Nei prossimi anni comincerà la costruzione di una nuova grande infrastruttura, che interesserà il territorio della Provincia di Monza. Si tratta dell’Autostrada Pedemontana Lombarda.


La Regione Lombardia persegue da decenni un modello di sviluppo basato sugli spostamenti in automobile. Basti pensare all’area metropolitana milanese: tutti i nuovi centri direzionali e commerciali sono stati realizzati su aree agricole lungo le tangenziali o gli assi di grande scorrimento. Ad esempio Milanofiori ad Assago, Colleoni ad Agrate Brianza, Torri Bianche a Vimercate, per non parlare dei molti cinema multisala e dei centri commerciali. Significativo il caso dell’aeroporto di Malpensa, servito in modo inadeguato da un treno navetta regionale lento e privo di connessioni dirette alle ferrovie nazionali. Rara eccezione, la Fiera di Rho-Pero, localizzata in un breve momento di saggezza su di un’area industriale dismessa e servita dalla MM1. Nessuno stupore, quindi, nel vedere lo stato di congestione a cui si sono ridotte le tangenziali di Milano nonostante siano state tutte ampliate a tre corsie.

Planimetria Torri Bianche a Vimercate: un ampio svincolo autostradale ma nessun mezzo pubblico su ferro


Da questo stato di congestione nasce, inevitabilmente, la spinta alla realizzazione di un secondo anello di tangenziali, più esterno, che permetta di decongestionare le tangenziali esistenti dal traffico di attraversamento e migliorare i tempi di percorrenza nell’area metropolitana. In questo contesto si inserisce il progetto dell’Autostrada Pedemontana Lombarda, lunga 87 chilometri, che collegherà l’autostrada Milano-Laghi, vicino a Busto Arsizio, con la Milano-Bergamo, nei dintorni di Capriate, passando per il Nord Milanese e la Brianza.

Il percorso della Pedemontana in provincia di Monza e Brianza

Si tratta di un’opera molto complessa, visto l’alto livello di urbanizzazione e la presenza lungo il suo percorso di cinque parchi regionali (ad esempio quello della valle del Lambro e dell’Adda) e dodici parchi locali. Nella nostra Provincia, perdipiù, l’autostrada sarà a tre corsie per senso di marcia, riducendosi a due nei tratti più ad Est ed Ovest.

In ottobre del 2007 il Governo ha approvato in via definitiva la concessione: l’opera rientra nella legge obiettivo perciò sul piano formale non è necessaria alcuna approvazione da parte dei comuni. Ciò nonostante è stato attivato un tavolo di accordo di programma in Regione Lombardia con rappresentanti della regione, dell’ente concedente (Concessioni autostradali lombarde), delle province interessate e dei Comuni.

Gli studi realizzati sugli scenari di traffico prevedono un notevole risparmio sui tempi di spostamento per una parte importante della Lombardia, una volta che la nuova autostrada sarà a regime. In particolare si punta sull’effetto spugna per intercettare l’esigenza storica di una collegamento est-ovest a nord di Milano, accogliendo quasi 100.000 veicoli al giorno, oggi costretti a cercare per altre vie la via che non c’è.

L’investimento complessivo, previsto in 4.115 milioni di Euro è coperto solo in parte dal finanziamento pubblico, mentre più della metà dei costi dovranno essere recuperati grazie ai proventi dei pedaggi. Per quanto riguarda i tempi, è in fase di affidamento la progettazione definitiva: i primi cantieri si prevede aprano nel 2010 mentre l’apertura di tutto il sistema autostradale è prevista per il 2015, anche per non perdere l’appuntamento con l’Expo di cui abbiamo già scritto, anche se il completamento delle opere avverrà nel 2016. Ma purtroppo la storia delle grandi opere, in Italia, è costellata di ritardi.

Bisogna dare atto al progetto, che in questi mesi è stato presentato alla popolazione dal suo presidente, Fabio Terragni, attraverso numerosi incontri pubblici, di essere innovativo sotto molti aspetti. Il tracciato è previsto in buona parte in galleria o trincea coperta e scoperta, per diminuire l’impatto ambientale.

