20110323-Guerrazzi

Il testo integrale delle domande formulate dai Comitati di cittadini al Sindaco e all’Assessore nella serata sul PGT - venerdì 11 marzo al Binario 7.

Dopo i due interventi dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste che hanno aperto e chiuso l'incontro con il sindaco Mariani e l'assessore Clerici dell'11 marzo 2011 sulla variante al PGT, pubblichiamo gli interventi dei comitati di quartiere

COMITATO DI VIA BLANDORIA (Marina Motta)

1_Blandoria 

La situazione di via Blandoria può costituire per molti aspetti un’esemplificazione di ciò che può succedere anche in altre aree di Monza. Il Piano di Lottizzazione che ci riguarda, licenziato dal Consiglio Comunale il 31 gennaio scorso, interessa l’ultima area verde, a ridosso della ferrovia, annessa a un’antica cascina del ‘700, area collocata in una zona periferica della nostra città, che, fino agli anni ’50 - ’60, era ancora piuttosto verde e che ha visto negli anni ’70 -’80 l’avvio di una edificazione limitata.

Negli anni dal ’90 al 2000, aumentano le edificazioni, alcune sicuramente “selvagge”, si vedano come esempio i tre palazzi di 7/8 piani di via Lecco 164; i servizi non aumentano, anzi, sono quasi inesistenti, ma una cosa appare sempre più chiara: la via Lecco è ogni giorno più caotica. Il 2007 è l’anno del Piano Regolatore Viganò - Faglia che prevede nella zona un’edificazione pari a 20000 m cubi, proprio nell’unica area verde rimasta. A seguire, con il cambio di amministrazione, viene accolto il raddoppio della volumetria, richiesto dai costruttori, portandolo a 36000 metri cubi.

Nel 2011, viene approvato definitivamente un piano di edificazione pari a circa 29000 metri cubi nel quale viene sancita una promessa di forte miglioramento della viabilità, promessa legata alle disponibilità di bilancio 2011 e che verificheremo subito, a marzo. I servizi promessi si riferiscono fondamentalmente a un asilo nido (proprio necessario?) e a un giardino ad uso solo dei nuovi condomini. Gli ultimi alberi saranno abbattuti.

Vorremmo sottolineare che prima dell’approvazione di questo P.L. ci siamo costituiti in Comitato e abbiamo rivolto a tutti gli esponenti politici cittadini domande, osservazioni, abbiamo formulato perplessità ma anche proposte, che in parte sono state accolte, ma da tutti, sia esponenti della maggioranza che della minoranza, ci siamo sentiti dire di non essere convinti della bontà di questo piano ma che…”ormai le cose son fatte, si può fare solo così…”.

Sig. Sindaco, tra la via Blandoria degli anni ‘50/’60 e quella che vedremo definitivamente stravolta con il nuovo piano di edificazione, Lei non crede che avrebbe potuto esserci una via di mezzo più vivibile, più verde, più condivisa e soddisfacente per tutti…non solo per i costruttori? Non crede inoltre che proprio il momento della discussione della Variante debba essere l’occasione in cui si riparano gli errori, si limitano gli enormi danni provocati dall’affrettata approvazione del PGT nel dicembre 2007 e ci si attivi per non provocarne altri?

 

COMITATO DEL QUARTIERE CASIGNOLO (Cristina Zanchi)

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ll Comitato Casignolo vorrebbe questa sera sottoporre all’attenzione del  Sindaco Mariani e dell’Assessore Clerici alcune questioni calde che riguardano lo sviluppo futuro del quartiere. Prendiamo spunto da quanto si legge nel numero 5 di Novembre 2010 dell’informatore comunale. L’idea di un “polo tecnologico” che dovrebbe sorgere nell’area agricola a sud ovest della città tra via Borgazzi, viale Campania e il Comune di Cinisello è certo una prospettiva allettante per tutti.

Vorremmo soffermarci, però, a fare alcune considerazioni su quello che ci è dato sapere di quanto sorgerà in quest’area: 1) un “parco tecnologico” con nuove strutture destinate ad attività di ricerca sanitaria, medica e farmaceutica. Chiediamo: Monza non dispone già di altre strutture che potrebbero ugualmente ospitare questo tipo di attività, assolutamente riguardevoli, senza andare a toccare un’area agricola tanto preziosa per la città? 2) un centro per l’Educazione ambientale. Chiediamo: che tipo di educazione ambientale vogliamo trasmettere ai nostri figli, se con questa variante al PGT li condanniamo vivere una città sempre più grigia, sempre più inquinata, sempre più trafficata, sempre più congestionata? 3) 500 nuovi alloggi. Ci chiediamo: perchè invece di investire in nuove costruzioni il Comune, non s’impegna a finire le opere nei cantieri già aperti e a riempire tutte quelle case e appartamenti vuoti presenti in città? Vorremmo per esempio ricordare che a Casignolo, in particolare in Via Asiago 8, c’è un cantiere aperto da ben 4 anni, che nessuno ha interesse ad ultimare (né il Comune né l’impresa edile) in quanto il mercato immobiliare oggi è fermo; 4) Ci conforta, da ultimo, sapere che nel polo tecnologico verrà creato un asilo.

