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Intervento di Alfredo Viganò sulla vendita delle aree comunali di Monza

Riceviamo e pubblichiamo

Le grossolane Varianti Urbanistiche residenziali e industriali per vendere aree comunali per Servizi ed Agricole nei Parchi, da noi denunciate hanno fatto per ora FLOP!

Su ricorso di alcune Regioni,  la Corte Costituzionale (Sentenza 340 del 16 dicembre 2009) ha dichiarato illegittimo l’art. 5, comma 2, della legge 133/2008. Articolo che, con pessima interpretazione dell’Amministrazione e comportamento inidoneo ha prodotto la vergogna delle Varianti Urbanistiche per far soldi ai danni della Città e del suo Territorio.

Vi è un altro Ricorso delle Associazioni e speriamo vada nello stesso senso.

Firmiamo la Petizione sulle aree Verdi, diamo un segnale nuovo con le Elezioni regionali. Invitiamo L’Amministrazione a ripensare scelte che sono sbagliate e neppure conformi agli indirizzi di legge.

Vi ricordate la nostra denuncia pubblica? In sede di approvazione di Bilancio la Amministrazione comunale approvò, in ossequio acritico ( era atto facoltativo) alla legge 133/2008 alcune Varianti per aree ed edifici di proprietà del Comune di Monza. Le più importanti erano, nel PGT urbanistico vigente, aree destinate a Servizi Pubblici e Zona Agricola e venivano trasformate in residenziali e industriali per far soldi ai nostri danni. Dicemmo come minoranza in Consiglio e non solo perché era una brutta cosa, contro l’ambiente, contro la tutela del territorio, la sostenibilità delle scelte.

Fu un atto iniquo e contraddittorio verso i cittadini e proprietari di aree vicine a quelle comunali ( ad alcuni si negò le Osservazioni al PGT quello che ora fa il Comune slle aree pubbliche), tanto per pompare il Bilancio con scelte immotivate e non prioritarie. Per quattro soldi si rovina la Città tutta dove erano previsti Servizi pubblici e Parchi agricoli di Cornice e quello famoso di Cintura urbana che un tempo non lontano era caro anche a chi oggi siede negli scranni di Sindaco, Giunta e Consiglio.

Dicemmo la gravità della scelta ed inoltre che le Varianti dovevano seguire i disposti della legge urbanistica vigente data la competenza (Pianificazione urbanistica) legislativa della Regione e normativa del Comune ( per quanto di competenza) in materia e non del Governo con la Finanziaria. Questa Amministrazione invece si è comportata con grossolanità nel merito e sprezzo verso i cittadini seguendo una procedura insolita che non ha consentito la fase dovuta delle Osservazioni di Enti e Cittadini, la pubblicizzazione e motivazioni pubbliche delle scelte e del perché si vuole edificare ancora su aree libere. Tutti atti questi previsti dalla legge urbanistica attuale che invece è stata calpestata. Il Nulla, neppure il normale dibattito in Commissione consigliare.

Bene, ora questa interpretazione è dichiarata “illegittima” dalla Sentenza n. 340 del 16 dicembre 2009 della Corte Costituzionale. Sentenza che, dando ragione a ricorsi delle Regioni ( Non la servile Lombardia), “dichiara la illegittimità dell’art. 5, comma 2, del Decreto legge 25/6/2008 n. 112 ( Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria)”. Decreto poi convertito nella legge 6 agosto 2008 n. 133. Cosa significa in concreto: le Varianti urbanistiche fatte stanno nel “limbo” e in assenza di provvedimenti diversi regionali o comunali, a mio parere e non solo, le Aree comunali interessate non possono essere vendute e il Piano delle Alienazioni connesso al Bilancio è inattuabile e morto.

Volere a tutti i costi scegliere scorciatoie frettolose ( la legge era dell’estate 2008 per il Bilancio 2009), dettate dalla paura del confronto politico e con la Città, non ha pagato anzi danneggiato la Città stessa.

Questa scelta spregiudicata e irragionevole, unitamente al mancato incasso di milioni di euro di Oneri edilizi,  ha “viziato e gonfiato” il Bilancio e la sua attuazione per opere che avrebbero potuto avvalersi, in modo più ragionevole e secondo priorità reali, di altre strade meno propagandistiche e di maggior rispetto per l’utilità pubblica e la tutela del territorio.

Nulla hanno detto in Consiglio e tanto meno alla Città. Conseguenze gravi che pagheremo alla faccia di quelli che governano malamente il nostro destino. Con le Elezioni Regionali ( la Regione è anch’essa responsabile di questa situazione come quella sul Piano Casa di Monza)  facciamo capire che è ora di finirla! E’ un segnale anche per la Città.

Invito ancora a firmare la Petizione che circola in Città per mantenere le aree libere, agricole e verdi, per i Parchi di Cintura e di Quartiere e perché si trasformino le aree dismesse dentro la Città, prima di occupare ed edificare nuove aree libere esterne.

 

Sulla questione vedi l'articolo di Giorgio Majoli