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Viaggio all’interno della Cascina Frutteto, per scoprire storia, dati e futuro di un istituto molto particolare.

“Noi non facciamo istruzione, facciamo formazione”, ci tiene a precisare Antonella Pacilli, direttrice della Scuola Agraria del Parco di Monza, sottolineando subito una sostanziale differenza tra questo istituto e le altre scuole della città. La Scuola Agraria non è infatti una scuola media superiore, bensì un istituto professionale la cui utenza è composta esclusivamente da persone maggiorenni. Gli iscritti ai corsi della scuola hanno un’età compresa tra i diciotto e i cinquant’anni e provengono da tutta Italia. “La nostra scuola funziona, è conosciuta in tutta la penisola – ci spiega la direttrice – sia per la sua unicità, sia per la sua lunga storia”.

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La scuola nasce a Milano, nel 1902, come scuola agraria femminile, per formare le future imprenditrici agricole della Lombardia. Solo nel 1956 la sede viene trasferita all’interno del Parco di Monza, nei locali della Cascina Frutteto, dove tuttora si trova.

Nei decenni la scuola si è evoluta, è cambiata, diventando un istituto specializzato nella manutenzione di giardini, nelle composizioni floreali, nell’arboricoltura, nella progettazione di aree verdi.

I corsi di specializzazione durano da una a tre settimane, eccezion fatta per quello per giardinieri specializzati, che ha durata annuale. In un anno il totale delle persone che frequentano ammonta a circa 2400. “Il settore non sta conoscendo crisi – ci racconta sempre la dottoressa Pacilli – la sensibilizzazione per il verde è in crescita. La nostra offerta è allargata non solo alle persone che vogliono fare della passione per il verde un lavoro, ma anche a coloro che vogliono imparare a curare le proprie piante, i propri orti. In questo settore – continua la direttrice – la concorrenza è spietata, moltissimi credono di sapere come gestire uno spazio verde, o cooperative di immigrati che dicono di offrire lo stesso servizio a prezzo inferiore. Ma non è così: l’inesperienza e l’incompetenza spesso possono generare dei danni irreparabili e, proprio per evitare queste situazioni, la gente vuole imparare a conoscere da vicino il verde”. Il successo ottenuto dai corsi hobbistici organizzati al sabato mattina è una spia di questo fenomeno: sempre più persone sono attirate dai corsi di cura per piante da appartamento, di composizione floreale, di cucina vegetariana, di fotografia.

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Successo per la Scuola Agraria del Parco di Monza anche per quanto riguarda le collaborazioni con il “mondo esterno”. La scuola ha partecipato a incontri organizzati dal Comune di Monza, ad iniziative per persone diversamente abili, a settimane verdi in regioni come Campania e Sardegna, corsi per anziani per la cura degli orti e dispone inoltre di uno sportello per il mondo del lavoro che favorisce l’incontro domanda-offerta. Anche in questo caso i numeri sono confortanti: più del 30% di coloro che hanno frequentato la scuola si mette in proprio, e la percentuale delle persone che trovano lavoro dopo i corsi è davvero alta. “Le radici di questo successo sono da ricercare nel fatto che siamo l’unica scuola in Italia, insieme ad un istituto di Minoprio, che offre corsi di questo tipo – ci spiega la direttrice – così attenti all’arboricoltura, alle composizioni e ai giardini. Inoltre la nostra scuola è certamente unica anche come posizione: un scuola di campagna, un pezzo di storia antica nel cuore della città”.

Certo non è tutto rose e fiori, per rimanere in tema, neanche per un istituto di successo. La scuola è accreditata dalla Regione Lombardia, che però fornisce fondi solo per i corsi, per far sì che rimangano gratuiti; ciò significa che ogni altra spesa è a carico della scuola. “Il problema più serio – continua la direttrice – è l’affitto. È al di sopra delle nostre possibilità, e quindi ogni anno ci troviamo costretti a penalizzare qualche altro aspetto”.

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Insomma il fatto che la tipologia di problemi, o meglio, il problema sia sempre lo stesso anche se si parla di scuole completamente diverse tra loro mostra chiaramente lo stato di salute delle scuole del nostro Paese ed in particolare dell’area della Brianza: istituti di valore, pronti a formare un personale qualificato e richiesto, ma sempre più costretti ad operare dei tagli per rimanere in vita.

E non sempre potare è sinonimo di rinforzare.

» Il sito della scuola.