Ma ci chiediamo: in che modo i nostri figli, una volta cresciuti potranno raggiungere le scuole elementari e medie più vicine, quando l’unica opzione esistente (quella di aprire il tunnel di collegamento di Casignolo con San Rocco e Sant’Alessandro parallelo alla tangenziale nord), a quanto pare oggi è sfumata? Ci chiediamo, dunque, se abbia davvero un senso trasformare quest’area agricola in un ennesimo polo direzionale (o tecnologico che dir si voglia), quando ci sono numerosi esempi di centri direzionali che si svuotano (si veda l’esempio di Milano) e di altri che vengono avviati e mai completati (si vedano per esempio quelli a Desio o a Villasanta).

 

COMITATO DI VIA GUERRAZZI - CAPPUCCINI (Angelo Ammoni).

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Mi chiamo Angelo Ammoni e faccio parte del Comitato dei residenti nelle vie Guerrazzi, Silva, dei Cappuccini. Premesso che i casi presentati dai Comitati avvicendatisi prima di me, sono sicuramente più importanti. Ma il nostro è un caso emblematico. In una zona già fortemente urbanizzata e costruita con insediamenti residenziali di vario tipo, si vuole costruire un edificio di 20 metri di altezza. Nell’immagine che viene ora proiettata è ben visibile l’area interessata. Si tratta di circa 3.000 mq, che nel PGT approvato nel 2007 erano destinati a verde, pur all’interno di un vasto ambito di trasformazione.

Si tratta, per capirci, della zona posta a nord dell’ex stabilimento della Philips di viale Campania, nel quartiere San Giuseppe, in fondo a via dei Cappuccini. Ma ecco che ora, come per miracolo, questo prezioso spazio verde piantumato, nella variante presentata, ora in discussione in Consiglio Comunale, viene stralciato da quell’ambito e trasformato in zona edificabile (TUC (Tessuto Urbano Consolidato) residenziale esistente, classe IV), a semplice permesso di costruire. Per cui la nostra domanda è questa.

Sig. Sindaco, considerato che il quartiere è già abbondantemente edificato e che nel Comune di Monza esistono alcune migliaia di abitazioni non occupate (come si evince dalla miriade di cartelli, vendesi o affittasi, sparsi in ogni dove) le sembra logico trasformare in zona edificabile anche uno spazio limitato come questo? Non sarebbe opportuno mantenerlo tale, visto che è rimasto così da sempre e che la zona è già pesantemente edificata? Questo discorso vale qui, come esempio specifico, ma anche per molti altri casi in Città. Ripensateci!

 

COMITATO DI VIA MAGENTA (Vittorio Viganò)

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Sig. Sindaco, rappresento il comitato di via magenta, un gruppo di cittadini uniti spontaneamente una volta appreso lo scempio che l’osservazione presentata da privati, e concessa dalla sua giunta, aveva previsto nell'ex area degli artigianelli. Area nella quale, fino all’agosto scorso, vi erano un campo da calcio, degli alberi secolari ad alto fusto, un asilo e dove invece la sua giunta ha dato il permesso di costruire 4 palazzi di 6 piani per un totale di 140 appartamenti. Questo in una zona senza verde, senza centri di aggregazione e già congestionata dal traffico. Le dimensioni e l’estetica di quanto sorgeranno al posto del polmone verde è quanto di più lontano da ciò che ogni cittadino si aspetta di vivere e di vedere nella propria città.

La domanda che le poniamo è come la sua giunta possa: autorizzare queste nuove costruzioni; considerare queste costruzioni necessarie; allontanarsi dallo spirito di vicinanza agli abitanti; mettere in secondo piano uno sviluppo moderno degli spazi in un’ottica di programmazione che, ai nostri occhi, è più vicina al disordine edilizio degli anni 50 che ad una città proiettata al futuro. Non crede che Monza e i suoi cittadini meritino qualcosa di meglio e che la sua amministrazione dovrebbe badare di più a chi la vive?

