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N

ei paesi avanzati non ci sono precedenti per la scelta di classi separate per i bambini immigrati. Ci sono invece molte esperienze di didattica speciale, volta al rafforzamento delle competenze linguistiche. Nel nostro paese la percezione di un'emergenza educativa è drammatizzata dallo smantellamento delle risorse per fronteggiarla. Il fatto stesso che alcune scuole abbiano investito di più nella didattica interculturale non di rado diventa un pretesto per convogliare solo verso queste gli alunni immigrati. Problemi di merito e metodo della proposta.

I minori di origine immigrata oggi presenti in Italia sono più di 760mila, dei quali però 450mila sono nati nel nostro paese, e in varie altre nazioni godrebbero dalla nascita della cittadinanza. Tra i minori stranieri scolarizzati, le proporzioni si invertono: circa i due terzi sono nati all’estero, anche se nel tempo le cose cambieranno per la naturale evoluzione demografica della popolazione immigrata. Il fenomeno in ogni caso è in rapida crescita e presenta marcate concentrazioni territoriali. Le regioni con le maggiori concentrazioni di istituzioni scolastiche che superano il 20 per cento di alunni “stranieri” sono Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Nel Sud solo in Sicilia si individuano alcune scuole in condizioni analoghe. La Lombardia è la regione d’Italia con il più alto numero di istituti che hanno almeno il 20 per cento di iscritti di cittadinanza non italiana, sono più di duecento. Nell’anno scolastico 2007-08, le scuole della regione con una percentuale di alunni non italiani pari o superiore al 25 per cento sono state il 9,3 per cento del totale. (1)

SOLUZIONI IN ITALIA E ALL’ESTERO

A questa rapida e visibile trasformazione delle basi demografiche e sociali della popolazione scolastica, vuole fornire una risposta la mozione sulle cosiddette classi-ponte per i bambini immigrati, proposta dalla Lega Nord, condivisa dal governo e approvata dalla Camera dei deputati. Un progetto che , a quanto sembra, incontra un vasto consenso nell’opinione pubblica nazionale. Benché non ancora chiarissima nelle sue modalità applicative, la mozione è un atto di indirizzo politico, non una proposta di legge dettagliata, l’idea è di costituire classi distinte per gli alunni che non dimostrino, a un apposito test d’ingresso, una sufficiente conoscenza della lingua italiana. Lì rimarranno finché non riescano, a una successiva verifica, a superare la prova.
Molti commentatori hanno osservato che la mozione individua un problema reale, sentito tra le famiglie italiane che hanno figli nella scuola primaria. Si stanno formando, si dice, classi in cui la numerosità dei bambini immigrati e la loro inadeguata conoscenza della nostra lingua frena l’apprendimento di tutti, provocando la fuga degli italiani. O se non possono andarsene, un evidente rancore.
I sostenitori del provvedimento, tuttavia, non si sono rifatti a nessuna esperienza straniera. Non si conoscono infatti, in epoca recente, precedenti nei paesi avanzati in cui si sia scelta la strada di classi separate per i bambini immigrati, anche se si danno molte esperienze di didattica speciale, volta al rafforzamento delle competenze linguistiche. Per esempio, in Australia o nel Regno Unito, i bambini sono inseriti nelle classi normali, ma inizialmente ricevono una formazione intensiva in lingua inglese, in gruppi separati e con insegnanti specializzati, mentre stanno in aula e lavorano con i compagni per materie come l’educazione fisica, l’educazione artistica, le attività manuali. Dopo qualche settimana, cominciano a diminuire le ore “speciali” e aumentano quelle “normali”, fino a giungere a una completa integrazione. Si tratta quindi di una soluzione diversa da quella delle classi “ponte” della mozione approvata dalla Camera, che istituisce contesti di apprendimento differenziati per gli alunni immigrati privi di adeguate competenze linguistiche.
L’approccio francese tiene conto della concentrazione urbana dei bambini immigrati, così come di altre componenti sociali svantaggiate, aumentando il personale educativo e le risorse a disposizione delle scuole dei cosiddetti “quartieri sensibili”. All’investimento educativo si aggiunge un’attenzione più complessiva alla riqualificazione e allo sviluppo dei quartieri difficili, con la destinazione di risorse per l’animazione economica, sociale e culturale dei territori, in cui le scuole svolgono una funzione importante.
Gli unici esempi noti di classi separate sono quelli istituiti in passato da alcuni länder tedeschi: in quei casi però l’insegnamento si teneva nella lingua del paese d’origine dei genitori, principalmente turchi, e aveva l’obiettivo di favorire il ritorno in patria. Un obiettivo che si è rivelato illusorio, producendo disadattamento e mancata integrazione, con i costi sociali conseguenti.

