Assegno di ricollocazione: cos'è, e come funziona?

Da oggi è in vigore l'assegno di ricollocazione, un nuovo ammortizzatore sociale introdotto dal Jobs Act, destinato ai lavoratori ancora disoccupati dopo almeno 4 mesi dall'ultimo pagamento dell'indennità Naspi, e ai lavoratori in cassa integrazione straordinaria: l'importo dell'assegno di ricollocazione varia in relazione al profilo del disoccupato, e può essere speso presso il Centro per l'impiego o un'agenzia per il lavoro, per frequentare corsi professionali che lo aiuteranno a reinserirsi sul mercato del lavoro.

Possono accedere all'assegno di ricollocazione i disoccupati che hanno terminato la Naspi da almeno quattro mesi, o abbiano comunque acquisito lo status di disoccupato dopo aver sottoscritto presso il Centro per l'impiego la DID (dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro). La DID va resa per via telematica, per questo è possibile rivolgersi agli sportelli territoriali di NidiL CGIL, Monza Vimercate Desio Cesano M. e Carate B.

L'assegno di ricollocazione può andare anche a lavoratori disoccupati parziali, ovvero coloro che, pur avendo un lavoro dipendente o autonomo, hanno un reddito annuo di importo pari o inferiore a quello esente da IRPEF (8.200 euro circa).

L'importo dell'assegno, in relazione alla condizione del disoccupato, può andare da un minimo di 250 a un massimo di 5.000 euro; il disoccupato una volta completata l'istanza, ha la possibilità di scegliere l’ente (centro per l'impiego, agenzia per il lavoro) dal quale farsi assistere nella ricerca attiva di una nuova occupazione; l'ente riceverà una remunerazione, con la dote attribuita al lavoratore, solo nel caso in cui il lavoratore sia effettivamente ricollocato in un nuovo lavoro.

Nel caso in cui il lavoratore non partecipi poi alle iniziative di inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro, sono previste sanzioni fino alla perdita dell'assegno.

Si tratta dunque di un ammortizzatore sociale che non sappiamo quanto riuscirà ad incidere in un mercato del lavoro come quello italiano – sostiene Lino Ceccarelli, segretario generale di NIdiL CGIL MB -  dove l'intermediazione ufficiale (centri per l'impiego pubblici, e agenzie per il lavoro private) finora non ha dato prova di efficienza, e pochissimi sono ancora i lavoratori ricollocati attraverso queste cosiddette “politiche attive”. Riteniamo tuttavia importante attivarsi per l'avvio e il perfezionamento del sistema, la disoccupazione – soprattutto giovanile e femminile – nel nostro Paese è a livelli drammatici anche per il sempre difficile incontro tra domanda e offerta, quindi tutto ciò che può migliorare l'intermediazione nella ricerca del lavoro va sostenuto e implementato”.

Anche per questo NidiL CGIL è a vostra disposizione nelle sedi di Monza Vimercate Desio Cesano M. e Carate B.

Monza, 5 aprile 2018

 Ufficio Segreteria e Comunicazione

CGIL Monza e Brianza