Si ravveda sig. Sindaco, siamo ancora in tempo. Si ravveda e non faccia gravare sulla città un debito col territorio che mai recupereremo. Nello specifico il nostro comitato le chiede di ridimensionare il progetto di via magenta e quindi di: 1) allontanare il nuovo palazzo da quelli esistenti; 2) ridurre i metri cubi concessi in costruzione; 3) ripiantare nuovi alberi ad alto fusto. Sig. Sindaco cosa farà?

 

COMITATO DI VIA MONTE BIANCO (Girolamo Sorrenti)

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Egregio signor Sindaco, la petizione redatta dal nostro Comitato spontaneo, inviataLe nello scorso mese di Ottobre e sottoscritta da oltre 700 cittadini, non ha ottenuto risposta dalla Sua amministrazione: questa sera ci riproviamo, speriamo con miglior fortuna! Nel quartiere di Triante, certamente non ricco di zone agricole in quanto già fortemente urbanizzato negli scorsi anni, sono rimaste poche aree verdi, che nella proposta di variante sono destinate a “tessuto urbano di completamento”, cioè dovrebbe sparire a favore di nuovi insediamenti edilizi, dopo essere state classificate come aree incolte (ma non lo sono!). Due di questi appezzamenti si trovano appunto in via Monte Bianco, all’incirca all’altezza dell’intersezione di questa via col canale Villoresi. Qui si dà la possibilità di costruire nuove case, anche a ridosso della sede stradale che è priva di marciapiede, riducendo il verde residuo (scarso), quasi ad una pertinenza dell’insediamento abitativo.

Noi proponiamo invece la preservazione dell’area verde prospiciente la sede stradale, il suo congiungimento con l’attuale striscia di terreno antistante la sede della “Pagnoni impianti” e la contemporanea realizzazione di una pista ciclabile che colleghi tutti gli insediamenti scolastici presenti in zona (asilo nido, scuola materna ed elementare, sino alle scuole superiori Frisi, Hensemberger e Mosè Bianchi), anche in prospettiva della promessa riprogettazione della pista ciclabile cancellata nel 2007. Riteniamo che l’amministrazione possa anzi debba accogliere le istanze dei suoi concittadini che chiedono una maggior tutela del verde e delle strutture di “mobilità sostenibile” come le piste ciclabili – a partire dalla nostra, ovviamente – ma chiediamo con l’occasione di conoscere se esistono e quali sono le scelte che l’amministrazione ha introdotto in tal senso nel Documento di piano.

 

COMITATO DI VIA BOITO - MONTEVERDI (Giacomo Correale)

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Qualche tempo fa ho avuto occasione di intervistare alcuni A.D. di grandi multinazionali high-tech della Brianza. La domanda era: Monza e la Brianza sono attrattive? Cosa si dovrebbe fare  perché le imprese innovative siano indotte a restare o a insediarsi nel nostro territorio? Su tre aspetti ho verificato una grande convergenza: trasporti pubblici su ferro, per andare rapidamente a Milano e agli aeroporti. Liberare le strade dalle auto. Creare un ambiente dove sia bello  vivere e lavorare. Altrimenti? Altrimenti ci sono tante altre aree nel mondo che offrono questi vantaggi. Uno mi ha detto, portandomi alla finestra del suo ufficio: vede tutte queste auto posteggiate? A Grenoble, dove abbiamo un altro insediamento, ci sono tante, tante biciclette.

Progetti di cementificazione dello spazio verde all’angolo di Via Boito e Via Monteverdi (Ambito 55a), oltre un ettaro e 700 mq attualmente agricoli, vanno esattamente in direzione opposta a queste indicazioni: 300 nuove abitazioni, 300 automobili in più. Quindi aumento del traffico automobilistico, tempi di percorrenza a passo d’uomo, aria irrespirabile. Via Monteverdi, dove è già arduo posteggiare, trasformata in una camera a gas. Si incentiva così l’edilizia residenziale inutile, basata su una cultura economica miope e arretrata, cioè  sul cemento e sul mattone, e si scoraggiano  le  attività economiche innovative, che sono l’economia del futuro. Accanto all’ambito di cui stiamo parlando c’è l’ambito  55b, un’area dismessa che arriva fino al viale Cesare Battisti. I programmi del PGT e della Variante previsti per questo ambito ci sembrano  condivisibili.

La domanda quindi è semplice: a che serve costruire sull’area verde, tuttora coltivata, all’angolo di Via Boito con Via Monteverdi?

 

COMITATO QUARTIERE S. ALBINO (Angela Piazza).

