Gentile Presidente,

ho letto che tra i firmatari dell’appello contro il progetto Le rive del Lambro vi è anche l’Associazione dal lei rappresentata.

Riconoscendo la sicura volontà da parte sua di interloquire con me e non certo la capziosità di chi intende strumentalizzare la vicenda ai soli fini elettorali, desidero precisare alcuni fondamentali aspetti del progetto stesso che prevede la realizzazione di alcuni chioschi di piccole e medie dimensioni in città.

Il progetto risponde alla necessità di presidiare "zone sensibili", di Monza con servizi ai cittadini, animazioni, informazioni turistiche e attività commerciali compatibili con l'area circostante.

Per compatibilità intendo che sia coerente con la bellezza paesaggistica del contesto in cui si inseriscono e complementare, quindi non concorrenziale, rispetto alle attività commerciali presenti.

Va da se’ che il progetto, legittimamente presentato da un soggetto privato, è stato messo a gara per verificare l’esistenza di possibili altri concorrenti interessati ad utilizzare le aree pubbliche date in concessione a condizioni più vantaggiose per l’amministrazione comunale. L’esito della gara non ha prodotto nuove proposte.  

L’amministrazione ha quindi concesso l’autorizzazione al soggetto proponente e gli uffici comunali competenti hanno in seguito espletato le procedure previste, tutt’ora in corso.

L’obiettivo quindi dei chioschi è che siano:

- garanzia di presidio contro rischio degrado e punto di servizio su aree del territorio bisognose di intervento. Tra queste in particolare la priorità è data alle localizzazioni davanti e dietro la Stazione Centrale; in Piazza Cambiaghi; ai Giardinetti di Via Gramsci e di Via Azzone Visconti; ai Boschetti Reali.

 - strumento per la valorizzazione ambientale e del contesto urbano delle diverse piazze cittadine, salvaguardando quelle di maggiore pregio storico architettonico e paesaggistico.

Contro un’informazione palesemente distorta, le segnalo che nel centro storico sono in totale quattro le strutture previste, ciascuna per una superficie di 15 mq.: in Piazza IV novembre, in Piazza Garibaldi, in Via Vittorio Emanuele e in piazza Centemero e Paleari. In quest’ultimo punto è previsto l’ampliamento di una struttura già esistente.

Credo sia anche opportuno ricordare che la conclusione dell’iter politico amministrativo è stato preceduto da una lunga fase di ascolto che ha coinvolto associazioni culturali, associazioni di categoria e consulte di quartiere. Il progetto è passato anche al vaglio delle commissioni comunali del paesaggio e in quelle consiliari competenti.

In virtù di questo metodo orientato al confronto, al termine dei vari passaggi, sono state introdotte alcune importanti modifiche. Ne è risultato un progetto più a misura della nostra città e delle sue necessità di presidio e servizio.

Ricordo anche che una mozione in Consiglio comunale che chiedeva tout court l’abolizione del progetto è stata respinta con i voti della maggioranza e l’astensione di quasi tutta le forze di opposizione, ad eccezione dei due proponenti la mozione

Le strutture saranno insomma degli hub, ovvero dei centri pluriservizi e punti di ritrovo e socialità capaci anche di creare lavoro (se ne calcola qualche decina) per le piccole imprese commerciali e artigianali di Monza e del territorio.

D’altro canto Monza non ha inventato nulla. Si tratta di esperienze già realizzate per esempio a Milano, con il progetto Edicola 2.0 inaugurato in Corso Garibaldi, e anche all’estero, a Parigi con un progetto molto simile, lanciato da un insegnante di economia sociale che ha attivato il progetto Lulu dans ma rue, un chiosco che ha anche funzioni di portierato sociale.

Infine, le segnalo che ogni presidio sarà dotato di bagni pubblici (anche per disabili) e servizi nursery; tutte le strutture costituiranno dei punti informativi sulle iniziative cittadine (mi auguro anche della sua Associazione), saranno dotati di accessi ai servizi on line del Comune, vi si potranno caricare smartphone e tablet, connettersi liberamente grazie al wifi gratuito e dissetare gli amici a quattro zampe.

Inutile dire che sarà esclusa qualunque attività eticamente discutibile. 

Spero di aver fatto un po’ di chiarezza in merito a un progetto che lungi dall’essere “un pericolo” per la nostra città potrà solo contribuire a rilanciarne la socialità, la vivibilità e attrattività e anche, perché no, un po’ l’economia locale.

Confido anche che vorrà portare a conoscenza degli associati da lei rappresentati le ragioni vere di una scelta, che può essere condivisa o meno, ma non liquidata con facili slogan di sapore elettoralistico.

Siamo una città che guarda al futuro e che semmai vuole superare certe brutture del passato, non sicuramente aggiungerne.

A disposizione per ogni ulteriore chiarimento, le invio i miei più cordiali saluti.