Riceviamo e pubblichiamo un comunicao del Circolo Legambiente Langer.

Apprendiamo dalla stampa che l’area della Cascinazza è stata definitivamente acquistata da una cordata di Società private. Che l’area sia di Paolo Berlusconi o di altri personaggi, per noi l’impegno ambientale non muta. Salvare le residue aree agricole di Monza, da quelle più preziose perché attraversate dal Lambro e a rischio esondazioni, a quelle  forse meno in vista ma altrettanto importanti come aree agricole e libere (Boscherona, San Fruttuoso, Casignolo, Sant’Albino, viale Industrie/Libertà) è sempre stato un nostro impegno prioritario. E riteniamo che debba esserlo anche per ogni buon amministratore che abbia veramente a cuore le sorti del territorio di Monza.(Per leggere tutto clicca sul titolo).



Vogliamo ricordare che l’area della Cascinazza venne acquista da una società di Paolo Berlusconi nel 1980 per circa 7 miliardi delle vecchie lire. Un Tecnico dell’UTE (Ufficio Tecnico Erariale) nel 1995, su incarico dell’allora Sindaco Mariani, ne stimò il valore in  47 miliardi circa. Oggi, a quanto si legge sulla stampa, l’area è stata venduta per “soli 40 milioni di euro” (sic!) (circa 77 miliardi di lire). In 28 anni il valore dell’area si è decuplicando, senza che la proprietà abbia mai fatto nulla per meritarselo se non aver perso una causa contro il Comune.
E già si parla di integrazioni a quella cifra in un momento assai delicato in cui, dopo aver approvato il Piano di Governo del Territorio a fine 2007, l’Amministrazione Comunale ne ha messo in campo la modifica. Ci chiediamo: perché e per chi?

Ha ragione il Ministro Tremonti quando afferma che “la speculazione è la peste del XXI  secolo”; meccanismo facilmente rintracciabile non solo nel campo del petrolio, ma anche in quello edilizio, immobiliare e nel mercato delle aree.
Anche qui c’è chi, novello “Robin Hood a rovescio”, vorrebbe togliere la vivibilità della città a tutti i cittadini per far ingrassare qualche imprenditore immobiliare, magari ben introdotto politicamente.

Ciò è tanto più odioso perché, in un momento di stagnazioni e restrizioni economiche, si rende il vivere quotidiano delle persone ancora più difficile. Nuovo traffico e congestione viabilistica, altra cementificazione, aumento della temperatura e dell’inquinamento locale, riduzione degli spazi aperti, delle aree verdi, dei terreni permeabili all’acqua piovana sono tutti fattori che riducono la qualità della vita e l’attrattività di Monza.

Per questo vigileremo sulle future proposte che la Giunta vorrà inserire nel PGT, affinché prevalga l’interesse pubblico per la città e i suoi cittadini, per la tutela del territorio e dell’ambiente contro i vergognosi affari di pochi speculatori edilizi.