Grazie all’uso di tecnologie avanzate vi è l’intenzione di eliminare le barriere di esazione del pedaggio, risparmiando molto sullo spazio occupato dagli svincoli (e sul personale). Si punta all’autonomia energetica utilizzando pannelli solari. Si promette, infine, una progettazione di qualità, integrata il più possibile con il paesaggio.

Un altro aspetto importante di compensazione ambientale sta nella grande Greenway, la via verde lunga novanta chilometri con pista ciclabile, aree di sosta e di ristoro, progettata con il Politecnico di Milano. In questo modo si propone, diversamente dal solito, di non dare soldi a pioggia a tutti i Comuni interessati, ma di realizzare una unica opera complessiva.

Il progetto del Politecnico per una Greenway di collegamento Est-Ovest

Ma non sono tutte rose e fiori. Per evitare i centri abitati la nuova Autostrada Pedemontana è stata tracciata in gran parte sugli ultimi spazi verdi di un’area ormai quasi del tutto urbanizzata. Sono forti, quindi, le proteste dove il suo passaggio distrugge aree di pregio. Come succede, per esempio, ad Arcore, dove verrebbe distrutto il bosco della collina di Bernate, all’interno del Parco dei Colli Briantei. I gruppi locali, uniti nell’Associazione per i Parchi del Vimercatese chiedono la realizzazione di una galleria, come nel progetto originario, ma i maggiori costi sembrano rendere difficile questa soluzione.

Ma gli ambientalisti puntano il dito non solo sull’effetto immediato della realizzazione dell’Autostrada Pedemontana, che ormai è destinata a realizzarsi. Indicano infatti quello che è un rischio ancora maggiore: la costruzione di nuovi insediamenti terziari e commerciali, come già avvenuto sulle tangenziali di Milano. Se le aree circostanti all’autostrada venissero costruite, la Brianza verrebbe ricoperta da una unica marmellata di costruzioni, che finirebbero per congestionare di nuovo l’asse stradale.

La nuova autostrada rischia di portare con se nuovi insediamenti che saturerebbero la Brianza

Purtroppo la Regione Lombardia ha appena approvato la nuova legge 226/2008 sulle infrastrutture che, per rafforzare il loro finanziamento introduce la possibilità di prevedere, attraverso un accordo di programma,. ulteriori interventi di carattere insediativo e territoriale. Ecco fatto, non c’è parco che tenga, l’accordo di programma può infatti superare i vincoli urbanistici. Per finanziare le nuove autostrade via libera a nuovi centri direzionali e commerciali.

Se questo metodo verrà applicato alla Pedemontana, presto anche la nuova autostrada raggiungerà la saturazione. Ma a questo punto ci saremo giocati tutto lo spazio disponibile.

Si può seguire, invece, una strada diversa, come è avvenuto in un caso più piccolo ma significativo. Si tratta del prolungamento di Viale delle Industrie/Stucchi di Monza in territorio di Villasanta e Vimercate. Quando questa nuova superstrada venne realizzata, grazie alle pressioni di associazioni ambientaliste ed agricoltori venne sottoscritto tra diverse Amministrazioni comunali (Monza, Concorezzo, Vimercate, Villasanta) un protocollo d'intesa per la formazione di un parco agricolo di 750 ettari, il PLIS della Cavallera, che ora è in fase di riconoscimento.

Il PLIS (parco Locale di Interesse Sovracomunale) della Cavallera. E’ visibile (in basso a sinistra) il prolungamento di viale delle Industrie/Stucchi

In questo modo la compensazione ambientale non si limiterebbe alla Greenway, la via verde già progettata, garantendo un futuro sia alla nuova autostrada che alla nostra, si spera, verde Brianza. A questo proposito c'è già un primo progetto della Provincia di Milano, che è quello della dorsale verde Nord Milano.


Il tracciato in una ricostruzione virtuale. Dal sito della Pedemontana

Riferimenti:
Il sito Web.dell’Autostrada Pedemontana Lombarda
http://www.pedemontana.com/

In particolare è interessante il Tabloid liberamente scaricabile all’indirizzo:
http://www.pedemontana.com/docs/Tabloid_Pedemontana.pdf

A proposito del bosco di Bernate (Arcore)
http://www.parchivimercatese.brianzaest.it/PedemBernate.htm

A proposito della nuova legge regionale sulle infrastrutture
http://www.parchivimercatese.it/Petizione226.htm