Da Imperial Regio Parco austro-napoleonico a “verde attrezzato”: questa è la destinazione che i politici locali hanno in mente per il complesso monumentale

Con un Accordo di Programma (AdP) fra i Comuni di Monza, Milano e Regione Lombardia è stata decisa la cessione gratuita a quest’ultima di 1/3 del Parco dietro un finanziamento di 70 milioni di € (pari a 1/3 del suo valore catastale) da destinarsi a lavori di valorizzazione dell’intero complesso monumentale Villa Reale, Giardini e Parco. La cifra pattuita è scesa a 55 milioni a seguito della decisione della Regione di scorporare dal totale 15 milioni versati all’ACI allo scopo di ottenere il rinnovo della titolarità del GP di formula 1 per il triennio 2017-2019. Il passaggio di proprietà si è da poco perfezionato. La destinazione dei fondi è stata suddivisa in due fasi: una prima (13 milioni) per interventi già decisi e urgenti; una seconda (42 milioni) da definire in base a un masterplan. L’elaborazione delle linee guida del masterplan è stata assegnata al Politecnico di Milano, mentre la funzione di braccio operativo per l’attuazione dell’AdP è stata riservata a Infrastrutture Lombarde S.p.A. (ILSPA), società interamente partecipata da Regione Lombardia.

Nelle dichiarazioni delle Autorità che hanno sottoscritto l’accordo, il Masterplan è destinato a determinare il futuro del complesso monumentale per i prossimi trent’anni. È in questo scenario prospettico che si inserisce il progetto, presentato alla Soprintendenza da Sias/Aci, di destinare stabilmente uno dei prati di maggior pregio del Parco storico - il prato della Gerascia nell’area in concessione alla Sias – a spazio attrezzato e fornito di strutture di servizi per ospitare concerti con grande affluenza di pubblico. Va ricordato che l’intero Parco, comprese le aree date in concessione, è vincolato come paesaggio e patrimonio storico e artistico dall’art.9 della Costituzione e dall’art. 10 del Codice dei Beni Culturali. Negli ultimi anni la Soprintendenza ha autorizzato lo svolgimento nell’area suddetta di alcuni concerti sulla base della considerazione che si trattava di interventi che non avrebbero modificato il disegno paesaggistico originario dell’architetto Luigi Canonica, risalente ai primi anni del XIX secolo, potendosi ripristinare l’area nella sua configurazione precedente.

Tale argomentazione è stata ritenuta non rispondente al dettato del Testo Unico dei Beni Culturali e nemmeno alle disposizioni contenute nella concessione, da parte dei Comitati a salvaguardia del complesso monumentale, che hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica, tuttora in esame. Le dichiarazioni rilasciate alla stampa locale da parte del Vice-presidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala, del Presidente del Parco della Valle del Lambro, Eleonora Frigerio e dell’esponente della Lega Lombarda, Andrea Monti, favorevoli alla modifica strutturale del disegno originario per ospitare in modo permanente i concerti nel prato storico della Gerascia, prefigurano uno stravolgimento di quello che non è un semplice prato ma una parte integrante di un complesso monumentale di valore internazionale.

In queste stesse dichiarazioni si avanza l’ipotesi di frammentare l’intero complesso in aree a destinazione funzionale, con ciò riducendo quello che è a tutti gli effetti un bene culturale e, in quanto tale inalterabile, a contenitore di usi di qualsiasi genere, proseguendo lungo una direzione, intrapresa fin dagli anni ’20, che ha consentito di inserire in un Parco storico strutture del tutto incompatibili, tra l’altro, sottraendole alla fruizione pubblica. Temiamo che sarà questo l’orientamento alla base del masterplan, come è già evidente nel progetto che riguarda la Gerascia. Un intervento che lascia trasparire l’intenzione di favorire economicamente la Sias che - come è stato confermato dallo stesso presidente di ACI, Angelo Sticchi Damiani, - versa in pessime acque e pretende che siano i soldi pubblici a toglierla dai guai con un finanziamento annuale di 10 mln dallo Stato (disegno di legge presentato dal sen. Massimiliano Romeo) e uno, sempre annuale, di 5 mln già deliberato da Regione Lombardia, a cui si aggiunge la richiesta al Consorzio di rivedere al ribasso i termini economici della concessione, già estremamente bassi.

Questo per coprire, solo in parte, una spesa complessiva che si aggirerebbe, secondo quel poco che traspare dalla stampa, attorno ai 100 milioni per ristrutturare l’autodromo, a cui vanno aggiunti 20-25 mln annui per soddisfare le richieste di Liberty Media (al momento non è dato sapere con certezza la cifra precisa stante il divieto di pubblicità imposto dai contraenti, malgrado i cittadini ne abbiano il diritto, visto che ne sopporteranno l’onere). Tutto questo per 5 giorni l’anno di GP che, come si è più volte dimostrato, non portano un reale indotto economico alla città.

Quanto all’interesse collettivo riguardo alla possibilità di svolgere concerti con grande afflusso di pubblico nel Parco, si fa presente che è necessario e certamente più proficuo sotto tutti i punti di vista prendere in considerazione alternative valide quali, ad esempio, lo stadio rinnovato e le ex cave Rocca.