PROBLEMI DI MERITO E METODO

Nel caso italiano, non siamo all’anno zero. In molte scuole, anche se su basi locali e volontaristiche, sono stati sviluppati laboratori di italiano come lingua seconda, sono stati introdotti facilitatori e mediatori, sono stati distaccati insegnanti con funzioni di sostegno dell’apprendimento. Il problema è semmai che già sotto la gestione di Letizia Moratti, il ministero aveva tagliato le risorse per queste attività. Il lieve incremento successivo è rimasto ben lontano dal compensare l’aumento della popolazione scolastica di origine immigrata. (2) La percezione di un’emergenza educativa è drammatizzata dallo smantellamento delle risorse per fronteggiarla. 
Le vistose concentrazioni in certe scuole e classi, inoltre, non sono un dato per così dire “naturale”. Spesso derivano da scelte organizzative che addensano in alcuni plessi e classi gli alunni di origine straniera. Il fatto stesso che alcune scuole abbiano investito maggiormente nella didattica interculturale non di rado diventa un pretesto per convogliare verso di esse gli alunni immigrati, “sgravando” le altre. Il volontarismo e l’attivazione locale hanno come contraltare il disimpegno e la resistenza passiva di altre istituzioni scolastiche. Un impegno per l’integrazione scolastica dovrebbe cominciare con il superamento di queste segregazioni di fatto, non giustificate da ragioni di concentrazione urbana.
Vengono poi alcuni problemi di merito. Il primo, già espresso da Giovanna Zincone su La Stampa, riguarda i destinatari della proposta del test di ingresso: tutti gli alunni di nazionalità straniera, oppure solo quelli nati all’estero? E in questo secondo caso, tutti, compresi quelli giunti nei primissimi anni di vita, o solo a partire da una certa età? Che dire poi dei bambini adottati all’estero? E dei figli di emigranti italiani di ritorno? E dei figli di stranieri provenienti da paesi sviluppati? E dei figli di coppie miste? La proposta appare essenzialmente una dichiarazione di intenti che vuole marcare un confine, senza preoccuparsi di introdurre specificazioni.
Un altro problema riguarda le modalità di uscita dalle classi-ponte: che ne sarà degli alunni che non riusciranno a raggiungere il livello di competenza linguistica richiesto? Resteranno nelle classi-ponte? Fino a quando? Non si rischia di reintrodurre surrettiziamente le classi differenziali abolite ormai da tanti anni, perché ghettizzanti?
C’è infine una questione relativa ai luoghi e alle modalità dell’apprendimento linguistico. La lingua si impara in classe, ma anche negli intervalli, in cortile e in mensa, giocando, chiacchierando, passando del tempo insieme. E poi invitando ed essendo invitati a casa dei compagni nel tempo libero. L’apprendimento in contesti informali non è meno importante di quello formale. E in più produce integrazione reciproca. Si può sostenere che le classi ponte non vietano di entrare in rapporto con i bambini italiani, ma resta certo che non producono un ambiente favorevole agli scambi quotidiani e all’instaurazione di rapporti di amicizia.
Non è forse un caso che nessun esperto noto di scuola e di pedagogia interculturale si sia espresso a favore del provvedimento. D’altronde, immaginare che la forza politica che ha presentato la mozione, con il suo curriculum, abbia davvero a cuore l’integrazione dei minori immigrati, appare vagamente surreale. Ma se pensiamo che gli obiettivi siano altri, anzitutto di raccolta del consenso, allora si comprendono meglio le ragioni della proposta e del suo successo.


(1)I dati sono Usr Lombardia-Miur. Si veda M. Santerini, School mix e distribuzione degli alunni immigrati nelle scuole italiane, in pubblicazione su “Mondi migranti”.
(2) Un conteggio non recentissimo effettuato in Lombardia dava un rapporto di un insegnante all’incirca ogni 400 alunni di origine immigrata. Oggi la situazione è molto probabilmente peggiore, in termini di rapporto insegnanti dedicati/alunni immigrati.

