Le proteste degli "indignati" in Spagna non si sono fermate nemmeno durante il "giorno di riflessione" che precede le elezioni amministrative di domani

Avrebbero dovuto sbaraccare e andarsene, e invece sono ancora lì. Gli indignati spagnoli non si lasciano fermare nemmeno da una esplicita proibizione della Giunta Elettorale, che ha vietato di proseguire con la protesta per le giornate di oggi e domani, «per evitare che si influenzi il diritto di voto dei cittadini». All ore 00.00 di oggi, dunque, sarebbe scattata una sorta di coprifuoco, che avrebbe autorizzato la polizia a disperdere i manifestanti raccolti nelle piazze di tutto il Paese. O se non altro, come aveva anticipato già il ministro spagnolo degli Interni, a distribuire multe e sanzioni agli irriducibili, in maniera da evitare l'uso della forza contro una protesta a tutt'oggi pacifica e senza l'ombra di violenza.

 

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Tutto questo, però, è stato vanificato dalla determinazione di chi è in piazza ormai da quasi una settimana ininterrottamente, e non ha intenzione di andarsene. Scattata la mezzanotte, la gente è rimasta salda al proprio posto, semplicemente parlando, come se l'immenso affollamento fosse la conseguenza di una coincidenza che portava in uno stesso luogo gruppi di amici diversi. La polizia, evidentemente già preparata all'eventualità, ha dovuto farsene una ragione, e per una volta ha vinto sul serio la democrazia, contro una classe politica che con il pretesto del silenzio elettorale il giorno prima delle elezioni voleva mettere la museruola a un movimento di cui non riesce a prendere le briglie, e che col passare delle ore mette sempre più paura. Questa gente non se ne andrà finché non avrà trovato risposte, e soprattutto non offrirà spunti ai politici per etichettarli come facinorosi o esaltati. La Spagna, con i suoi giovani (e non solo), sta dando a tutta Europa una lezione. Il "braccio armato" di questo movimento è la presenza pacifica in piazza di persone unite dalla stessa volontà di cambiare, sul serio, una volta per tutte. La cosa peggiore che potesse capitare ai politici.

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Nelle foto, gli "indignati" di Salamanca, in Plaza de la Constitución


Gli autori di Vorrei
Simone Camassa
Simone Camassa

Nato a Brindisi il 7 maggio del 1985. Insegnante di Italiano, Storia e Geografia nella scuola pubblica, si è laureato in Lettere, in Culture e Linguaggi per la Comunicazione e in Lettere Moderne, sempre all'Università degli studi di Milano. Suona la chitarra elettrica (ha militato in due gruppi rock, LUST WAVE e BLACK MAMBA) e scrive poesie.

Appassionato di sport, ha praticato il nuoto a livello agonistico fino ai diciotto anni, per un anno ha anche giocato a pallacanestro. Di recente, è tornato al cloro.
È innamorato della letteratura in tutti i suoi aspetti, dalla poesia fino al fumetto supereroistico statunitense. Sogna di realizzare un supercolossal hollywoodiano della Divina Commedia, ovviamente in forma di trilogia e abbondando con gli effetti speciali.

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