, alle modalità con cui si devono gestire i bilanci delle province. In questo momento abbiamo aperto il bilancio del 2016 e non abbiamo la certezza di portelo chiudere. Peraltro i bilanci delle province sono stati normati come bilanci annuali. Non hanno più una veste pluriennale. Brugherio si trovava nella situazione di potere coprire solo in minima parte il mutuo stabilito. Non essendoci le risorse necessarie, l'edificazione della scuola è rimasta ferma. Faremo una programmazione in futuro, in attesa che le province tornino ad avere un bilancio.

E ad Arcore?
Siamo in una situazione molto simile. Non c'è nessuno dei 55 comuni della Brianza, ma nemmeno di altre province, che potrebbe essere beneficiario di una somma sufficiente per la costruzione di un nuovo plesso scolastico. Faremo un riprogrammazione e cercheremo di risolvere quanto ci è possibile. Se potessimo costruire nuove scuole, lo faremmo volentieri: è un'attività che trova il favore pieno e la soddisfazione degli amministratori. Ci siamo incontrato più volte con gli amministratori di Arcore e abbiamo analizzato i problemi. La scuola di Arcore resta comunque un progetto aperto, anche se abbiamo deciso di dirottare quelle poche risorse disponibili per la ristrutturazione dell'Onnicomprensivo di Vimercate. Lì ci sono 5000 studenti. Se in questa fase abbiamo risorse che, ripeto, sono marginali rispetto a quanto ne occorrerebbero per la costruzione di un nuovo plesso, è più logico destinarle alla manutenzione di quelli già attivi.

 

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Visita guidata in Villa Gallarati Scotti di Oreno - Ville Aperte in Brianza

 

A proposito di marketing territoriale di cui parlava all'inizio: ai nostri lettori avevamo anticipato una domanda da porre sul tema di Ville Aperte. Qui, qui e qui avevamo trattato dell'argomento con interviste e reportage. Non sarebbe opportuno ripetere l'evento anche in altre occasioni durante il corso dell'anno, dandogli un configurazione permanente e meno estemporanea?
La struttura è molto complessa. Ovviamente tra gli obbiettivi da raggiungere c'è anche questo. Ci stiamo lavorando. Ma ci vorrà ancora tempo e una notevole implementazione organizzativa per arrivarci e potere garantire un livello così alto di offerta e per un periodo più lungo. Siamo comunque già andati oltre il week-end dedicato inizialmente e ora l'iniziativa si estende nell'arco di tre settimane. Faremo quanto è possibile per consolidare la rete. L'iniziativa ha avuto un ottimo successo e ogni anno ottiene risalutati sempre più incoraggianti.

 


Servizi sul tema Pedemontana e Tem pubblicati dalla rivista Vorrei:

Gianni Del Pero: la Pedemontana prova a venire avanti a tutti i costi - 07.05.2014 

 


Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.