20171026 Saba Masoumian

La Galleria Villa Contemporanea per il suo quinto anno di attività a Monza presenta la personale dell'artista iraniana Saba Masoumian. Nel nostro filmato la curatrice Leda Lunghi ci guida alla scoperta delle sue opere e della sua poetica

È in corso presso la galleria Villa Contemporanea e sino al 25 novembre 2017 la personale della giovane artista iraniana Saba Masoumian, vincitrice nel 2015 della Biennale Giovani di Monza. Il lavoro con cui convinse la giuria allora, fa ora parte della collezione dei Musei Civici della città. Nella mostra vengono presentati sia opere dello stesso ciclo (i cosiddetti box) che i più recenti.

Nel video, abbiamo chiesto a Leda Lunghi, curatrice e autrice del testo critico, di affiancarci nella visita e di guidare i nostri lettori alla scoperta della poetica dell'artista.

 

 

 

Saba Masoumian: Un’eco lontana

“Le storie non finiscono mai perché proseguono ben dopo che noi ci abbiamo messo un punto, e oltretutto è impossibile circoscrivere una storia intera, ne sfioriamo solo frammenti e dobbiamo rassegnarci…” Jón Kalman STEFÁNSSON

Una musica suona in lontananza, una malinconica musica latina; qualcuno è passato da quella casa, non ci è dato sapere chi, forse perché laggiù non esiste tempo, le presenze sono oniriche, inconsce, sono racconti che continuano in uno spazio indefinito tra passato e presente. Qui in questi luoghi si instaura un linguaggio tra le esperienze primordiali e il ricordo ed ogni oggetto è permeato dal tempo; essi portano con sé   un alito di esistenza, cadente nell’oblio, è così che trascendono dalla stessa morte.

Suggestioni intime, effimere, innocenti e rarefatte, ma con sordidi rimandi. Creature che ci introducono in realtà sconosciute, in pensieri ingannevoli e atroci verità, questa è l’arte di Saba Masoumian, artista iraniana, che alza il sipario sulle sue opere e contemporaneamente, sul palcoscenico del suo inconscio, quello più atavico e remoto, introducendoci in quel microcosmo simbolico quale è il suo mondo, basato sulla trascendenza, sulla metamorfosi e sull’inquietudine. La sua poetica è rinchiusa in scatole, esse ci ammaliano con piccoli e poetici luoghi estranei al tempo, fragili prigioni in cui sono transitate fuggevoli esistenze. L’artista costruisce con minuzia frammenti di realtà, instanti di Purgatorio: un bagno arrugginito, un vecchio cavallo a dondolo che riporta al passaggio di un bambino, scarpe abbandonate, una sigaretta dimenticata accesa sul posacenere. Opere al contempo cupe e grottesche in cui nascono, sfumano, trapassano presenze con simbologie spesso dualistiche ed è così che ci troviamo spaesati dinanzi alla vitalità del sangue, il quale ci appare perfino nella sua forma più materna e naturalmente cruda di cordone ombelicale in quanto legame inestinguibile con la vita; il suo colore rosso attraversa scorrendo le stanze, libero senza tabù per poi dileguarsi in uno scarico arrugginito fino ad incontrare la morte e la sofferenza. Quelle di Saba Masoumian sono racconti di vita e delle loro zone d’ombra, in questi piccoli mondi si rivelano realtà che non sono state e per questo veritiere, con lasciti di sentimenti, di abbandono da cui sorge il ricordo mimesi del dolore. Gli oggetti che l’artista lavora minuziosamente quali una saponetta, le piastrelle, lo specchio, gli organi, sono vestigie, sono la poesia della memoria di quella più profonda e sincera e per questa ragione truce crudele e dolorosa, poiché rivelatrice dell’inconscio, il quale conduce ad affrontare reminiscenze di una repressione vissuta. Il cambiamento è un continuo susseguirsi nei lavori dell’artista, dal dolore che si trasforma in liberazione, alla rappresentazione della sessualità soppressa e ritrovata attraverso la lugubre immagine di una capra appesa sanguinante, in primo piano lo squarcio che denota il simbolo dell’organo femminile, una femminilità, una vita che rinasce attraverso la grazia di una farfalla, viva, cangiante che con le sue ingenue   ali variopinte, va a posarsi proprio sull’animale esanime, ridonandogli speranza e dignità e sarà poi il leggiadro lepidottero insieme ad altri a trovare, nello scorcio di una piccola finestra  aperta, la forza del  vento, del volo dell’indipendenza e della tanto ricercata libertà. Un costante divenire quello dell’artista nelle sue opere, che cresce, muta,  attraverso  i  suoi  simboli,  rimanendo  immensamente  legata  alla  madre  terra,  descritta sempre con assoluta semplicità, anche nella sua più grande crudezza. Questa necessità di volare, di vivere appieno l’indipendenza e l’emancipazione conquistata è testimoniata proprio nei suoi ultimi lavori, dove la metamorfosi e lo sviluppo dell’artista arrivano al suo apice.

