A Osnago il convegno nazionale della rete dei Distretti di Economia Solidale e dei Gruppi di Acquisto Solidali.


 

 

 

 

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a due giorni dell'Economia Solidale comincia con una modalità insolita. Quando entro nella sala conferenze, accreditato come giornalista della rivista Vorrei, la sala è completamentente vuota, con pile di sedie in plastica allineate lungo i bordi del perimetro rettangolare. Giuseppe Vergani è intento a sistemare sul palco l'impianto audio. All'improvviso, ultimati gli allacciamenti dei cavi, parte l'audio di una nota canzone dei Sonic Youth, peraltro uno dei gruppi che preferisco e seguo da quasi trenta anni. Al mio stupore arriva pronta la risposta “ L'ho messa per te” dice gentilmente Giuseppe Vergani, che insieme a Giuseppe De Santis, entrambi agronomi, sono gli animatori di Scret e progettisti della filiera corta del grano biologico di Brianza Spiga e Madia.

 Nel frattempo l'affluenza dei partecipanti comincia a diventare consistente, ma viene a più riprese raccomandato dagli altoparlanti di non spostare le sedie e di restare sui lati della sala. Il mistero si infittisce, non vengono date spiegazioni esaurienti, anzi cominciano a girare voci che in realtà, nell'ampio spazio privo di sedie, al posto del convegno sarà consumata una due giorni di balli e danze. Alla fine arriva la sorpresa stravagante: quando tutti i partecipanti sono entrati viene spiegato che si svolgerà una sorte di auto presentazione di massa. Vengono così formulate delle domande, chiedendo come risposta di posizionarsi conseguentemente nello spazio in corrispondenza. Così tutti possono vedere ad esempio la provenienza geografica: quasi il 90% si colloca a nord, una ventina di persone al centro e solo due persone, una proveniente dalla Calabria e l'altra dalla Sicilia, si collocano nella parte sud.

 

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Altre domande di posizionamento fanno così “ballare” il folto gruppo, facendolo smembrare e ricomporre in altri intrecci. Si scopre così che buona parte non ha capito esattamente cosa sia un Des ( Distretto di Economia Solidale ), oppure che solo sette persone fanno parte delle istituzioni amministrative come consiglieri comunali o assessori, o anche che più della metà partecipa per la prima volta a un convegno nazionale e che la maggioranza del gruppo ritiene che il movimento solidale sia destinato a incidere nella società e nell'economia del futuro, contro sole quattro persone che invece ritengono l'effetto sulla società solo di pura testimonianza. Alla fine questi "balletti" si rivelano efficaci e immediati a dare una percezione visibile dell'identità dei partecipanti.

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Cominciano i lavori con un discorso di benvenuto di Sergio Venezia, fondatore della retina Des-Bri. Sergio ripercorre rapidamente la storia della rete, partendo dal Social Forum di Porto Allegre, dove alcuni "turisti per caso" capirono e importarono anche in Italia l'idea di un modello nuovo di economia, basato sulla solidarietà e il consumo consapevole. La rete Gas della Brianza e la successiva nascita del distretto brianzolo ( Des-Bri ), che oggi conta l'adesione di un migliaio di persone, sono stati fondamentali per il costituirsi successivo del movimento nel nord Italia; non è un caso che il primo convegno nazionale accorpato di Des e Gas si svolga nel cuore della Brianza, terra in cui è maggiormente sviluppata la struttura organizzativa, in grado di condurre adeguatamente i lavori sul piano logistico.

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La parola passa alla prima relatrice della giornata, Francesca Forno docente di sociologia dell'università di Bergamo. Con il suo intervento viene inaugurata una modalità simpatica da parte del moderatore del convegno: ogni relatore ha a disposizione quindici minuti per il suo intervento, allo scadere dei dieci minuti il moderatore porta un gianduiotto di Torino al relatore, che a questo punto avrà cinque minuti per concludere; nel caso egli riesce a stare nei tempi, potrà tenersi il gianduiotto, altrimenti gli verrà ripreso, restando così a bocca asciutta o amara. Francesca si propone quindi di stare assolutamente nei tempi assegnati e comincia a presentare un lavoro di ricerca molto interessante sull'associazionismo Lombardo.

La Lombardia, regione tra le più ricche d'Europa, ha un numero molto elevato di associazioni, un patrimonio di organizzazione sociale che però sta subendo negli anni una trasformazione. Se una volta l'associazionismo era una sorte di palestra della democrazia dal basso, aggregando in orizzontale parti di società cosiddetta "civile", negli ultimi anni ha mutato questa sua forma, divenendo una struttura organizzativa simile al sistema dei partiti politici. Esse si relazionano in forma verticale con le istituzioni e concentrano le attività soprattutto nella partecipazione a bandi, a incarichi di progetti o a sovvenzioni, divenendo di fatto una parte di quelle forme di esternalizzazione dei servizi pubblici, molto in voga con il principio di sussidiarietà, che hanno di fatto travasato il lavoro dalle strutture amministrative pubbliche. Le associazioni hanno quindi perso con il tempo le originarie caratteristiche sociali, moltiplicandosi e specializzandosi nei più disparati campi di azione, aumentando di conseguenza la propia struttura burocratica.

Nella ricerca è emersa anche una vistosa differenza della percezione identitaria tra l'associazionismo legato alle reti Gas e delle altre tipologie associative. In alcuni aspetti il divario appare molto elevato. Ad esempio nell'idea sull'incisività dell'azione sul sistema sociale gli aderenti alle reti Gas sono saldamente convinti di incidere sulla trasformazione e la cultura del corpo sociale, mentre nelle altre tipologie di associazionismo prevale una forte disillusione sulla possibilità di incidere significativamente nelle pratiche e nelle culture sociali.

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A seguire sono intervenuti alcuni rappresentanti dei territori del Parco Agricolo Sud Milano, che hanno portato a condividere le esperienze del Gas di Baggio e dei legami con le problematiche della vasta area a sud di Milano, seguiti dall'intervento di Mauro Serventi sulla frontiera del Gas Energia. A dire la verità questo intervento non l'ho capito molto, non conoscendo bene questo tema, comunque il relatore ha tracciato un profilo complesso del settore che è divenuto un banco di prova per le reti solidali, dove l'etica no profit si trova sulla linea di confine del profit. Nel settore energetico, tutto quel complesso di tecnologie legato alle fonti rinnovabili e alla riduzione del consumo, si muovono cospicui interessi finanziari e quindi le grosse imprese profit egemonizzano di fatto il mercato, lasciando spazi ridotti di manovra alle piccole imprese e al mondo no profit.

 

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Dopo la pausa pranzo i lavori sono continuati in seduta pomeridiana suddividendo i partecipanti in dieci gruppi o laboratori di approfondimento specifico. Non ho potuto partecipare perché non potevo perdermi l'edizione di Arcorestreetfestival 2010 e quindi, mi spiace, non posso scrivere nulla, a meno chè non interviene su questa rivista qualcuno degli amici del Des-Bri, a integrare e correggere la lacuna.

 

La galleria fotografica di Daniele Cavallotti fotografo.

 

Che cosa è un Gas: intervista a Pasquale Scalambrino, Gas di San Fruttuoso, Monza.

 

1 ° parte - continua 2° parte. 

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.