ENPA e il terremoto di Amatrice.

Il lavoro per gli animali fatto da Enpa non può essere oltraggiato dal sensazionalismo televisivo.

Di seguito la comunicazione di Carla Rocchi, Presidente Nazionale ENPA, relativa al servizio di Striscia la Notizia sul terremoto di Amatrice di agosto 2016, trasmesso giovedì 16 febbraio 2018. 

« Care e cari,

nella trasmissione che Striscia ha dedicato al terremoto del centro Italia abbiamo assistito ad una manipolazione indecente della realtà degli aiuti prontamente e ampiamente prestati. Sono stati offesi i tanti volontari che hanno lavorato sul territorio, le Sezioni che hanno dato come sempre il loro aiuto e la loro disponibilità.

Vi invio questo breve video: https://youtu.be/O0acmPxq0v8 e il comunicato stampa sotto con cui ristabiliamo la verità dei fatti.

Altri ne seguiranno con le testimonianze dirette delle persone che tanto generosamente si sono spese in quei territori.

Carla Rocchi

Presidente Nazionale, ENPA onlus 

Comunicato stampa dalla Presidente nazionale

In merito alla parziale rappresentazione fatta ieri sera da "Striscia la notizia" sull'intervento che Enpa ha assicurato in occasione del terremoto a Amatrice, la Protezione Animali contesta radicalmente l'impostazione faziosa del servizio e sottolinea l'importante e straordinario lavoro svolto.

In particolare nei 18 giorni di operatività del Posto Veterinario Avanzato di Amatrice, in zona rossa, Enpa ha soccorso, salvato e curato 126 animali, mentre gli animali accuditi in tutta l'area sono stati 949.

Conclusa la prima fase emergenziale, Enpa ha comunque garantito - pur senza un presidio veterinario fisso, non più necessario - la fornitura di pet food. Nel "cratere sismico di Amatrice", nella prima e nella seconda fase di intervento, Enpa ha garantito nel tempo l'invio di 16,7 tonnellate di pet food con la consegna periodica (in base alle necessità e alle urgenze della popolazione) di alimenti per animali, farmaci e materiali a cura dei volontari delle Sezioni di Terni, Perugia, Roma, ovviamente coordinati dalla Sede Centrale.

Il tutto è sintetizzato nei bilanci di missione allegati che evidenziato che al termine della seconda fase di intervento, Enpa ha accudito 1.073 animali e soccorso 149 animali trovati vivi tra le macerie. Complessivamente, il pet food distribuito ha raggiunto le 30 tonnellate.

Successivamente, i volontari Enpa sono stati impegnati a Norcia, anche lì con un Posto Veterinario Avanzato. In occasione del sisma a Norcia, i volontari sono stati operativi senza sosta per 13 giorni.

Anche in questo caso, conclusa la prima fase emergenziale (nel corso della quale sono stati accuditi nell'area 1.245 animali, altri 158 salvati, soccorsi e curati al Punto veterinario avanzato), la Protezione Animali ha garantito nel tempo l'invio periodico e la fornitura di pet food e di materiali a cura dei volontari delle Sezioni di Perugia, Roma, Pesaro. Oltre alla distribuzione di petfood, abbiamo provveduto alla distribuzione di antiparassitari e medicinali, in particolare contro le mastiti dei bovini, sofferenti per la mancata mungitura nei giorni immediatamente successivi al sisma.

Va ricordato che anche nelle Marche vi è stata una costante e importante attività, curata dai volontari della Sezione di Teramo.

Infine, nel mese di gennaio 2017, quando al dramma del terremoto si è aggiunta l'emergenza maltempo, Enpa ha comunque garantito l'invio di foraggio per animali da allevamento.

La rappresentazione fatta giovedì 16 febbraio da "Striscia la notizia" è parziale, faziosa e non riconosce in alcun modo - se non in maniera residuale - lo straordinario, innovativo e inedito (per l'Italia) lavoro fatto da una associazione e dai suoi volontari. Enpa rivendica un lavoro importante, sostenuto da tutte le proprie Sezioni che, come sempre, hanno fatto squadra, lavoro che non potrà certo essere cancellato o ridimensionato da una parziale visione delle cose e da una rappresentazione maldestra e sensazionalistica che va solo a umiliare l'abnegazione e la fatica di volontari che hanno operato ventiquattro ore al giorno, spesso riposando a turno - quando non vi era altra alternativa - negli automezzi.

Questa rappresentazione parziale distorta arriva anche a non gratificare la benevolenza degli italiani che, con le loro donazioni, hanno sostenuto l'intervento fatto per quei territori.