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Un confronto dettagliato fra la proposta del Governo e la legge di iniziativa popolare “Per una buona scuola per la Repubblica” di Retescuole

 

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L'autrice dell'articolo, Marta Gatti, all'incontro de L'Altra Europa con Tsipras a Monza il 3 novembre 2014. Al centro Moni Ovadia.

 

Il 3 settembre con una conferenza stampa Renzi e Giannini presentano un documento di riorganizzazione complessivo della scuola statale.
La “buona scuola” lo chiamano, sono 136 pagine.
È fatto molto bene. Utilizza un linguaggio a cui non eravamo più abituate. Non é burocratico, é accattivante, a volte addirittura suadente!

 

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Come si fa a non essere  d'accordo con  affermazioni come...

Ciò che saremo in grado di fare sulla scuola nei prossimi anni determinerà il futuro di tutti noi più di una finanziaria, o di una spending review. Perché dare al Paese una Buona Scuola significa dotarlo di un meccanismo permanente di innovazione, sviluppo, e qualità della democrazia. Un meccanismo che si alimenta con l'energia di nuove generazioni di cittadini, istruiti e pronti a rifare l'Italia, cambiare l'Europa, affrontare il mondo. Per questo dobbiamo tornare a vivere l'istruzione e la formazione non come un capitolo di spesa della Pubblica Amministrazione, ma come un investimento di tutto il Paese su se stesso. Come la leva più efficace per tornare a crescere. La scuola italiana ha le potenzialità per guidare questa rivoluzione. Per essere l'avanguardia, non la retrovia del Paese.
A
ll'Italia serve una buona scuola (pag1)
«Questo Governo non ha esitazioni: la scuola è la priorità del Paese, e su di essa intendiamo mobilitare le risorse che servono» (p. 118).

Diciamo subito però che anche nella relazione della legge di stabilità 2015 è scritto che la scuola deve costituire “la leva per lo sviluppo e la crescita del Paese”, ma nonostante questo la scuola subirà negli anni 2015-2017  oltre 421 milioni di euro di altri tagli.
Quello che si dice la coerenza!

Se questo è il linguaggio utilizzato, se questa è la propaganda, come possiamo fare a spiegare alla gente cosa si nasconde dietro un'apparente freschezza e ragionevolezza della proposta? Fare opposizione a questo modo di esercitare il potere è complesso perchè richiede un intervento culturale. Dobbiamo raccontare, informare, far capire la nostra differenza.
E per questo siamo qui. Siamo qui a raccontare che… Nel documento dopo la premessa si passa dalla teoria alla pratica  ed ecco che si svela un disegno che prima sembrava diverso...
Cambiano i colori, cambiano le forme.

 

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Cercherò di confrontare questa riforma che infierisce sulla scuola statale, con una proposta forte, la legge di iniziativa popolare “Per una buona scuola per la Repubblica”, (il titolo c’è stato copiato)  ri-presentata alla Camera e Senato nel mese scorso e che sta aspettando di essere discussa nei luoghi istituzionali predisposti.

Questa è la BUONA SCUOLA che noi vogliamo. L’abbiamo scritto nero su bianco. Che cos’è la lip emergerà mano a mano che presenteremo il nostro dissenso alla scuola proposta  da Renzi.

INIZIAMO DAL METODO.  

 

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Quale metodo usa Renzi per divulgare la sua Riforma?
Quello che presenta non è un decreto, né un disegno legge, né una piattaforma contrattuale:
è un documento frutto di un mese di lavoro tra lui e Giannini e che sottopone al giudizio dei cittadini, che sappiano di scuola o meno, CON UN QUESTIONARIO ONLINE per carpire il consenso …. e poi legiferare “con il sostegno del popolo”.

 

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Quale è stato il percorso della LIP?

Un anno di lavoro dentro e fuori le scuole per condividere l’idea di BUONA SCUOLA coinvolgendo migliaia di genitori, docenti e studenti di varie parti d’Italia. Raccolte oltre 100.000 firme, la proposta di legge è stata depositata in parlamento nel 2006 e …“chiusa in un cassetto”. Il 3 ottobre 2014 è stata ripresentata da parlamentari di diverse forze politiche sia al Senato sia alla Camera.

