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In vista della scadenza, nel 2029 dell'atto costitutivo del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, si ripropone la questione della scelta tra un rinnovo del Consorzio e l'adozione della forma di una Fondazione

 

La questione non è irrilevante, anche se non riducibile a questa semplice alternativa, specialmente se ispirata a gretti criteri economici.

Ma molto più importante di questa domanda, è quella della visione che si vuole combattere circa il futuro del complesso monumentale Villa Reale e Parco di Monza.

Sono in campo due visioni radicalmente alternative.

La prima consiste nel riportare il complesso ai suoi valori architettonici, paesaggistici, naturalistici, imposti dall'atto di cessione dal Demanio dello Stato ai Comuni di Milano e di Monza del 1996.

Si tratterebbe di ricollegare il complesso monumentale alla storia millenaria di Monza, sede della Corona Ferrea, di Milano, dell'Italia e d'Europa e di fare del monumento un luogo di attrazione del turismo culturale internazionale. Azione fondamentale per realizzare questa visione sarebbe la ripresa dei contatti con l'UNESCO, per l'inclusione del monumento tra i beni patrimonio dell'umanità.

La seconda consisterebbe nella trasformazione di Villa e Parco in uno spazio generico per le iniziative più svariate. Il lascito storico “Imperial Regio” del monumento ei capolavori del Piermarini e del Canonica sarebbero cancellati.

Purtroppo quest'ultima è la prospettiva perseguita dal Master Plan che ha stravolto anche le indicazioni dell'Accordo di Programma che lo ha previsto, e che appare come una pietra tombale sul monumento.

 

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 Mappa di Giovanni Brenna

 

Per queste ragioni la questione della forma istituzionale preposta al monumento, specie se ridotta alla semplice alternativa Consorzio - Fondazione, appare come una distrazione dai veri problemi. Specialmente guardando ai precedenti.

Fin dall'inizio, i soci del Consorzio nulla hanno fatto per adeguarlo qualitativamente e quantitativamente alle dimensioni del compito. Si è operato all'insegna della lesina, sempre in attesa di una manna regionale, dello scarico di responsabilità su privati ​​miracolosi.

Così, ancora oggi il Consorzio può contare su un personale pari a circa un quinto di quello de La Venaria Reale.

L'Accordo di Programma prevedeva un potenziamento e un ruolo centrale del Consorzio nella realizzazione dei piani di restauro. Nulla è stato fatto.

 

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 Giardini di Venaria Reale

 

Al contrario, di fronte all'ovvia impossibilità del Consorzio di realizzare i progetti urgenti previsti dal Master plan, l'Accordo di Programma è stato modificato per togliere al Consorzio le relative funzioni e attribuirle al Consorzio della Valle del Lambro e ad Aria spa azienda speciale della Regione!

La Venaria Reale, del tutto simile alla Villa Reale e Parco di Monza quanto a funzioni storiche, culturali e ambientali, è retta da un Consorzio che ha portato quello che era un rudere ad una risorsa eccezionale. Si dice che si tratta di un consorzio diverso. Non ho le competenze per approfondire le diversità. Tuttavia è lecito supporre che chi ha costituito il Consorzio Villa e Parco di Monza non conoscesse l'identità del monumento. Ne è un sintomo il sistema contabile adottato, che è quello delle Comunità Montane. Il modello prevede entrate tributarie ed extra-tributarie. E' quindi probabile che il monumento, dotato di un Parco di 700 ettari, ma di natura paesaggistica, realizzato avendo come modelli Versailles e Schoenbrunn, sia stato interpretato come un comprensorio agro-forestale culturale privo di particolari valori storici e.

Tutto ciò dovrebbe indurre ad approfondire il modello del Consorzio de La Venaria, come caso di successo.

Un aspetto sostanziale che propone il Consorzio de La Venaria come modello è il fatto che questo non vive di canoni da concessioni. Questi canoni costituiscono invece una fonte di entrate importanti per la Regia di Monza.

Le concessioni riguardano normalmente le prestazioni di servizi standard ai visitatori: bar, ristoranti, librerie, toilette, parcheggi eccetera. Si tratta di servizi affidabili a terzi, con la possibilità di indire periodicamente gare tra i fornitori del settore.

Nel caso della Regia di Monza, invece, vige la prassi perversa di affidare all'esterno, anche a privati, funzioni che costituiscono la ragion d'essere del Consorzio e caratterizzano l'identità del monumento. Esse sono pertanto inalienabili.

 

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Impianto in disuso di curva sopraelevata, Autodromo Nazionale di Monza

 

Il caso più recente è l'affidamento ad Italiana Costruzioni della gestione del corpo centrale della Villa, ora oggetto di una causa legale. E non è il solo caso, conclusosi con devastazioni del territorio e fallimenti economici.

Questa politica gestionale dovrebbe essere abbandonata e le concessioni eliminate o ricondotte al controllo e alle finalità intrinseche del monumento.

Purtroppo si sta procedendo in senso inverso, con la trasformazione delle concessioni in partenariati pubblico-privati, nei quali il potere direttivo dell'istituzione pubblica è ulteriormente indebolito.

Per concludere: la scelta tra un rinnovo del Consorzio e la creazione di una Fondazione è parte non essenziale di problemi politici, istituzionali e organizzativi da affrontare preventivamente.

Se il passaggio dal Consorzio alla Fondazione dovesse portare a un adeguamento qualitativo e quantitativo della struttura istituzionale alla straordinaria dimensione della Imperial Regia Villa e Parco di Monza, il giudizio potrebbe essere positivo.

 

NB: in copertina, foto prospettica della Reggia di Caserta 

Gli autori di Vorrei
Giacomo Correale Santacroce
Giacomo Correale Santacroce

Laureato in Economia all’Università Bocconi con specializzazione in Scienze dell’Amministrazione Pubblica all’Università di Bologna, ha una lunga esperienza in materia di programmazione e gestione strategica acquisita come dirigente e come consulente presso imprese e amministrazioni pubbliche. È autore di saggi e articoli pubblicati su riviste e giornali economici. Ora in pensione, dedica la sua attività pubblicistica a uno zibaldone di economia, politica ed estetica.

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