Da Lavoce.info

***

I dati del 2006-2007 sugli studenti non italiani
a Monza e nella provincia di Milano
Fonte Ufficio scolastico per la Lombardia
(www.istruzione.lombardia.it)

 

Comune di MONZA (MI)
Tutti gli ordini di scuola
Alunni con cittadinanza non italiana, per stato di cittadinanza

Stato di cittadinanza M F Totale % CITT. % F
ALBANIA 102 93 195 11,73 47,69
ECUADOR 92 103 195 11,73 52,82
PERU' 105 59 164 9,87 35,98
ROMANIA 60 74 134 8,06 55,22
MAROCCO 79 46 125 7,52 36,80
Altre 471 378 849 51,08 44,52
TOTALE 909 753 1662 100,00 45,31


Alunni stranieri
1.662
Totale alunni
23.951
% alunni stranieri
6,94 %


Comune di MONZA (MI)
Scuole dell'infanzia
Alunni con cittadinanza non italiana, per stato di cittadinanza

Stato di cittadinanza M F Totale % CITT. % F
ECUADOR 16 18 34 12,10 52,94
ALBANIA 9 24 33 11,74 72,73
MAROCCO 13 10 23 8,19 43,48
PERU' 14 8 22 7,83 36,36
EGITTO 6 14 20 7,12 70,00
Altre 82 67 149 53,02 44,97
TOTALE 140 141 281 100,00 50,18


Alunni stranieri
281
Totale alunni
3.559
% alunni stranieri
7,90 %


Comune di MONZA (MI)
Scuole primarie
Alunni con cittadinanza non italiana, per anno di corso e ritardo scolastico

Anno di corso Alunni stranieri In ritardo
1 123 9 (7.32 %)
2 104 9 (8.65 %)
3 83 15 (18.07 %)
4 104 21 (20.19 %)
5 86 24 (27.91 %)
TOTALE 500 78 (15.6 %)

Alunni con cittadinanza non italiana, per stato di cittadinanza

Stato di cittadinanza M F Totale % CITT. % F
ALBANIA 24 31 55 11,00 56,36
PAESI NON INDICATI 30 23 53 10,60 43,40
ECUADOR 17 27 44 8,80 61,36
ROMANIA 17 25 42 8,40 59,52
PERU' 25 11 36 7,20 30,56
Altre 136 134 270 54,00 49,63
TOTALE 249 251 500 100,00 50,20


Alunni stranieri
500
Totale alunni
6.089
% alunni stranieri
8,21 %


Comune di MONZA (MI)
Scuole secondarie di primo grado
Alunni con cittadinanza non italiana, per anno di corso e ritardo scolastico

Anno di corso Alunni stranieri In ritardo
1 101 30 (29.7 %)
2 107 48 (44.86 %)
3 93 47 (50.54 %)
TOTALE 301 125 (41.53 %)

Alunni con cittadinanza non italiana, per stato di cittadinanza

Stato di cittadinanza M F Totale % CITT. % F
ALBANIA 30 18 48 15,95 37,50
ECUADOR 22 19 41 13,62 46,34
PERU' 11 22 33 10,96 66,67
PAESI NON INDICATI 17 13 30 9,97 43,33
ROMANIA 12 11 23 7,64 47,83
Altre 77 49 126 41,86 38,89
TOTALE 169 132 301 100,00 43,85


Alunni stranieri
301
Totale alunni
3.394
% alunni stranieri
8,87 %


Comune di MONZA (MI)
Scuole secondarie di secondo grado
Alunni con cittadinanza non italiana, per anno di corso e ritardo scolastico

Anno di corso Alunni stranieri In ritardo
1 227 187 (82.38 %)
2 146 116 (79.45 %)
3 102 87 (85.29 %)
4 61 49 (80.33 %)
5 44 38 (86.36 %)
TOTALE 580 477 (82.24 %)

Alunni con cittadinanza non italiana, per stato di cittadinanza

Stato di cittadinanza M F Totale % CITT. % F
ECUADOR 37 39 76 13,10 51,32
PERU' 55 18 73 12,59 24,66
ALBANIA 39 20 59 10,17 33,90
MAROCCO 46 12 58 10,00 20,69
ROMANIA 21 29 50 8,62 58,00
Altre 153 111 264 45,52 42,05
TOTALE 351 229 580 100,00 39,48



Alunni con cittadinanza non italiana, per tipologia di scuola secondaria di II grado

Tipo di scuola M F Totale Stranieri % Stranieri
IST. PROFESSIONALE 171 77 248 11.96
IST. TECNICO 157 77 234 7.33
IST. MAGISTRALE 7 40 47 2.87
ISTITUTO D'ARTE 5 18 23 3.22
LICEO SCIENTIFICO 9 10 19 1.22
LICEO LINGUISTICO 1 4 5 2.06
LICEO CLASSICO 1 3 4 0.38


Alunni stranieri
580
Totale alunni
10.909
% alunni stranieri
5,32 %

 

Provincia di MILANO
Tutti gli ordini di scuola
Alunni con cittadinanza non italiana, per stato di cittadinanza

