Dalle canzoni di Simon and Garfunkel alle tags di Cornbread, Julio 204 e Taki 183, dallo studio del 1967 “Names, Graffiti and Culture” di un insegnante di Harlem allo storico fotoreportage del 1974 “The Faith of Graffiti”, le primissime tappe di una storia appassionante, che si aggancia al contemporaneo fenomeno italiano troppo spesso etichettato come vandalismo.