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Riceviamo e pubblichiamo

Sono comparsi a Monza nella zona Triante nuovi cartelli segnaletici “Vietato scaricare rifiuti e favorire lo sfruttamento della prostituzione”

Accostare rifiuti e prostituzione, questo è l’approcco di questa amministrazione. Non si è capaci neppure più di distinguere quando parliamo di cose e quando ci riferiamo a persone.
Ci preme solo fare pulizia!
Come persona, come cittadina, come donna e coma cattolica mi sento profondamente offesa da questo modo di affrontare le questioni che richiedono certamente decisioni e interventi ma che non possono prescindere dalla necessità di considerare sempre e comunque la dignità delle persone.
Perché una differenza c’è tra prostitute e rifiuti!
D’altra parte il governo lancia segnali continui di incapacità di entrare con intelligenza nelle questioni, preso com’è dalla paranoia di un fare, di un far vedere, di far apparire.
Peccato che compito della politica dovrebbe essere soprattutto quello di far pensare, di far capire, di far crescere la società in cui viviamo; la stiamo invece abbruttendo la politica e ipocritamente ci chiediamo se stiamo diventando razzisti.

A tal proposito dovrebbe fare riflettere un recente articolo di Famiglia Cristiana, dal titolo:


Il contributo morale della chiesa di cui la politica ha bisogno
CALPESTARE I DIRITTI UMANI E’ UN CRUDELE BOOMERANG


Mentre i capi di stato all’Onu facevano il punto su come ridurre povertà e fame entro il 2015, c’è chi ha preferito restare a casa tra massaggi e tisane. Ma la risposta alla cooperazione allo sviluppo l’Italia l’aveva già data. Zero euro di spesa.
Inutile quindi andare a New York. È davvero singolare che si parli di aiutare nei paesi d’origine chi emigra per fame e poi si tagliano i fondi per la cooperazione.
Nei confronti degli extracomunitari più che a una politica di accoglienza e integrazione, assistiamo oggi a un programma di indesiderabilità che mira all’esplusione. Lo si vede dalla mano pesante nell’impedire i ricongiungimenti familiari o nell’ostacolare le richieste d’asilo.
Purtroppo, le “tendenza è al ribasso” come ha detto Mons. Marchetto, segretario del pontificio consiglio dei migranti, che ha criticato la politica verso gli immigrati dell’attuale Governo e dell’Unione Europea.

Ma ancora una volta, le sue denuncie sono state rispedite al mittente “per insufficienza di argomenti”, addirittura da un ministro “cattolico” che, senza pudore, ha accusato il cattolicesimo italiano di non aver “mai avuto storicamente una proposta per combattere la povertà e la fame nel mondo”.
Proviamo noi, invece, a elencare qualche argomento.
Primo. Il papa il 17 agosto scorso ha preso posizione contro ogni forma di discriminazione razziale, mettendo in guardia dal pericolo di un rinascente razzismo nel mondo.
Secondo. La famiglia è un grande fattore di integrazione e stabilità, ma prevedere l’esame del Dna (come vuole Maroni) è una barriera e un impedimento. Come può un emigrato, a sue spese e in paesi dove non esiste l’anagrafe, far fare l’esame del dna a moglie e figli?
Terzo. Mentre il governo decide di non spendere un solo euro per l’integrazione degli stranieri, stanzia 115 milioni di euro per i nuovi centri di identificazione dove rinchiudere i clandestini.
Quarto. Continuare a ritenere l’immigrazione un’emergenza d’ordine pubblico e agire di conseguenza, lede i diritti umani e, nella coscienza della gente, trasforma ogni immigrato in un potenziale criminale.
Quinto. La politica, come ha scritto don Nozza, direttore della Caritas, sull’Osservatore romano, deve operare “affinché si determinino cambiamenti nell’opinione pubblica imperante”. Invece, è accaduto che la politica intercetti e manipoli gli umori della gente, finendo per amplificare paure e insicurezze.
Oggi la gente applaude alle sanzioni, vuole i clandestini in galera o respinti alle frontiere. Per convenienza, però, è disponibile a chiudere un occhio alle badanti. Come dire, gli immigrati che ci servono li teniamo, purché si rassegnino alla condizione di “servi”.
Sesto. In Italia si sta diffondendo una cultura dell’intimidazione verso gli irregolari, che il papa ha ricordato essere comunque “nostri fratelli”, per i quali prevedere politiche d’accoglienza.
Più che demonizzarla, l’immigrazione va governata e gestita senza aggressività, trasformando “lo choc in una chance”, come dice lo storico Andrea Riccardi.
Non servono a nulla le misure di frontiera, anche le più dure. Calpestare i diritti umani è anche un crudele boomerang. L’immigrazione romena da sola produce 2,2 miliardi della nostra ricchezza nazionale.
Famiglia Cristiana n.40/2008