 

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Renzi utilizza due argomenti vincenti per ottenere il consenso mediatico:

  1.     l'assunzione di 150mila precari e precarie (148.100)
  2.     la valutazione dei docenti

Finalmente si risolvono due problemi: diamo il posto fisso ai giovani e si allontana dalla scuola il professore di mio figlio che è un’incapace.
Cosa sperare di più. Anche a questo noi della scuola siamo abituati. Denigrare per creare un’opinione pubblica che giustifichi qualsiasi intervento che possa sembrare risolutivo.
È la stessa strategia peraltro che stiamo vedendo usare per giustificare l’eliminazione dell’art.18.

Partiamo dalla valutazione sulla quale mi soffermerò di più perché è l’elemento più complesso su cui costruire cambiamento..

Abbiamo detto che fare opposizione vuol dire fare cultura altra, raccontare. E io racconto.
Lavoro nella scuola da 34 anni. Da sempre in classi di scuola primaria a tempo pieno. Dal 2008 il tempo pieno come organizzazione didattica educativa è stato eliminato dalla Gelmini, Profumo e Carrozza non hanno fatto nulla per modificare questa situazione. Giannini e Renzi proseguono sullo stesso percorso .
Ognuno però di loro interviene per aggiungere un tassello al puzzle complessivo di impoverimento della scuola statale.

Il nostro lavoro, che è soprattutto lavoro di relazione, è andato peggiorando anno dopo anno. Nella classe a fianco alla mia, hanno cancellato una cattedra.. quindi per permettere a quei bambini di fare 40 ore, 4 insegnanti si alternano settimanalmente per “coprire il buco” orario che si è venuto a produrre a causa dell’eliminazione della maestra, producendo così, alla faccia del maestro unico, una turnazione di 5 insegnanti + la docente di religione, 6 maestre che entrano in quella classe.
Ciò ha provocato oltre al peggioramento della qualità della didattica e della relazione in quella classe, la perdita delle ore di compresenza di tutte le altre classi che ci permettevano di lavorare per laboratori, suddividere gli alunni/e in due gruppi di apprendimento omogenei ed intervenire sulle difficoltà di ciascuno/a, fare informatica, fare uscite didattiche…
Ora abbiamo solo lo spazio per lezioni frontali a classe intera.

Lavoro in una classe con 25 bambini/e nonostante uno di loro abbia una disabilità (e questo è contro la  normativa) e per 4 ore settimanali “entro” nella classe “orfana di maestra” dove incontro altri 24 bambini/e.
È da poco arrivato in classe nostra un bravissimo e bellissimo bambino cinese. Non parla italiano. Non abbiamo nessuno che ci aiuta. Nessuno.
Hanno tagliato i facilitatori linguistici che permettevano a questi nuovi cittadini di imparare la lingua2, hanno ridotto le insegnanti di sostegno, hanno aumentato il numero di alunni/e per classe…
Questo accade in tutte le scuole italiane. Ricordate la cancellazione di 84 mila cattedre e 45 mila posti di personale ata e il taglio di 8 miliardi di euro della Gelmini Tremonti?
Ecco questa è solo una delle conseguenza, la più visibile. Ma cosa c’entra questo con la valutazione? Valutare il sistema scuola, valutare gli/le insegnanti in questo contesto, fa piuttosto sorridere, è come sparare sulla crocerossa. …comunque.

Siccome sulla valutazione dei docenti si fa un gran parlare in termini di ostilità della categoria a sottoporsi a valutazione, sgomberiamo subito il campo:
Io sono assolutamente d’accordo con la valutazione delle insegnanti  e dei dirigenti.
Io voglio essere valutata.
Lo Stato ci ha abbandonate. L’ultimo investimento sulla formazione obbligatoria quinquennale e di massa è stato nel 1990!
Per la formazione dei docenti della scuola statale, nella finanziaria del 2010 sono stati stanziati ben 5 euro per persona e poi si sono perse pure le tracce.

