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Sabato scorso c’è festa in Piazza Roma. Sono i soliti. Sono  quelli “che non si capisce cosa hanno da festeggiare”. Ma tanto è che c’è ancora l’ennesima festa. Del PD.

Vento freddo e prove di autunno avanzato, profumo di caldarroste...(un po’ crude in verità), giocolieri con pane e nutella per famiglie e bambini, insegnanti “incazzate” contro la Gelmini che raccolgono firme e non poteva mancare anche l’onorevole logorroica che non smette mai di parlare (l’importante non è parlare ma dire qualcosa, diceva quel mio amico). Insomma tanta gente che gira, curiosa, assaggia e se ne va.
Tra questa gente, sin dal primo mattino si distinguono come assidui frequentatori due extracomunitari di pelle nera (si dice cosi?) impegnati (invano)  a vendere il giornale di strada “Terre di mezzo” oppure qualche libro che parla dei problemi della lontana Africa.

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Il più anziano sembra più rassegnato a mi gira intorno senza “disturbare” più di tanto, il più giovane invece non “molla la presa”: “vuoi il giornale, vuoi il giornal, vuoi il giornale”?
Vuoi che stavo parlando con amici, vuoi perché ero impegnato a dare una mano alla festa, la mia insofferenza cresceva. Forse “l’extra” avrà anche pensato: se non vendo qui che si dicono democratici, dove vendo?
Respinto l’assalto e pensando di essermi liberato, mi do da fare a distribuire castagne (quelle semicrude) a dir la verità non con grande soddisfazione, perché i monzesi mi confermano di avere “il braccino corto”, liberandosi solo dei loro spiccioli, quelli che non ci servono nemmeno a ripagare il costo (caro) dei marroni.

E a proposito di marroni (in tutti i sensi) eccolo il “nostro”, che torna alla carica con giornali e libri ed il pressing si fa più forte…gli offro prima le castagne, poi gli faccio capire di non insistere e infine lui fissando la coperta che mi tiene in caldo le castagne mi dice: “Almeno la coperta, almeno la coperta!!”. Al momento non capisco cosa vuole dire, ma è lui con gli occhi tristi a spiegarmelo "Di notte ha iniziato a far freddo”. Per fortuna mi viene incontro Maurizio (il padrone della coperta), che con la tranquilla solidarietà che gli deriva dalla lunga esperienza di volontario, gli dice: “Amico passa alle 19 e 30 quando abbiamo finito, vieni a prendere la coperta”.
Detto e fatto.
Piccola storia di povertà e dignità. In centro a Monza.