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Nell’immagine proiettata, si può vedere cosa succederà al nostro quartiere se dovesse essere approvata questa Variante. Oltre ai 200.000 mq già previsti per il Piano Particolareggiato industriale Pompei-Ercolano, saranno resi edificabili altri 230.000 mq di territorio produttivo agricolo. Negli anni ’90 fu Lei a salvaguardare quelle aree con il Parco di cintura urbana. Grazie a quel provvedimento, nel Piano vigente è stato possibile prevedere il Parco agricolo di S. Albino, che ora viene cancellato.

Cosa le ha fatto cambiare idea? Come si raccorda questa posizione con quella del Presidente della Provincia di Monza e Brianza Allevi, che sponsorizza la tutela del verde agricolo? In totale sono quasi un milione di metri cubi di cemento di cui circa 780.000 industriali (420.000 metri cubi circa per il Piano Particolareggiato delle vie Ercolano-Pompei e 360.000 metri cubi circa Variante Pgt) e 190.000 mc residenziali e di edilizia popolare, cioè 1.900 nuovi abitanti, con un aumento del 50% della popolazione del quartiere, oltretutto in un mercato immobiliare che non sente proprio il bisogno di un tale incremento! A fronte di tutto ciò non è previsto alcun servizio, fatto salvo qualche ritaglio di area a verde pubblico, peraltro nelle posizioni più strane e inutili. L’immediato effetto collaterale sarà il deprezzamento del valore delle nostre abitazioni. E’ questa la sua idea di “periferia” della città? Come pensa di rassicurare, dal punto di vista sociale e patrimoniale, i cittadini che vi abitano già, e quelli che spera di insediare?

E’ sparita la previsione di riqualificazione di via Adda, la strada provinciale che attraversa il quartiere, sostituita da una specie di “bretella” che non verrà mai realizzata se non in funzione dei nuovi ipotetici insediamenti produttivi. In compenso le strade esistenti a est della provinciale, come via Sardegna, sono lasciate all’abbandono. Il vostro Piano urbano del Traffico dice che viale delle Industrie alla rotonda del cimitero è lo snodo viario più pericoloso della città, ma dal programma opere pubbliche 2011-2013 è scomparso il “sottopasso” veicolare e nulla è previsto per il suo attraversamento pedonale da parte delle centinaia di nuovi cittadini che dovrebbero venire ad abitare a S. Albino. Come pensa di affrontare l’inevitabile aumento del traffico e dell’inquinamento conseguente a un insediamento di tali proporzioni? Non c’è stata possibilità per i cittadini di discutere di questa Variante.

Ora le chiediamo un profondo ridimensionamento di questo provvedimento. E siccome il nostro è un atteggiamento costruttivo, Le consegnamo la nostra proposta di piano di quartiere, certi che ne vorrà tenere conto.

 

COMITATO DI VIA VALSUGANA (Stefano Spadari)

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L’ultima area verde di Via Valsugana, nel PGT adottato dalla giunta Faglia nel marzo del 2007, era per due terzi destinata a servizi pubblici e per un terzo a residenza, con un basso indice di edificazione. Nel PGT definitivo, approvato nel novembre del 2007, la giunta Mariani, accogliendo le osservazioni del privato, rende edificabile l’intera area con il massimo dell’edificabilità. Nell’aprile del 2010 in Comune viene presentato il progetto di un edificio residenziale.

L’edificio risulta di notevoli dimensioni e domina con la sua mole anche la scuola materna. Inoltre, poiché nel progetto il privato cede come standard un’area già asservita ad uso pubblico dagli anni ’70, si decide di monetizzarne il controvalore (anziché chiedere altra area). Il quartiere si mobilita e anche la stampa locale ne dà comunicazione. Vengono raccolte 430 firme consegnate poi al Sindaco il 1 luglio 2010.

Nella serata dei Comitati, considerate: l’alta densità di popolazione residente nella zona, la scarsa presenza di spazi pubblici, gli attuali problemi di parcheggio lungo le vie adiacenti,  chiediamo al Sindaco perché sia stato reso residenziale l’intero lotto e perché si è deciso di monetizzare anziché cedere aree verdi o a parcheggi.

Gli autori di Vorrei
Giorgio Majoli
Giorgio Majoli

Nato nel 1951 a Brescia, vive a Monza dal 1964. Dal 1980 al 2007, ha lavorato nel Settore pianificazione territoriale del Comune di Monza, del quale è stato anche dirigente. Socio di Legambiente Monza dal 1984, nel direttivo regionale nei primi anni ’90 e dal 2007, per due mandati (8 anni). Nell’esecutivo del Centro Culturale Ricerca (CCR) di Monza dal 1981. Ora pensionato, collabora come volontario, con associazioni e comitati di cittadini di Monza e della Brianza, per cercare di migliore l’ambiente in cui viviamo.Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.