PRIMA LA GERASCIA ORA IL ROCCOLO: SENZA FINE LA VIOLENZA SUL PARCO.

A COSA SERVONO SOPRINTENDENZA E CONSORZIO?

Sul prato del Roccolo è stato è stato effettuato un intervento che riguarda circa 100x30 metri, cioè quasi un terzo di ettaro, collocato nell'angolo sud-est del medesimo, accessibile dal golf attraversando la pista di alta velocità. Praticamente al tappeto erboso è stato sovrapposto un terrapieno rialzato. Al posto del prato originario sono state posizionate fasce di prato da giardino.

Secondo voci che abbiamo raccolto in loco e dalle GEV, il Golf Club Milano, che ha in concessione oltre 90 ettari nell’area nord del Parco, a fianco dell’autodromo, avrebbe stipulato un accordo con la Sias per utilizzare ai suoi fini questa fascia del prato del Roccolo, in concessione alla società che gestisce l’impianto motoristico. Quest’ultima, come dimostra l’analisi del bilancio 2016 allegata, malgrado l’entrata massiccia di ACI nel capitale sociale (75%), continua a versare in uno stato economico molto precario e cerca di ripianare le perdite in qualsiasi maniera.

Al momento non è dato di sapere se l’area verrà recintata, ma è certo che, se è stata subaffittata dalla Sias al Golf Club Milano per realizzarvi un campo prova, l’utilizzo pubblico ne sarà condizionato.

È certo altresì che mezzi, addetti e persone invaderebbero l’area e anche il Roccolo che dà il nome al prato, restaurato nel 2007 grazie a un finanziamento concesso da una ditta di abbigliamento sportivo a seguito di un progetto presentato congiuntamente dal Comitato per il Parco A. Cederna e dall’allora Amministrazione Parco.

Come si legge nel sito del Consorzio, il prato del Roccolo e il Roccolo sono stati per anni «addirittura adibiti a zona di campeggio in occasione dei Gran Premi di Formula 1. Le conseguenze sono facili da immaginare: piante non potate adeguatamente, sottobosco invaso da vegetazione spontanea, rifiuti vari».

Malgrado il riconoscimento dei danni provocati dall’uso dissennato dell’area, il Consorzio avrebbe autorizzato l’attuale intervento che, oltre che danneggiare il prato, ne modifica la morfologia e costituisce dunque un danno paesaggistico che la Soprintendenza avrebbe dovuto impedire e che, invece, secondo le scarse notizie che sono trapelate, avrebbe avallato.

Il rischio concreto è che ora il prato del Roccolo diventi una dependance del Golf, come è già avvenuto in parte lo scorso anno durante gli Open.

Ricordiamo che a luglio, in occasione dell’assestamento di bilancio, il Consiglio regionale Lombardo ha deciso un finanziamento regionale di 500.000 euro al Golf Club Milano per gli Open, sul quale hanno espresso perplessità persino i consiglieri di Forza Italia, non ritenendo tale voce di spesa una priorità. Si tratta di un finanziamento pubblico indebito considerando che il Golf Club Milano è un club privato: trecento soci hanno in uso esclusivo quasi un milione di metri quadrati di Parco. Tutti gli altri (2 milioni di visitatori l'anno) dispongono di circa 3 milioni di metri quadri liberi da concessioni!

Inoltre, per iscriversi occorre:

  • essere introdotto da due soci

  • presentare una richiesta scritta per poi sostenere un colloquio di valutazione da parte di membri del consiglio direttivo

  • versare una quota d’iscrizione che varia fra i 4.300,00 e i 4.500, 00 euro a seconda se siano o meno previste spese, che quindi vengono ‘spalmate’ sugli iscritti

  • versare 15.000,00 euro a fondo perduto rateizzabili (1.500,00 per i primi 4 anni e il saldo del rimanente entro il 5° anno).

La concessione al Golf Club Milano non è un buon affare per il Parco anche sotto il profilo finanziario:

  • in un anno i gestori del Club incamerano qualche milione di quote sociali, mentre pagano un canone annuo di affitto di 560.000€ indicizzabili

  • il Comune di Monza ha dovuto sostenere un contenzioso giudiziario per costringere il Golf Club Milano a versare l’IMU e l’ICI dovuti per mancati accatastamenti e conseguenti anni di arretrati; contenzioso che si è risolto, vantaggiosamente per il Golf Club Milano e svantaggiosamente per le casse comunali, con uno sconto del 30% sulla somma dovuta e il pagamento dei quasi 665.000,00 rimasti con il versamento di una prima tranche di 100.000,00 euro e di 33 rate per il rimanente !!!

 Nel 2008, al Golf Club Milano è stata rinnovata la concessione per 14 anni, vale a dire sino al 2022, malgrado il parere espresso dall’allora Soprintendente, Lucia Gremmo, in occasione del Piano per la rinascita del Parco di Monza (legge regionale 31 luglio 1995 n. 40), favorevole all’allontanamento dell’impianto, prefigurando un recupero della vocazione originaria del complesso monumentale che lo renderebbe degno di entrare a far parte del patrimonio dell’Unesco.

Contro il rinnovo della concessione sono state raccolte dal Comitato per il Parco A. Cederna oltre 3.000 firme, ma gli amministratori monzesi hanno preferito ignorarle e hanno rinnovato la concessione senza nemmeno chiedere la restituzione alla fruizione pubblica di una buca delle 27 di cui il campo di golf dispone (9 in più delle 18 richieste per le gare internazionali) situata in prossimità del fontanile che alimentava originariamente la roggia Pelucca. Sono state presentate proposte per mitigare la presenza invasiva dell’impianto fra le quali la sostituzione delle recinzioni con siepi per consentire il camminamento del pubblico, come avviene nei golf club italiani e internazionali che non godono di privilegi feudali per pochi eletti, ma considerano il golf uno sport che tutti hanno il diritto e devono avere la possibilità di praticare.

L’intervento denunciato va nella direzione opposta di estendere la presenza invasiva e dannosa degli impianti sportivi nelle aree protette, come già è avvenuto per i mega raduni dei concerti sulla Gerascia e nel prato retrostante la Villa

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