Come ho già detto lavoro da 34 anni nella scuola statale e MAI nessuno, oltre alle mie colleghe, mi ha aiutata ad affrontare questo difficile compito. Mai nessuno mi ha aiutata a capire quali sono i miei punti forti e quelli su cui devo ancora migliorare. Io chiedo quindi di essere valutata!

Voglio che in classe mia entri un esperto di didattica e metodologia, si sieda in un angolo dell’aula con nelle mani un bel taccuino o un tablet se preferisce, mi osservi, come faccio io con i bambini/e, prenda nota, come faccio io sul mio registro, ascolti la mia voce, guardi i miei gesti, segua i miei racconti, analizzi come gestisco la classe, come rispondo alle dinamiche del gruppo, come organizzo il lavoro, quanto spazio lascio all’elaborazione personale, quanto riesca a fare emergere la circolarità delle idee all’interno della classe, come si sostanzia il mio ruolo di facilitatrice dell’apprendimento.

(Attenzione questi sono solo alcuni degli elementi che definiscono la qualità del mio essere una brava maestra o no.) 
Che rimanga con me non per un’ora ma per un’intera settimana per tutta la giornata, mensa compresa.
Poi voglio che mi parli di quello che ha osservato, di come mi ha vista all’interno della dinamica in un confronto sincero e costruttivo. Perché io possa imparare a fare meglio.
Questa è l’unica valutazione delle insegnanti che per noi ha senso.

 

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Nella LIP si prevede che ogni istituzione scolastica, periodicamente, con lo scopo  di meglio rispondere ai bisogni specifici dei propri allievi e allieve, avvia un percorso di autovalutazione e di riflessione sul proprio operato, sulla propria capacità di raggiungere gli obiettivi, con l’aiuto di professionisti esterni, i quali aiutino il mondo della scuola a guardare se stesso per migliorarsi.
E’ prevista unicità della funzione docente, senza gerarchie di ruolo.

 

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COME INTENDE VALUTARE RENZI?

La valutazione va di pari passo alla quantità di stipendio percepito. Più sei bravo, più soldi prendi.
Si cancellano gli scatti di anzianità automatici, si inserisce uno “scatto di merito” ogni 3 anni per 2/3 dei docenti di ciascuna scuola,  monetizzato in 60€ mensili (“potrebbe essere”  dice il documento e l’esempio vale per la scuola secondaria).
Chi ti valuterà? Una commissione costituita da… alcuni colleghi della tua scuola che hanno già preso l’aumento (quindi quelli “Brav*”), il dirigente scolastico e un operatore esterno che fa riferimento all’Istituto dell’INVALSI, che se ti riterranno meritoria ti attribuiranno i soldini in più.

 

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E da chi sarà pagato l’aumento ai docenti con più crediti? Dai loro colleghi perdenti.
Eliminare gli scatti di anzianità  (bloccati dal 2009!!) che ricevono tutti/e i/le docenti,

«consente all’operazione di non determinare oneri aggiuntivi a carico dello Stato» (p. 57)

Avvisiamo quindi i genitori che in questo modo non è detto che il famoso professore “incapace” verrà retribuito meno e incentivato a cambiare lavoro. Perché se il professore incapace è riuscito a superare un concorso che l’ha immesso in ruolo, riuscirà anche dopo a superare “la prova di merito” soprattutto se riuscirà a farsi “ben volere” dal dirigente di turno o addestrerà i propri alunni/e a rispondere correttamente ai quiz annuali dell’invalsi .

La scuola è l’unico ambiente lavorativo fino ad ora, organizzato in orizzontale, basato sulla collegialità delle relazioni. Non ci sono differenze stipendiali. L’unica differenza sta nel fatto che se lavori di più e fai ore in più per commissioni o progetti oltre l’orario, vieni retribuito in base alle ore certificate.
Se lavori di più, guadagni di più. Poco ma di più. Peccato però che da due anni a questa parte abbiano tagliato drasticamente, più del 70%, il Fondo di istituto a cui si fa riferimento per il pagamento di queste ore.
Quindi se vuoi fare quello che facevi prima che spesso è indispensabile al funzionamento della scuola (pof, continuità, intercultura, ambiente, teatro, …) devi farlo gratuitamente.