In questo secondo atto trapela un’innocenza apparente e sconcertante, in cui l’artista cerca di liberarsi dai fantasmi del passato per cadere e catturare quelli presenti del mondo che la circonda. Lascia questo compito a delle figure estranee ingenue e mitologiche, ovvero dei    curiosi volatili, quali rivelatori di percezioni e sentimenti a noi ormai estranei, portatori di immagini che rappresentano non solo la convivialità, ma anche il rispetto per la natura e per l’altro. In queste opere,  Saba  Masoumian  con  il  suo  costante  linguaggio  di  allegorie,  descrive  la  freddezza dell’uomo postmoderno, evidenziando il suo essere meccanico privo di sentimenti, i cui pezzi si possono assemblare come se esso fosse un dispositivo, una macchina. Gli organi dell’amore, della riproduzione, della sessualità, sono descritti dall’artista in maniera cruda, come se non fossero collegati tra di loro e funzionassero ormai per automatismi. Masoumian affronta qui il concetto della società contemporanea, di un uomo incapace di comunicare, narcisista, vorace ed egoisticamente possessivo; appare in queste tele il legame tra il sesso e i sentimenti e delle relazioni minuziose di organi sessuali narrati come rabbiosi e repressi, specchio di esseri avari che hanno abbandonato i propri sentimenti sopraffatti dalle frustrazioni, divenendo irriguardosi nei confronti della società, di loro stessi e dell’ambiente.

L’artista pone nelle sue estemporanee e soavi presenze la capacità di rieducarci e riportarci al nostro primario senso istintivo ovvero il legame con la terra, ne conseguirà il rumore del silenzio della complessità umana che si apre al cospetto della natura, da qui le trame di vite non vissute che echeggiano in lontananza, che sovrastano sempre il nostro essere ed il nostro buio.

Leda Lunghi

 

VILLA CONTEMPORANEA Via Bergamo 20 20900 Monza (MB)
info@villacontemporanea.it - http://villacontemporanea.it

 

20171026 villa lunghi

La gallerista Monica Villa e a curatrice Leda Lunghi

 

Saba Masoumian

È nata a Tehran nel 1982, vive e lavora a Bologna. Si è laureata in grafica alla Azad University di Tehran e attualmente studia Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Le sue opere sono presenti nelle collezioni pubbliche del Museo Civico Della Torre di Treviglio, dei Musei Civici di Monza, delle Cartiere del Polesine di Adria. Ha vinto il Premio d’Arte Città di Treviglio e il Premio San Fedele nel 2016; il Premio d’Arte Città di Monza nel 2015. È stata inserita da Saeb Eigner in Art of the Middle East, Merrell Publishers, Londra, presentata da Lu Peng in Dimension of Civilization, esposizione inaugurale del Museum of Contemporary Art di Yinchuan.

Ha avuto diverse mostre personali e collettive a Bologna, Dubai, Londra, Milano, New York, Rovigo, Teheran e Treviglio. Principali mostre personali: 2016 – In-A-Box, Sponge Living Space, Pergola; 2016 - Metamòrphosis, Galleria San Fedele, Milano; 2014 – Butterflies in My Stomach, XVA Gallery, Dubai; 2010 – I’ve Been Left in Your Room, Azad Art Gallery, Tehran. Principali mostre collettive: 2017 – Playing Scenic, Pinacoteca Nazionale, Bologna; 2016 – Esodo, Galleria San Fedele, Milano; 2016 – This House, Iranshahr Art Gallery, Tehran; 2011 – Breakfast in Tehran, Frameless Gallery, London; 2009 – 1001 Colors, Canvas Gallery, New York. Principali partecipazioni: 2016 – Concorso Giovani Talenti, Museo Civico Della Torre e Spazio Sanpaolo Invest, Treviglio; 2016 – Limited Access Festival, Aaran Projects di Aaran Gallery, Teheran; 2015 – Biennale Giovani Monza, Palazzo dell’Arengario, Monza; 2013 – Rivers of A.I.R., Pescheria Nuova, Rovigo. Residenze: 2015 e 2016 – Premio Arti Visive San Fedele, Centro Culturale San Fedele, Milano. Ospite: 2016 – A,M,O (Arte-Marche-Oltre), Cagli, Fano, Pergola, Pesaro e Senigallia.

Gli autori di Vorrei
Antonio Cornacchia
Antonio CornacchiaWebsite: www.antoniocornacchia.com

Sono grafico e art director, curo campagne pubblicitarie e politiche, progetti grafici ed editoriali. Siti web per testate, istituzioni, aziende, enti non profit e professionisti.
Scrivo soprattutto di arti e cultura.

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