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È possibile una immagine turistica forte in termini di marketing territoriale ma non marginalizzante l’identità ambientale e culturale di un territorio come la Brianza? È verosimile che la Brianza sia protagonista di programmi di turismo sostenibile? La risposta è si, ma a queste condizioni:
1. che i brianzoli siano culturalmente capaci di aprirsi alle nuove sfide delle metropoli globalizzate e di inserirsi nelle reti (economiche, sociali e culturali) che le connettono, dotandosi di percorsi originali per riconfigurare l’identità locale non nella separazione ma nella relazione;
2. che i politici locali siano in grado di ideare e gestire programmi pubblici di sviluppo territoriale partecipati e capaci di dare ricadute concrete in tempi ragionevoli.

Come arrivare a ciò? Strategica è la questione del significato affettivo dei luoghi, ovvero della capacità, storicamente verificabile, che il territorio ha già comunque saputo esprimere, creando legami (“le lieu qui fait les liens” del sociologo francese Michel Maffesoli), convivialità e accoglienza. Lo sviluppo di una offerta turistica sostenibile e di qualità in Brianza dunque comporta insieme la capacità di proteggere l’ambiente, di promuovere nei residenti una rinnovata percezione e “frequentazione gentile” dei luoghi - a partire dagli “haut lieux” del patrimonio ambientale e culturale locale - e di creare accoglienza verso il viaggiatore di oggi, attento, curioso ed esigente.

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Visto che da un po’ di tempo anche da noi le parole a riguardo certo non mancano, abbiamo ritenuto opportuno non solo ragionare ma anche andare ai fatti.

Dalla presenza in Brianza, sinora quasi ignorata, di un padre nobile del turismo sentimentale, come Stendhal, ha preso spunto Green Man, per coinvolgere fattivamente cittadini e amministrazioni nell’“anno stendhaliano della Brianza”, promosso in occasione dei 190 anni dal “Viaggio in Brianza” fatto dallo scrittore francese nell’agosto 1818.

Si è trattato di un programma di iniziative, con incontri, spettacoli, visite e crociera sul lago di Pusiano, svoltesi tra il giugno e il settembre 2008, che, nell’insieme, hanno voluto essere una sorta di rituale di risveglio dell’anima della Brianza, così come fu percepita e descritta da Stendhal.

Una proposta fatta a ragion veduta, dopo un lavoro di ricerca storico-culturale e una sperimentazione pratica, dell’itinerario di “Sentiero stendhaliano del viaggio in Brianza”, testato percorrendolo a piedi sempre nel giugno scorso, al fine di rilevarne potenzialità e criticità, presenti (per esempio la SS36) e future (Pedemontana).

La proposta di “Sentiero stendhaliano del Viaggio in Brianza” si sviluppa su un percorso, mediamente impegnativo, di circa settanta chilometri; i punti di entrata e di uscita sono tutte località servite dalla rete ferroviaria.

Si ipotizza una articolazione in tre tratti.

1°tratto: La montagna e i laghi della Brianza. Il percorso parte da Asso, si sviluppa sulle pendici montane alla base del Cornizzolo, scendendo poi nella piana dei laghi di Pusiano, Annone e Oggiono, dove si conclude. Questo è quasi fedelmente il percorso effettivamente percorso a piedi da Stendhal nel 1818.

2°tratto: La Brianza collinare. Inizio a Oggiono e conclusione a Monticello Brianza. Questo tratto lega invece le altre località briantee, non toccate dal viaggio stendhaliano, ma di cui comunque lo scrittore francese era particolarmente entusiasta, ovvero Monticello e i Monti di Brianza.

3°tratto: I torrenti e i fiumi della Brianza. Percorre la valle della Brovada e del Lambro sino a Monza, o, in alternativa, risale verso Inverigo, località anch’essa molto apprezzata da Stendhal. Nel capoluogo brianteo lo scrittore francese ebbe modo di tornare più volte, tra l’altro schierandosi a difesa degli alberi del Parco. Da Monza, eventualmente, sempre in treno, si può raggiungere Desio e il parco di Villa Traversi, particolarmente ammirato da Stendhal.

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Dunque dalla società civile abbiamo lanciato uno stimolo; ora chiediamo alle istituzioni locali di tradurlo in una vera e concreta possibilità offerta al grande pubblico. Ma con quali risorse? Utilizzando i fondi europei per la competitività dei territori regionali, in particolare le risorse relative al cosiddetto ”Asse 4 – Ambiente, cultura e turismo” del Piano Operativo Regionale, che sono gestite dalla Regione Lombardia.

Il nostro augurio è che gli amministratori locali della Brianza sappiano cogliere questa opportunità.