Emergenza siccità, la caccia può aspettare.

La richiesta fatta da ISPRA e dalle associazioni animaliste.

Il periodo di siccità che si protrae da mesi ha messo a dura prova non solo i grandi agglomerati urbani ma anche la fauna selvatica, che si trova a dover fare i conti con un dispendio di energie dovuto alle ricerca di risorse alimentari e di luoghi per abbeverarsi.

E questo mentre è sempre più imminente la riapertura della stagione venatoria.

Proprio per questo ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), LAC (Lega Abolizione Caccia), LAV (Lega Antivivisezione) e LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), forti del parere inviato dall’ISPRA alle Regioni e per conoscenza al Ministero dell’Ambiente e al Ministero delle Politiche Agricole, chiedono, ritenendo che  il Governo abbia in mano tutti gli elementi per intervenire, "un provvedimento urgente che blocchi la stagione venatoria 2017/2018 e permetta alla fauna e al territorio di ristorarsi, dopo l’interminabile fase di siccità e incendi che ha colpito, e tuttora colpisce, l’intero territorio italiano”.

Secondo ISPRA, i dati meteoclimatici indicano che l’anno in corso è stato caratterizzato da una situazione decisamente critica, con temperature massime molto elevate e lunghi periodi di siccità, che ha determinato in tutta Italia un grave stress in molti ecosistemi. Una situazione  aggravata sia dall’impressionante numero di incendi sia dalla superficie percorsa dal fuoco (+260% rispetto alla media del decennio precedente; dati European Forest Fire Information System - EFFIS).

Ciò comporta, secondo ISPRA, “una condizione di rischio per la conservazione della fauna in ampi settori del territorio nazionale, con conseguenze, nel breve e nel medio periodo, sulla dinamica di popolazione di molte specie” (anche a causa del “maggior dispendio energetico per raggiungere le ridotte fonti idriche”), sul successo riproduttivo e sull’aumento della mortalità.

A questo vanno aggiungersi altri fattori, tra cui l’impoverimento della disponibilità alimentare per la fauna (sia per le specie che si nutrono di bacche, semi e insetti, sia per quelle erbivore) e il rischio di fenomeni di anossia per gli ecosistemi acquatici.

Di fronte a un tale quadro, ISPRA ha scritto a Governo e Regioni chiedendo di mettere in atto numerosi specifici provvedimenti, tra cui il posticipo della caccia nelle zone umide, il divieto di caccia da appostamento, il divieto di addestramento cani, la limitazione dei carnieri per la fauna stanziale e altro ancora.

ENPA, LAC, LAV e LIPU si uniscono a ISPRA chiedendo al Presidente Gentiloni, ai ministri Galletti e Martina e all’intero Governo di adottare misure urgenti, perché la gravità della richiede azioni responsabili e soprattutto immediate.