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Dossier: La verità, vi prego, sulla politica. La nostra Marta Tremolada è tornata a fine gennaio dall’Africa dopo un anno di Servizio Civile Internazionale in Zambia. Questa testimonianza viene dalle sue esperienze in progetti di cooperazione internazionale per la salvaguardia del patrimonio ambientale.

 

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ella provincia orientale dello Zambia, in Africa meridionale, attorno al fuoco dei villaggi si racconta ancora una storia che parla di re, regine, cerimonie reali, tesori nascosti e guerrieri. Questa storia non è una leggenda, ma il racconto reale del Barotseland, regno dei Losi, una tra le 72 etnie differenti per cultura e lingua che oggi compongono lo Stato dello Zambia. Questo storico Regno reclama la sua indipendenza dallo Stato centrale a causa di impegni non mantenuti, trattati volontariamente cancellati e grandi quantità di risorse naturali contese.

C’era una volta un re di nome Lewanika il cui regno comprendeva l’intera distesa della piana dello Zambesi che si estendeva da nord dell’attuale territorio zambiano fino allo Zimbabwe, includendo anche parte della Namibia e del Botswana. Il regno dei Losi è sempre stato ricco di materie prime: il fiume Zambesi oltre ad essere fonte di acqua e territorio di pesca, con il suo periodico straripare riempie la piana circostante di “black soil”, una terra particolarmente fertile, perfetta per la coltivazione di riso. I Losi, abitanti di queste terre, hanno sempre vissuto in sintonia con il grande fiume spostandosi periodicamente dalla piana all’upland, la terra ferma, dove da coltivatori e pescatori si trasformavano in allevatori di mandrie e cacciatori nelle ricche foreste di legno pregiato. Politicamente il regno del Barotseland è sempre stato una monarchia, grazie alla presenza del Litunga, il re dei Losi, ma effettivamente la gestione amministrativa, non ha nulla da invidiare alle più floride democrazie parlamentari. Il popolo Losi è rappresentato nella “Kuta”, il parlamento del regno, il cui portavoce ultimo rimane il re, ma i partecipanti con potere di voto sono gli “Induna” rappresentanti delle varie zone del regno eletti meritocraticamente dagli abitanti dei villaggi di riferimento.

 

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Foto tratta da viaggisolidali.trigomiro.net

 

Il regno dei Losi sopravvisse per secoli alle incursioni di tribù limitrofe e anche alla diffusa pratica della tratta degli schiavi, ma alla fine dell’800 arrivò l’uomo bianco e propose accordi commerciali convincenti che portarono l’indipendente regno del Barotseland a diventare un protettorato della corona inglese. Gli accordi commerciali stipulati con gli Inglesi comprendevano lo sfruttamento delle risorse minerarie del Barotseland e in particolare delle miniere di rame del Copperbelt la quale esportazione è una delle maggiori fonti di ricchezza dell’attuale stato dello Zambia.

Ufficialmente gli inglesi lasciarono il territorio dei Losi solo nel 1964 quando nacque lo stato zambiano con i confini che conosciamo oggi. L’indipendenza dello Zambia dalla corona inglese fu possibile solo grazie ad un accordo chiamato Barotseland Agreement stipulato tra il Litunga del Barotseland, il rappresentante del governo britannico e Kenneth Kaunda, primo ministro di quella che era allora la Rodhesia del Nord e che sarebbe poi diventato il primo presidente del neonato Stato zambiano .

L’accordo stipulato nel 1964 sancì l’inclusione del regno dei Losi nello Stato dello Zambia, ma con l’impegno da parte del nuovo governo di supportare lo sviluppo economico nei territori del vecchio regno e la concessione di una maggiore autonomia amministrativa del Litunga soprattutto per quanto riguardava la gestione delle risorse naturali e della terra. Si creò così una commistione di poteri sul territori del vecchio Barotseland oggi identificabile, solo in parte, con i confini della Western Province dello stato zambiano.

Il Barotseland Agreement sembrava fosse un buon accordo per salvaguardare gli interessi politici, economici e culturali del popolo Losi, ma effettivamente il trattato non fu mai rispettato. Appena dopo la nascita dello stato zambiano, il presidente Kaunda elaborò atti legislativi per affermare l’unità nazionale abolendo l’entità autonoma del Barotseland e ancora oggi la risoluzione del Barotseland National Council del 26-27 Marzo 2012 afferma che al momento dell’indipendenza il Barotseland Agreement non fu mai ratificato anzi fu completamente abrogato dal governo centrale già nel 1969.

 

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Foto tratta da ilmondodiannibale.globalist.it

 

Il fallimento di questo accordo costituì la base di un ritorno al progetto di autonomia del Barotseland basato su particolarismi etnici, linguistici, storici e culturali. Le spinte indipendentiste non portarono mai a scontri violenti fino al 2011, anno delle elezioni presidenziali, che riaccesero le speranze del popolo Losi di vedersi riconosciuti i propri diritti. Alcuni mesi prima delle elezioni i Losi scesero nelle strade di Mongu, città capitale della Western Province, per rivendicare i loro diritti nei confronti dello stato centrale che reagì aprendo il fuoco contro i manifestanti e incarcerando molte persone appartenenti al movimento rivoluzionario armato “Shake your neighbour”.

Michael Sata del partito all’opposizione, il PF, cavalcò l’onda rivoluzionaria, promettendo maggiore autonomia al popolo Losi e l’attuazione di un progetto modernista della provincia ovest del Paese assicurandosi così l’appoggio dei Losi e la vittoria contro il partito MMD di Rupia Banda. Dopo un anno dalle elezioni il nuovo presidente e il suo apparato statale sembrano essere ancora estranei alle esigenze del popolo Losi, che di fronte all’ennesimo fallimento del tanto millantato sviluppo, ha rinforzato le rivendicazioni di autonomia del Regno. Addirittura per paura di nuovi scontri violenti nello scorso Aprile la celebrazione della “Kumbuoka”, una tra le più importanti cerimonie reali, è stata annullata, e le persone sospettate di far parte del movimento indipendentista sono ancora ricercate dal dipartimento dei servizi segreti dello Stato zambiano.

Il governo nazionale non vuole cedere alle richieste di indipendenza del popolo Losi perché troppi sono gli interessi economici contesi. La piana dello Zambesi, terra di origine dei Losi sembra essere un giacimento ricco di diamanti e petrolio sul quale lo Stato centrale vuole mettere le mani, ma fin’tanto che il Litunga rivendicherà la legittimità del Barotseland Agreement, la gestione della terra e delle risorse naturali rimarrà questione del potere tradizionale e i diamanti e il petrolio una leggenda. In questo modo però, il problema dello sviluppo economico della Western Province rimane: infatti i Losi non sono in grado si sfruttare le risorse naturali di cui sono in possesso. Da una parte mancano gli strumenti tecnici necessari per avviare il tanto millantato sviluppo, ma dall’altra parte lo Stato centrare sembra voler continuare a peccare di superbia, volendo per se il ricco tesoro del regno del Barotseland senza condividerlo con i legittimi proprietari, ovvero il popolo Losi.