 

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Il Documento ci stupisce con effetti ancora più speciali pag. 58

Diciamola così (da www.leparoleelecose.it)

Marta è una docente ‘mediamente brava’ (non bravissima, ma neppure scarsa: mediamente brava), ma nella sua scuola non riesce ad ottenere lo scatto perché molte sue colleghe sono bravissime. A questo punto, secondo il Documento, Marta dovrebbe pensare così: “in questo istituto mi trovo bene, sto portando avanti un buon lavoro con la mia classe, non è troppo lontano da casa,... però non riesco ad avere l’aumento di 60 €. Sai cosa faccio? Potrei chiedere il trasferimento in un’altra scuola, magari più lontana, dove iniziare tutto da capo, ma che sia piena di insegnanti mediocri con pochi crediti”. A questo punto, secondo il buon Renzi , i nuovi colleghi di Marta la accoglieranno a braccia aperte, riconoscendo subito in lei quella media bravura di cui loro sono ancora privi; i membri del Nucleo di Valutazione le concederanno subito lo scatto agognato, a scapito delle colleghe che conoscono e con le quali hanno lavorato fianco a fianco per anni; l’intera scuola la prenderà a modello per il proprio miglioramento professionale; la coesione sociale del Paese ne trarrà giovamento.

LO SCOLLAMENTO con la realtà IN QUESTO PUNTO DEL DOCUMENTO diventa voragine. Siamo sgomenti.

E L'ASSUNZIONE DEI PRECARI?

Beh non è una geniale idea del nostro Presidente del Consiglio. La Commissione europea ha avviato una procedura d'infrazione per la non corretta applicazione della direttiva sul lavoro a tempo determinato, che è finita davanti al giudice comunitario. Se non si assumeranno a tempo indeterminato i precari storici, ci verrá attribuita una ingente sanzione.

 

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I precari dovrebbero essere assunti nel settembre 2015. Andando a costituire due categorie di docenti: quelli con la cattedra e quelli senza che fanno da jolly per fare supplenze o per attività fuori dall’aula, nella propria scuola o in rete con altre scuole del distretto (organico dell’autonomia). Il dirigente potrà assumere i docenti che “meglio rispondono al proprio piano e alle proprie esigenze. I dirigenti potranno finalmente  scegliersi le insegnanti e modellare la scuola a loro piacimento. Proprio come una scuola privata!

 

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Non solo ma potrà anche spostare a suo piacimento i docenti da una “categoria all’altra: da posti su cattedra a posti come organico dell’autonomia e viceversa, oppure tra scuole …affinchè progressivamente tutti i docenti abbiano, nel corso degli anni, la possibilità di svolgere tanti lavori diversi”. È UN’OSSESSIONE QUESTA PER RENZI!

 

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Nella lip si prevede l’assunzione di tutti i docenti necessari per coprire i posti vacanti ( e fin qui siamo in linea con Renzi) ma anche la creazione di organico aggiuntivo per la lotta alla dispersione scolastica e all’abbandono, per il sostegno all’integrazione degli alunni/e con disabilità, per l’alfabetizzazione degli alunni migranti.

 

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Nel documento si legge anche che i docenti neo assunti verranno utilizzati per potenziare il tempo pieno (quello che la Gelmini ha abrogato): è assolutamente falso perché non si fa riferimento a nessuna abrogazione di leggi precedenti, né è previsto un aumento dell’organico complessivo. La lip invece propone l’abrogazione delle riforme Moratti e Gelmini e del servizio nazionale di valutazione basato sull’invalsi, introdotto da Profumo ( a pochi giorni dalla scadenza del suo mandato) e reso attuativo da Giannini.

 

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Ultimo capitolo, quello sulle risorse economiche.

Dopo aver affermato fino alla nausea l’importanza insostituibile della scuola per il Paese, della volontà di mettere a disposizione tutte le risorse che servono, Renzi a pag 109 afferma che “lo Stato non avrà mai risorse sufficienti per assolvere all'ingente richiesta di finanziamenti della scuola statale.” Certifica il venir meno dell’obbligo costituzionale e tende a scaricare sui genitori parte dei costi. Vengono messe sullo stesso piano “scuole pubbliche statali e paritarie”. Prevedendo persino la detassazione delle spese per le rette di chi manda i figli alle private.

