Fotovoltaico italiano 2016 in crescita: Lombardia e Monza-Brianza primeggiano nelle installazioni

In Lombardia il maggior numero di impianti, la Provincia di Monza e Brianza al primo posto in Italia per densità di numero impianti fotovoltaici presenti sul territorio.

il GSE ha recentemente pubblicato il rapporto di aggiornamento statistico 2016 sul fotovoltaico in Italia. Tale rapporto mostra che a fine 2016 risultavano in esercizio in Italia 732.053 impianti fotovoltaici, con una potenza installata di 19.283 MW (+382 MW rispetto al 2015) e una produzione annua di 22.100 GWh di energia elettricaNell’anno solare 2016, sono stati installati 44.294 nuovi impianti, quasi tutti di potenza inferiore ai 200 kW. Le installazioni con potenza inferiore a 20 kW costituiscono oltre il 90% degli impianti installati nel 2016. La taglia media degli impianti installati in Italia alla fine del 2016 è pari a 26,3 kW.

Tra le regioni italiane si rileva una forte eterogeneità in termini di numeri e potenza installata. La regione Lombardia ha il primato assoluto di numerosità con poco meno di 109.108 impianti, seguita dalla regione Veneto con 99.486 impianti. la Puglia è la prima regione per potenza installata con 2.623 MW, seguita dalla Lombardia con 2.178 kW. L’incremento della potenza nel 2016 ha portato il dato nazionale di potenza installata per km2 a 64 kW/km2.

E’ tuttavia a livello provinciale che emergono le maggiori sorprese, ove molte province lombarde primeggiano negli indicatori statistici (più sotto, i dati in tabella). Sulla base della elaborazione dei dati GSE effettuata da Energy Saving SpA, è la Provincia di Monza e della Brianza la più sorprendente delle Province italiane, in cui si trova il più alto livello di numero impianti per km quadrato di territorio: 16,5 impianti/km2, distanziando in tale indicatore di gran lunga la seconda Provincia classificata: Treviso, con 9,6 impianti per km2.  In questa classifica Milano si colloca al 4° posto e Varese al 5° (con rispettivamente 9,2 e 8,8 impianti/km2).

E’ questo dato in particolare motivabile (oltre che da un’oggettiva non comune attenzione ambientale presente nel territorio brianzolo, che sfata molti falsi miti) dalla grande concentrazione abitativa e industriale della cosiddetta “Grande Brianza”, la quale ha probabilmente favorito e incentivato le installazioni a tetto (peraltro, le più rispettose del territorio). A riprova di ciò, si noti nella tabella sottostante come Monza e Brianza sia solo all’87° posto per taglia media di potenza per impianto (solo 15,2 kW/impianto, contro il valore massimo della provincia di Brindisi, 100,9 kW/impianto), il che indica come le installazioni siano soprattutto di piccola taglia, e quindi sostanzialmente su edificio. Altro elemento interessante: il primato della Provincia monzese per “densità numerica” di installazioni è registrato nonostante un livello di insolazione del territorio assai modesto, il penultimo tra le Province italiane: 946 ore equivalenti/anno in Monza-Brianza contro il massimo di 1.445 ore/anno di insolazione equivalente nella Provincia di Trapani.

Altri indicatori vedono la Provincia di Monza e Brianza primeggiare a livello assoluto italiano: il livello di potenza installata per kmdi territorio, che posiziona l’ambito brianzolo al 2° posto (250,4 kW installati/km2, a breve distanza dalla prima classificata: Brindisi, con 269,4 kW/ km2)  e la produzione elettrica annua per kmdi territorio ove Monza e Brianza è al 4° posto in Italia (con 236.790 kWh anno/km2; la prima classificata è sempre Brindisi, con 378.140 kWh anno/ km2 prodotti).

In generale, è interessante rilevare a livello sia locale sia nazionale come, nonostante la scomparsa degli incentivi del cosiddetto “Conto Energia”, le installazioni fotovoltaiche sul territorio continuino a crescere, ciò grazie soprattutto a un prezzo unitario di installazione drasticamente calato rispetto agli scorsi anni.

La sfida del futuro sarà l’integrazione e il coordinamento di questo enorme parco di generazione elettrica diffuso su tutto il territorio nazionale all’interno della cosiddetta “Smart Grid”, e ciò soprattutto in vista dell’avvento di quello che sarà sicuramente il più grande cambiamento sociale negli utilizzi energetici futuri: il graduale e inevitabile passaggio nella mobilità dall’auto a benzina all’auto elettrica.