La signora Natalina è una delle ultime, se non l'ultima, tra le persone che conservano la memoria storica della Cascina Masciocco di Camparada, un complesso rurale caratteristico della Brianza e posto sul finire delle colline e degli avvalamenti, nel dislivello finale verso la Pianura Padana. La cascina, nel corso del Novecento, ha avuto una particolare attività che la ha differenziata dalle altre: la presenza dei rueé, un gruppo di residenti specializzati nella produzione di compost per concimare gli orti, questo veniva prodotto utilizzando i rifiuti del mercato del Verziere, il mercato agricolo di Milano, così denominato dalla metà del '700.  

 

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ono nata il 30 ottobre 1930 a Gerno, in una casetta sotto il grande ponte ferroviario della Seregno-Bergamo, in una famiglia di 7 figli di cui io ero la più coccolata. Il papà faceva il barbiere. Poi ci siamo trasferiti a Lesmo in via Gaetano Ratti, vicino alla Villa Sala, di proprietà del Signor Luigi, nella casa d'angolo dove oggi c'è la pasticceria al posto della vecchia farmacia.

 

 

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La cascina Masciocco - Foto di Pino Timpani

 

Lavoravo alla filatura Fratelli dell'Acqua di Peregallo presso Cascina Tintoria, dove con dei grandi macchinari si filava il cotone grezzo in bobine di varie dimensioni. Il 23 ottobre 1954, una volta sposata all'età di 24 anni, insieme a mio marito, di cui ero molto innamorata, sono venuta a vivere qui alla Cacina Masciocco. Per frequetare mia madre e la famiglia, rimasti a Lesmo, mi spostavo in bici, accompagnata dal cane Leo, un pastore tedesco molto affettuoso e paziente e raramente in automobile. Gli abitanti della cascina lavoravano principalmente nei campi. Una quindicina di persone erano quelli chiamati rueè, soprattutto anziani che, con carri trainati da cavalli, partivano di notte per raccogliere, in accordo con gli spazzini, i rifiuti del Verzeè, il mercato alimentare di Milano. Al ritorno li rovesciavano sull'aia della cascina e le donne facevano la cernita. Raccoglievano innanzitutto le cose pregiate come i punti Star, Cirio o Agnesi; in cascina si compilavano le schede e poi si mandavano le cartoline per ricevere i premi in catalogo. Tra i rifiuti si trovavano anche bocconcini di prosciutto che, dopo essere stati lavati, venivano mangiati. Veniva fatta anche una raccolta di metalli e di stracci che andavano venduti ai rigattieri e agli straccivendoli.

 

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Gli ultimi carri nelle stalle della cascina Masciocco - Foto di Pino Timpani

 

Alla fine si facevano i derruc, cumuli di rifiuti organici mischiati al letame delle stalle. Il prodotto di questo compostaggio veniva poi venduto per concimare gli orti. Dopo gli anni '50, per andare al Verzeè si usavano anche i camion. Ma durò per una decina di anni. La popolazione della cascina cominciò a cambiare, lavorando a tempo pieno nei campi e impegnando anche i bambini che prima dovevano aiutare nel lavoro dei campi e poi, assolto il compito, andare a scuola.

Anche io smisi di lavorare  in filatura, per occuparmi nei lavori dei campi. Si lavorava al ritmo delle stagioni: a marzo c’era il raccolto dell'orzo e ad aprile la semina del granoturco. Bisognava intervenire più volte, ripristinando le semenze mangiate dagli uccelli e rinfoltendo le piante. In cascina c'era anche la coltura dei bachi da seta che venivano comprati dal daziere di Lesmo: un'oncia di bachi da seta e l'accordo con il daziere era il 50% sul ricavato. Si costruivano lastre di legno impagliate che venivano coperte di rami e foglie di gelso e riposte nelle soffitte. Le donne che avevano più figli restavano a casa e si occupavano di badare anche ad altri bimbi dei residenti. In cambio ricevevano un compenso, quasi mai in denaro, perchè tutti ne erano sprovvisti, ma con il baratto di prodotti agricoli o di allevamento come uova o latte.

Oggi c'è piu responsabilità nelle famiglie, ma meno solidarietà e relazioni sociali. Gli abitanti della cascina hanno avuto una metamorfosi. Sono presenti anche gruppi di immigrati extracomunitari. L'occupazione prevalente è nelle fabbriche, come Lat-Bri e Vismara e solo pochi coltivano ancora gli orti. Ognuno tende a non interessarsi degli altri, starsene a casa propria. C'è un grande senso di vuoto. Io non ho il computer né i videogiochi e il cellulare.

 

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Villa Sala a Lesmo - Foto di Pino Timpani

 

A partire dal 14 giugno non si celebrerà più la messa nella chiesetta della cascina. La parrocchia, su richiesta del cardinale Tettamanzi, ha deciso di costituire un'unica comunità pastorale, accorpando Lesmo-Camparada-Peregallo-Gerno e, a fronte della sensibile riduzione del numero dei sacerdoti, ha anche deciso di ridurre i luoghi per la celebrazione delle messe, escludendo appunto la chiesetta, che peraltro e di nostra proprietà comune, della Cascina Masciocco. Mi rattrista molto, perche viene a mancare un momento importante, il trovarsi e pregare insieme. Questo piccolo spazio rischia nel tempo di andare in rovina, perdendo l'interesse dei residenti e rischiando di diventare in futuro una chiesa sconsacrata.

La Cascina Masciocco di Camparada e la Corte Giulini di Velate, sono i grandi complessi rurali sopravvissuti nel contesto del Parco dei Colli Briantei, un'insieme di territori a vocazione agricola che i Comuni di Camparada, Arcore e Usmate Velate hanno messo insieme, costituendo un Plis (Parco Locale d'Interesse Sovracomunale) per salvaguardare quel che resta dell'ecosistema dall'urbanizzazione sistematica che si produce da decenni in questi luoghi. 
Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.