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I tagli a volte costringono a scelte  discutibili. Ecco cosa succede a Misinto, in Brianza

 

La notizia è di stamattina. A Misinto, ridente paesino della Brianza occidentale, la nuova aula computer della scuola media è stata sistemata grazie ai fondi ottenuti dalla locale festa della Birra. Un evento da quarantamila presenze. Ma che con l’educazione c’entra come i cavoli a merenda.

«In un momento in cui gli enti locali, i Comuni in particolare, subiscono quotidianamente tagli alle spese, un contributo come quello degli organizzatori della Festa della Birra assume un significato ancora maggiore - afferma il sindaco di Misinto Enrico Canotti - A Misinto abbiamo ancora una volta dimostrato che una festa popolare può avere dei risvolti sociali positivi per l’intera comunità».

Soddisfatta anche la preside, Rosanna Sebastiani. Ci mancherebbe, con i salti mortali che una dirigente deve fare per mandare avanti la propria scuola.

 

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Da sinistra,il sindaco di Misinto Enrico Zanotti, la dirigente scolastica della scuola elementare di Misinto Rosanna Sebastiani e l'organizzatore della Festa della Birra Fabio Mondini

 

Ma, fatta la tara alla crisi economica, resta sul tavolo qualche domanda.

Una volta la beneficenza si faceva senza dare nell’occhio. Nell’era dei tagli di bilancio,  si tratta di una faccenda pubblica, e capita che non si vada troppo per il sottile. Si accetta quello che arriva. Da chiunque arrivi? E' il caso di chiederselo.

Niente contro la festa della Birra, sia chiaro. Si tratta di un'occasione di intrattenimento molto frequentata dalla comunità locale, tant'è che si ripete da diversi anni.  Ma l'interesse degli organizzatori non coincide con quello del Comune.  E’ giusto associare  concettualmente dei bambini sotto i dieci anni ad una manifestazione in cui si consumano alcoolici, e che con loro non c'entra nulla? Non esiste una legge che vieta di servire bevande alcooliche  ai minori? 

Questione di moralismo, si dirà. Il moralismo non c’entra.

Con l’acqua alla gola per i tagli, le amministrazioni sono costrette a inventarsi quotidianamente strategie per auto-sostenersi e garantire ai propri cittadini sevizi adeguati. Più che comprensibile accettare la donazione.

Forse però un po’ di cautela non guasterebbe. Sarebbe stato  opportuno usare i soldi gentilmente ricevuti (quanti ne servono...) per altro,  e lasciare al Comune il compito di finanziare la sistemazione del laboratorio di informatica. Ne avrebbero guadagnato tutti. Anche i bambini.

Gli autori di Vorrei
Antonio Piemontese
Antonio Piemontese