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Venerdì 11 marzo 2011 presso il Binario7 si discute dei milioni di metri cubi di nuove costruzioni in arrivo

Le associazioni ambientaliste e otto comitati di cittadini di Monza, nati in diverse parti della Città, organizzano un confronto pubblico col Sindaco Mariani e l’Assessore al territorio Silverio Clerici, sulla variante generale al Piano di governo del territorio (PGT), lo strumento urbanistico generale che in Lombardia sostituisce, sin dal 2005, i vecchi PRG. La serata che si terrà VENERDÌ 11 MARZO DALLE ORE 21, PRESSO LA SALA E (1° PIANO), DEL BINARIO 7 di via Turati 6.

Il moderatore del dibattito sarà Luigi Losa, direttore del settimanale “Il Cittadino”. Come noto, questa variante generale al PGT, peraltro approvato nel novembre del 2007, è attualmente in discussione, a tappe forzate, in Consiglio comunale e prevede massicce edificazioni non solo sulle maggiori aree agricole cittadine, ma anche all’interno della parte edificata della città. Quattrocentoventimila metri cubi sono previsti sull’ area della Cascinazza; più di 600mila calerebbero in zona del Casignolo; 300 mila sono quelli residenziali nella zona del castello del Torneamento, in via della Taccona, verso Muggiò. Persino sulle Cave e vicino al cimitero urbano di via Foscolo, sono più di 200 mila i metri cubi di terziario e residenziale. Per non dimenticare i pesanti insediamenti in zona Policlinico e in quella del nuovo Stadio e della Fiera. In tutto, si tratta di circa 1,7 milioni di metri cubi, peraltro presentati dal Comune con un opuscolo patinato, spedito a Natale a tutte la famiglie monzesi, dove pomposamente si definivano quegli interventi edificatori con i nomi più altisonanti: polo tecnologico, polo dell’energia rinnovabile, polo ricreativo, polo multifunzionale, e così via.

 

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Ma tutto questo non può trarre in inganno. Si tratta solo di nuovo cemento. Come se ciò non bastasse, si incrementano anche le volumetrie negli “ambiti di trasformazione urbana”, gli ATU, posti in tutte le zone della Città. Massicci insediamenti sono sparsi a macchia di leopardo anche sulle aree agricole nel quartiere di Sant’Albino, nei pressi di via Adda, verso Agrate e Brugherio e in zona Rondò dei Pini, ad ovest, fatti calare nelle zone verdi poste a sud dello storico canale Villoresi. Insomma: quasi 4 milioni di metri cubi in Città, per un incremento di popolazione stimato tra i 30 e i 40 mila nuovi abitanti, con tutti i fenomeni congestivi indotti, nuovi prevedibili inquinamenti e ulteriore occupazione di suolo libero, ancora oggi verde o agricolo. Non è dato capire a chi serva tutto questo, anche se la cosa sembrerebbe guidata dal maldestro tentativo di sfamare gli appetiti edificatori dei proprietari delle aree. Emblematica è la vicenda a partire dall’area della Cascinazza, con un deputato (oggi Ministro), diventato assessore comunale al territorio. Ma una città, così come prevista ed eventualmente realizzata, non potrebbe neppure funzionare.

Per questi motivi, le associazioni ambientaliste e gli otto comitati spontanei di cittadini organizzano questo confronto pubblico con l’amministrazione pubblica. Alcuni di questi comitati hanno visto edificare davanti alle proprie case palazzetti e palazzoni, autorizzati nel periodo intercorso tra l’adozione del PGT nel 2007, la sua approvazione, a novembre dello stesso anno, e questa nuova variante generale. Naturalmente l’amministrazione comunale motiva tale nuovo Piano con il solito slogan dello sviluppo economico e quello di poter far cassa con gli oneri di urbanizzazione. Fosse anche così, tutto questo, non basterebbe a spiegare tali scelte urbanistiche, soprattutto oggi che è stato approvato il cosiddetto federalismo fiscale che dovrebbe premiare i Comuni virtuosi, consentendo loro di rimpinguare la tesoreria comunale e consentire così nuovi investimenti pubblici senza ulteriori compromissioni di suolo. Senza dimenticare che vi sono poi altri strumenti che le amministrazioni virtuose usano per limitare l’inutile e dannoso compromissione di suolo libero. La serata è da non perdere.

 

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Gli autori di Vorrei
Giorgio Majoli
Giorgio Majoli

Nato nel 1951 a Brescia, vive a Monza dal 1964. Dal 1980 al 2007, ha lavorato nel Settore pianificazione territoriale del Comune di Monza, del quale è stato anche dirigente. Socio di Legambiente Monza dal 1984, nel direttivo regionale nei primi anni ’90 e dal 2007, per due mandati (8 anni). Nell’esecutivo del Centro Culturale Ricerca (CCR) di Monza dal 1981. Ora pensionato, collabora come volontario, con associazioni e comitati di cittadini di Monza e della Brianza, per cercare di migliore l’ambiente in cui viviamo.Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.