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L'ostensione a Torino del lenzuolo che la leggenda vorrebbe aver avvolto il Cristo, fra esperienza religiosa, mito e marketing territoriale

 

Difficile spiegare cosa spinge le folle ad accalcarsi a Torino in 40 gg di Ostensione. Probabilmente un insieme di ragioni: fede, curiosità, turismo. La figura del Cristo, oggi come 2000 anni fa, accende discussioni e divide.

Come nel passato la crocefissione attirò masse di persone al cospetto di una croce e dell'uomo che vi moriva, allo stesso modo oggi esse sono attratte dall'Ostensione dei reperti di quell'esecuzione. Ancora si mescolano fedeli e curiosi. Coloro che un tempo accorrevano attratti dallo "spettacolo" della morte come diversivo, oggi sono turisti.

La coda dei pellegrini, nell'ora di pranzo di un giorno feriale di metà maggio, è composita e relativamente ordinata.

 

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Molti stranieri già intenti a studiare la guida della città di Torino per stabilire dove pranzare e l'itinerarario da visitare. Bambini stanchi dell'attesa che si rincorrono nel prato dei Giardini reali. Persone di ogni età che mentre avanzano lentamente chiacchierano degli argomenti più disparati. L'atmosfera mistica è praticamente inesistente. Pochissimi i fedeli in preghiera, nonostante il percorso sia stato studiato appositamente per favorire il raccoglimento.

La lunga attesa ha di certo reso più insofferenti i pellegrini: talvolta sono scappate occhiate traverse ai volontari che chiedevano la precedenza per le persone in sedia a rotelle!

Non si può decretare cosa rappresenti la Sindone per l'uomo moderno: la diatriba scientifico-religiosa circa l'appartenenza del telo funerario a Gesù è ancora aperta. In ogni caso è innegabile la grande importanza di cui essa gode fin dall'antichità e che tuttora le è attribuita.

Ad attestarlo ci sono i numeri dell'evento: circa 2.000.000 di pellegrini hanno prenotato la visita. A questi si dovrebbero aggiungere coloro che hanno tentato la coda dell'ultimo minuto e coloro che pur interessati non hanno potuto partecipare all'Ostensione.

Come ad un grande concerto, le prenotazioni delle visite nei weekend sono esaurite dopo pochi giorni dall'apertura, e dopo 4 settimane, a metà del periodo di Ostensione, appena un centinaio di posti erano ancora liberi, interdetti ai più in quanto concentrati principalmente nella fascia oraria tra le 07.00 e le 07.30 nei soli giorni infrasettimanali.

L'Ostensione è diventata quindi un "grande evento", dalle stesse parole degli organizzatori, e in un periodo in cui bisogna fare i conti con la crisi, anche la Sindone ha il suo budget. Con orgoglio sul giornale gratuito distribuito ai pellegrini, si spiega come è stato possibile coinvolgere il maggior n' di persone tagliando le spese, grazie alla collaborazione gratuita dei volontari e con l'adozione di un sistema di prenotazioni online al posto del call center sperimentato nelle edizioni precedenti.

 

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La stessa cura per il bookshop, ben fornito e per l'occasione accompagnato da un punto filatelico, senz'altro ha contribuito alla copertura delle spese affrontate.

L'aspetto commerciale si vede nelle strade, tra le bancarelle di souvenir religiosi più o meno pregevoli e di buon gusto, che iniziando a fare capolino da metà dell'elegante via Garibaldi, via dello shopping torinese, diventavano sempre più numerose con l'avvicinarsi alla piazza Castello.

Personalmente ciò che mi ha spinto ad "accaparrarmi" una prenotazione per la visita è stata l'unicità dell'evento. Uno spettacolo da non mancare assolutamente in quanto raro. Sebbene questa sia la 5^ Ostensione moderna, delle quali le ultime 2 relativamente recenti, nel 1998 e nel 2000, la curiosità di osservare una reliquia (o considerata tale), un pomo della discordia tanto "famoso". Come San Tommaso, il desiderio di vedere coi propri occhi per poi giudicare: questo è stato personalmente il motivo della mia visita.

Certamente l'evento religioso è stato "sfruttato" dalla città anche a fini turistici, collegandovi un ricco apparato di mostre ed eventi speciali incentrati sul supplizio e la figura di Gesù.

La mia scelta è caduta su quelle che mi sembravano più interessanti per un pubblico "laico": il Museo della Sindone, il Museo del Cinema e la mostra fotografica ospitata all'interno della Cappella dei Mercanti.

Il Museo della Sindone si pone come meta doverosa a seguito della visione del telo in quanto ricco di documenti storici e scientifici, quali gli ingrandimenti delle tracce biologiche rilevate sulle fibre della tela, le elaborazioni 3D del volto, ed un impressionante ologramma dei 2 lati completi della figura.

La diatriba sulla natura della Sindone ha da sempre diviso scettici e fedeli, accendendo nel mondo scientifico il desiderio di stabilirne l'origine e la datazione .

Sebbene molti studi sembrano accreditare l'ipotesi religiosa, tuttavia alcune discordanze lasciano aperti quesiti circa la formazione dell'immagine tridimensionale e la datazione, che, in base alle analisi del radiocarbonio, non coincide con l'epoca della figura storica di Gesù.

Il Museo è gestito dalla Confraternita del SS sudario, che dal 1937 si dedica allo studio della Sindone e funge da supporto storico-scientifico allo stesso Centro di Sindonologia.

Sebbene in mostra ampio spazio sia dato alle diverse tecniche scientifiche è anche vero che sono ben evidenziati solo i risultati che supportano la tesi religiosa mentre solo un accenno è dato ai dati discordanti.

L'aspetto turistico era molto evidente al Museo del cinema, ove è stata allestita la rassegna "Ecce Homo".

Sulla cancellata della Mole antonelliana infatti, celebri fotogrammi tratti dai film sulla Passione catturavano l'attenzione dei passanti e invitavano a proseguire la visita all'interno. Una lunga coda di persone ha scelto infatti di approfittare della doppia visita, sia del monumento che del museo.

 

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Riguardo alla rassegna, è noto quanto il tema religioso del supplizio e morte di Gesù sia caro al cinema, attestando un grande interesse da parte del pubblico. Attraverso le decine di film in mostra, è stato possibile osservare come si è evoluta e differenziata la trattazione di questo tema dai colossal americani a rappresentazioni più introspettive o moderne e contestualizzate.

Indubbiamente l'Ostensione ha costituito un forte richiamo dalle ampie possibilità per laici e religiosi e l'aspetto culturale è stato sicuramente quello predominante.

Dal punto di vista strettamente religioso, per i fedeli non sono mancate occasioni di preghiera e servizi dedicati quali l'adorazione del SS Sacramento portato in processione ogni mattina dal Duomo alla Cappella reale o la possibilità di accostarsi alla confessione nella bella Penitenzeria di Palazzo Chiablese, resa possibile dalla disponibilità di un cospicuo numero di confessori poliglotti.

In conclusione così come le considerazioni sulla Sindone, anche la valutazione dell'Ostensione è abbastanza soggettiva. Non si può parlare solo di evento religioso nè di mero evento turistico:è stata infatti lasciata libertà a ciascuno, a seconda del proprio orientamento, di fruire ed apprezzare maggiormente un aspetto piuttosto che l'altro offrendo molto ad entrambi per rendere la visita un piacevole ricordo.

Gli autori di Vorrei
Cecilia Brambilla