Stato di cittadinanza M F Totale % CITT. % F
ECUADOR 2578 2481 5059 10,44 49,04
FILIPPINE 2474 2345 4819 9,95 48,66
PERU' 2428 2152 4580 9,45 46,99
ALBANIA 2266 2049 4315 8,91 47,49
ROMANIA 1907 1892 3799 7,84 49,80
Altre 13960 11921 25881 53,41 46,06
TOTALE 25613 22840 48453 100,00 47,14


Alunni stranieri
48.453
Totale alunni
515.870
% alunni stranieri
9,39 %


Provincia di MILANO
Scuole dell'infanzia
Alunni con cittadinanza non italiana, per stato di cittadinanza

Stato di cittadinanza M F Totale % CITT. % F
FILIPPINE 592 583 1175 11,72 49,62
EGITTO 597 482 1079 10,76 44,67
MAROCCO 561 457 1018 10,15 44,89
ALBANIA 465 423 888 8,86 47,64
ECUADOR 451 408 859 8,57 47,50
Altre 2590 2416 5006 49,94 48,26
TOTALE 5256 4769 10025 100,00 47,57


Alunni stranieri
10.025
Totale alunni
105.217
% alunni stranieri
9,53 %


Provincia di MILANO
Scuole primarie
Alunni con cittadinanza non italiana, per anno di corso e ritardo scolastico

Anno di corso Alunni stranieri In ritardo
1 3796 319 (8.4 %)
2 3779 452 (11.96 %)
3 3579 640 (17.88 %)
4 3550 750 (21.13 %)
5 3418 922 (26.97 %)
TOTALE 18122 3083 (17.01 %)

Alunni con cittadinanza non italiana, per stato di cittadinanza

Stato di cittadinanza M F Totale % CITT. % F
ROMANIA 888 851 1739 9,60 48,94
FILIPPINE 934 750 1684 9,29 44,54
ECUADOR 876 776 1652 9,12 46,97
ALBANIA 823 759 1582 8,73 47,98
MAROCCO 765 704 1469 8,11 47,92
Altre 5467 4529 9996 55,16 45,31
TOTALE 9753 8369 18122 100,00 46,18


Alunni stranieri
18.122
Totale alunni
171.694
% alunni stranieri
10,55 %


Provincia di MILANO
Scuole secondarie di primo grado
Alunni con cittadinanza non italiana, per anno di corso e ritardo scolastico

Anno di corso Alunni stranieri In ritardo
1 3460 1373 (39.68 %)
2 3482 1618 (46.47 %)
3 3329 1713 (51.46 %)
TOTALE 10271 4704 (45.8 %)

Alunni con cittadinanza non italiana, per stato di cittadinanza

Stato di cittadinanza M F Totale % CITT. % F
ECUADOR 629 606 1235 12,02 49,07
ALBANIA 560 442 1002 9,76 44,11
PERU' 476 439 915 8,91 47,98
FILIPPINE 499 414 913 8,89 45,35
CINA 492 359 851 8,29 42,19
Altre 2967 2388 5355 52,14 44,59
TOTALE 5623 4648 10271 100,00 45,25


Alunni stranieri
10.271
Totale alunni
98.648
% alunni stranieri
10,41 %


Provincia di MILANO
Scuole secondarie di secondo grado
Alunni con cittadinanza non italiana, per anno di corso e ritardo scolastico

Anno di corso Alunni stranieri In ritardo
1 3571 2493 (69.81 %)
2 2450 1766 (72.08 %)
3 1917 1479 (77.15 %)
4 1265 921 (72.81 %)
5 832 611 (73.44 %)
TOTALE 10035 7270 (72.45 %)

Alunni con cittadinanza non italiana, per stato di cittadinanza

Stato di cittadinanza M F Totale % CITT. % F
PERU' 844 717 1561 15,56 45,93
ECUADOR 622 691 1313 13,08 52,63
FILIPPINE 449 598 1047 10,43 57,12
ALBANIA 418 425 843 8,40 50,42
CINA 356 420 776 7,73 54,12
Altre 2292 2203 4495 44,79 49,01
TOTALE 4981 5054 10035 100,00 50,36



Alunni con cittadinanza non italiana, per tipologia di scuola secondaria di II grado

Tipo di scuola M F Totale Stranieri % Stranieri
IST. PROFESSIONALE 2097 2173 4270 17.00
IST. TECNICO 2341 1921 4262 8.02
LICEO SCIENTIFICO 380 486 866 2.54
IST. MAGISTRALE 44 240 284 3.38
LICEO ARTISTICO 71 100 171 3.41
LICEO CLASSICO 22 54 76 0.70
LICEO LINGUISTICO 15 54 69 2.73
ISTITUTO D'ARTE 11 26 37 2.96


Alunni stranieri
10.035
Totale alunni
140.311
% alunni stranieri
7,15 %