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Il 29 ottobre 2015 a Monza Marco Boato ha presentato il suo libro “Costruttore di pace” dedicato all'ambientalista altoatesino e all'eredità del suo pensiero

 

Una lunga serata particolare quella dedicata ad Alex Langer “Costruttore di ponti”, a vent’anni dalla suo gesto estremo in quel del Pian dei Giullari sopra Firenze, trovato sucida sotto un albero di albicocco in una calda giornata di inizio luglio.
Particolare, perché molti dei presenti, che Langer non l’hanno conosciuto,  sono usciti colpiti e affascinati dalla forte e appassionata descrizione di Marco Boato (giornalista, ex parlamentare e soprattutto amico di Alex) che ha presentato il suo nuovo libro dedicato ai pensieri dell'ambientalista.

Particolare, per i monzesi che l’hanno conosciuto personalmente nella fase iniziale dell’esperienza verde a livello locale; perché è stato per loro come rivivere un pezzo importante di cammino fatto assieme ad Alex e a due “grandi assenti” della serata: Bruno Di Tommaso e Maria Grazia Fragiacomo che ,con altri, avevano vissuto  “esperienze, pensieri e amicizie comuni”.

20151102 langer libroParticolare, perché, prima della presentazione del libro di Boato: testimoni significativi dell’impegno sociale, ambientalista e pacifista monzese (Danilo Villa, Maria Grazia Misani, Giuseppe De Santis, Roberto D’Alessio, Roberto Albanese) hanno provato a mettere in relazione i “pensieri” di Alex con le loro esperienze nel nostro territorio.

Rimandando alle schede allegate una conoscenza approfondita di chi fosse Alex Langer, di cosa tratti il libro di Marco Boato, ci limitiamo a soffermarci su alcune parole chiave dei pensieri  e dei comportamenti che hanno caratterizzato la sua vita, ben descritte da Marco Boato nella sua appassionata relazione.

“Essere ponti”
«…sul mio ponte si transita in entrambe le direzioni e sono contento di contribuire a far circolare idee e persone…»
Nato da padre ebreo e madre cattolica, a Vipiteno negli anni della netta e conflittuale separazione altoatesina, Alex con la sua valigetta ha percorso migliaia di chilometri e per una vita ha “praticato, non predicato” l’importanza di costruire ponti. Ponti tra le diverse appartenenze culturali, religiose, etniche. Ponti tra ecologia e questione sociale e politica. Ponti tra relazioni umane di  persone molto diverse tra loro.

“La convivenza e il dialogo”
«Dell'importanza di mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera. Occorrono "traditori della compattezza etnica", ma non "transfughi"»
Il “contributo più importante in questa direzione è stato il saggio “Tentativo di decalogo per la convivenza interetnica”, un vero e proprio “Manifesto”, nel quale Alex esprime un’insieme di valori e di comportamenti da assumere e vivere, che nella situazione che stiamo vivendo, dove si stanno rialzando nuovi muri, assume una dimensione attualissima. (Rivista Arcobaleno, Novembre 1993)
Alex, questo decalogo lo ha praticato in prima persona:  rifiutando di sottoscrivere l’appartenenza etnica in Alto Adige, cosa che gli ha impedito l’insegnamento prima e la candidatura poi a Sindaco di Bolzano; nel perseguire, in qualità di parlamentare europeo  con “leggera determinazione”, continui tentativi per soluzioni di pace, in tante terre martoriate dai conflitti: dalla Palestina alla ex Jugoslavia.
Una pace mai intesa come ideologica ma come il “fare pace tra gli uomini e con la natura”, cosa che non gli impedì di essere uomo della non violenza e contemporaneamente chiedere “gandhianamente” l’intervento di polizia internazionale in Bosnia, dopo 3 anni di assedio a Serajevo.

La Conversione ecologica
«Più lenti, più profondi, più dolci»
Langer parlava volutamente di conversione ecologica e non di ri-conversione, perché la questione ecologica non potesse essere ridotta unicamente a tema ambientale, economico, politico ma andasse a interrogare e toccare “il cuore” della conversione spirituale, interiore e degli stili di vita delle persone.
“Sinora si è agito all’insegna del motto olimpico citius, altius, fortius – più veloce, più alto, più forte – che meglio di ogni altra sintesi rappresenta la quintessenza dello spirito della nostra civiltà, dove l’agonismo e la competizione, la forza e la potenza (…)  sono  la norma quotidiana ed onnipervadente. Se non si radica una concezione alternativa, che potremmo forse sintetizzare, al contrario, in lentius, profundius, suavius – più lento, più profondo, più dolce -, e se non si cerca in quella prospettiva il nuovo benessere, nessun singolo provvedimento, per quanto razionale, sarà al riparo dall’essere ostinatamente osteggiato, eluso o semplicemente disatteso”.
Ecco perché una politica ecologica potrà aversi solo sulla base di nuove (forse antiche) convinzioni culturali e civili, elaborate - come è ovvio - in larga misura al di fuori della politica, fondate piuttosto su basi religiose, etiche, sociali, estetiche, tradizionali, forse persino etniche (radicate, cioè, nella storia e nell'identità dei popoli).
(dai “Colloqui di Dobbiaco, 1994)

Dopo venti anni dalla sua morte è uscita l’Enciclica di Papa Bergoglio “Laudato sì”. La messa in relazione che ha fatto Boato tra i pensieri di Alex e i contenuti dell’Enciclica, non voleva essere  irrispettosa della grandezza di questo papato ma al contrario, i contenuti dell’Enciclica mettono in risalto come quelli di Alex Langer furono un pensiero e una vita profetica molto importante e utile anche nei nostri difficili giorni.
Nel suo ultimo biglietto di addio Alex ci ha lasciato un messaggio che non va lasciato cadere: “non siate tristi continuate in quel che è giusto”.