Dopo il volantinaggio delle scorse settimane destinato ai migranti (https://boccaccio.noblogs.org/post/2017/07/07/racists-at-the-head-of-the-city/), venerdì 28 luglio la FOA Boccaccio scende nuovamente in piazza presso la stazione di Monza con un vivace presidio dedicato ai temi "sicurezza" e "decoro". Centinaia di volantini distribuiti ai pendolari (fantomatico soggetto sociale a cui è facile attribuire a mezzo stampa malcontenti di ogni genere...) e alle persone che frequentano i giardini antistanti la stazione, portando un punto di vista che ribalta l'approccio di criminalizzazione delle compagnie multietniche di ragazzi più o meno giovani messo in atto dalle istituzioni e, in particolar modo, dall'attuale giunta fascioleghista del neosindaco Allevi.

Parallelamente al volantinaggio è stata allestita l'intera piazza accentuando la sua funzione naturale, ossia quella di spazio pubblico idoneo alla libera aggregazione degli individui, allestendo una mostra dedicata al fantomatico "Decreto Minniti Orlando" e alla pericolosità liberticida di questo provvedimento (che con il daspo urbano trasforma in norma ciò che prima era eccezionalità). Infine una performance teatrale ha intrattenuto i presenti, attraverso una tagliente parodia sul ruolo del nuovo presidio permanente della polizia locale dinanzi alla stazione.

In conclusione ci siamo cimentati in un taglio di capelli collettivo e gratuito per tutti, in solidarietà con il migrante aggredito e multato di 1000 euro per aver tagliato i capelli a un suo connazionale (parliamo di aggressione perché la macchinetta tagliacapelli non gli è stata sequestrata ma spaccata al suolo).

https://boccaccio.noblogs.org/post/2017/07/29/la-strada-e-la-soluzione-non-parte-del-problema/

Qui di seguito testo integrale del volantino distribuito:

LA STRADA È LA SOLUZIONE, NON PARTE DEL PROBLEMA

La loro retorica è semplice: Non trovi lavoro? L’affitto ti strozza? Il tuo stipendio è da fame? La colpa è di chi sta peggio di te, che farà di tutto per derubarti di ciò che hai.

La loro ricetta è antica: più polizia, più controllo, più violenza di Stato. Dalla guerra fra poveri, siamo passati alla guerra ai poveri.

Questo è solo l’inizio di tutto ciò a cui possono portare le idee securitarie che hanno contraddistinto l’ultima campagna elettorale (culminata a Monza con l’elezione dello sceriffo Allevi e della sua giunta fascioleghista) e il recente decreto Orlando-Minniti su “sicurezza e decoro”.

Sicurezza e decoro sono due termini che ci spaventano per l’estrema arbitrarietà con cui possono essere applicati. Chi stabilisce se la mia o la tua maglietta siano decorose? Chi stabilisce se il mitra tenuto in mano da un agente sia più o meno pericoloso dell’assenza totale dell’agente? Le misure adottate dai sindaci che decidono di avvalersi di questo decreto sono l’allontanamento temporaneo dei soggetti da luoghi specifici (Daspo urbano) o il foglio di via dalla città per i non residenti. E così tutti coloro che hanno la pelle troppo scura, o che per indigenza indossano abiti logori o mendicano per sfamare se stessi e i propri figli, che dormono su una panchina poiché non possiedono un letto, preferiscono una birra da asporto a una coca-cola al bar, diventano soggetti da allontanare, da portare lontano dalla vista delle “persone perbene”.

Crediamo fermamente che l’unica vera sicurezza non sia quella data da una città di orwelliana memoria le cui strade siano costantemente controllate da polizia e telecamere, ma dalla capacità di vivere realmente i territori interagendo con chi li attraversa, in modo tale che gli spazi pubblici non siano terra di nessuno ma luoghi di ciascuno. Il vero degrado è quello dei deserti sociali dei luoghi “riqualificati”; è quello della “città vetrina” che ci vuole solo consumatori e fruitori di servizi, non certo la presenza di un centro sociale che da 15 anni prova a lottare contro tutto ciò. Il vero degrado è quello che nel nome della paura ci fa vivere costantemente sotto la minaccia di perdere tutto, creandoci relazioni artificiali sui social network.

Vivere le strade e occupare i luoghi dismessi per riempirli di senso è il nostro antidoto contro tutto questo veleno.

Siamo e saremo in piazza e per le strade per contestare le ondate di razzismo, intolleranza e odio nei confronti degli “ultimi” che stanno travolgendo la nostra città e per contrastare le politiche repressive e securitarie che hanno come unico obiettivo quello di cavalcare la paura dei cittadini, e come unico risultato quello di desertificare e distruggere i luoghi di aggregazione (stazione, parchetti, etc.) attraverso la criminalizzazione sistematica soprattutto dei migranti e delle minoranze non utili al sistema.

Riteniamo tutto ciò inaccettabile e crediamo che l’unico ospite indesiderato sia chi, con la divisa dello Stato o con la minaccia malavitosa, si prenda con la forza il potere di gestire un territorio e determinare in maniera autoritaria comportamenti, desideri e quotidianità.

NE’ PAURA, NE’ CONTROLLO SOCIALE: LIBERTA’ E AUTOGESTIONE IN STRADE E QUARTIERI!

FOA Boccaccio 003

ps: tra le folgoranti operazioni di polizia a Monza ricordiamo le prepotenze attuate dagli agenti in stazione nei confronti di “pericolosi criminali” colti in fragranza mentre si rinfrescavano alla fontana, oppure si tagliavano i capelli o ancora giravano con cani al guinzaglio, ma senza museruola…