 

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Cosa dice la LIP sui finanziamenti.

Le scuole sono Istituzioni finanziate dalla fiscalità generale. Si deve investire il 6% del PIL da destinare all’istruzione pubblica solo statale. Nel rispetto dell’Art.33 della Costituzione che dispone che il funzionamento delle scuole private debba avvenire senza oneri per lo stato. Per Renzi quindi bisogna rivolgersi al privato. Come?

 

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(ha ragione Landini quando dice che bisogna diffidare di chi usa l’inglese per spiegarti le tue idee)

Con quattro strumenti:

Il primo: lo School bonus. Bonus fiscale per le aziende : le scuole avranno laboratori, attrezzature pagate dai privati che non pagheranno le tasse creando un circolo vizioso di riduzione delle entrate dello Stato a scapito dei servizi e quindi della scuola stessa

Secondo strumento, chiamato School Guarantee: oltre ai bonus fiscali l'azienda potrà ricevere degli incentivi se dimostrerà il "successo formativo” dei processi di alternanza e didattica laboratoriale sviluppati nella scuola di riferimento.

Il terzo strumento é ancora piú complicato: coinvolge invece tutti i cittadini e mira ad incentivare meccanismi di microfinanziamento diffuso a favore della scuola, il cosiddetto crowdfunding.

il Governo valuterà di mettere a disposizione finanziamenti fino a 5 milioni di euro all'anno per fare matching fund con rapporto 1:1 o 1:2 su progetti in grado di dimostrare uno specifico impatto o raccogliere significativo sostegno pubblico.

Dulcis in fundo. Le obbligazioni ad impatto sociale (i cosiddetti Social Impact Bonds), già ampiamente utilizzate dal Governo inglese e negli Stati Uniti...

Sono strumenti che mirano a creare un legame forte tra rendita economica e impatto sociale. Eccesso di scuola azienda e di azienda nella scuola. L'impianto dei finanziamenti é stato delineato molto bene. Le imprese entrano di diritto nell'organizzazione scolastica condizionando contenuti di apprendimento, metodi, tempi per poterne ricavare interessi o incentivi. Dubitiamo che in Italia esistano filantropi disposti a sganciare migliaia di euro solo in nome dello studio e della cultura. Fine della libertá di insegnamento, garantita dalla Costituzione : le arti e le scienze sono libere e libero ne é l'insegnamento! Pensate a quali possano essere le conseguenze di questo genere di finanziamento in un istituto tecnico o professionale.

Per poter attuare questo disegno liberista sono previsti tre grosse modifiche strutturali.

La modifica dello stato giuridico dei docenti pag.98 di cui abbiamo già parlato per eliminare “elementi di rigidità del contratto e docenti troppo legati alla cattedra”

La modifica degli organi collegiali riducendo spazi di democrazia e collegialità e introducendo persone esterne alla scuola ma che sulla scuola hanno interessi economici.

La modifica dei contenuti di insegnamento che devono essere più “snelli” e piegabili alle richieste delle aziende/fondazioni che ci daranno i soldi

 

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Meglio la lip

L’attacco alla scuola della Costituzione rappresenta un’ulteriore forma di attacco alla democrazia prevista dalla nostra Costituzione. La contestazione della proposta renziana della scuola è un segmento della lotta più generale in difesa della democrazia. Noi non ci rassegniamo, vogliamo credere che un’altra scuola sia possibile.

Dobbiamo tutti noi attivarci affinchè la Legge di Iniziativa popolare abbia quanto meno lo stesso spazio mediatico del documento governativo, adottiamo le parole della Lip, pretendiamo che venga discussa nei luoghi istituzionali preposti.

www.lipscuola.it

Per questo lavoreremo anche insieme al Comitato l’Altra Europa di Monza e Brianza. Perchè siamo sicure che se ostinatamente ci proviamo e riproviamo, il gettone nell’iphone riusciremo a farlo entrare!

3 novembre 2014

Marta Gatti, maestra scuola primaria – Retescuole.

…with a little help of my friends !