Consegnate oggi in Comune 265 firme per salvare il “Parco della Gallarana”

Sono state depositate oggi in Comune le 265 firme raccolte a sostegno della petizione che chiede la revisione del Piano di Lottizzazione “via Bosisio - via Gallarana - via Aguggiari”, che prevede la realizzazione di 10 palazzine di 5 e 7 piani, per una volumetria di circa 30.000 metri cubi, di parcheggi e di una strada su quella che al momento è un'area verde. Secondo quanto previsto dai progetti, quello che oggi è un prato sarà per la maggior parte ricoperto dal cemento: la superficie verde infatti si ridurrà da 40.000 mila mq a 14.000 mq.

L’estate scorsa, la Consulta del quartiere Libertà si era attivata chiedendo di cambiare il piano: la proposta avrebbe permesso di salvare il bosco di via Aguggiari, rifugio della fauna locale e sede di una colonia di gatti riconosciuta dal Comune, senza modificare le volumetrie previste dai progetti. Tuttavia, la proprietà si era opposta a questa soluzione, e ha iniziato ad aprire il cantiere per alcuni preliminari lavori di urbanizzazione.

I cittadini non si sono fermati, hanno raccolto le firme e chiesto nuovamente all’Amministrazione di intervenire in difesa dell’area verde. La petizione ha avuto un forte sostegno soprattutto da parte dei residenti del quartiere, che hanno attivato una vasta campagna porta a porta, ma anche dei comitati ambientalisti, da sempre impegnati su questo fronte.

“Quello che chiediamo – dicono i promotori – è che si agisca il prima possibile per salvaguardare quest’area libera del quartiere, per evitare un’inutile cementificazione, tanto più grave perché interessa una grande superficie attualmente verde. Il nostro primo interesse è la tutela del prato e del bosco: perché tagliare degli alberi che già ci sono e spendere poi i soldi dei cittadini per nuove piantumazioni, come promesso dall’Amministrazione? Le nuove piante impiegheranno decenni per arrivare al livello di quelle attualmente esistenti. Inoltre, la città di Monza non si può permettere un consumo di suolo così elevato, per di più a favore di edilizia residenziale: in ogni quartiere ci sono cantieri aperti per costruire nuovi palazzi. Otterremo solo inquinamento, traffico, e appartamenti vuoti.”

“La situazione del quartiere – aggiungono – è già compromessa dal fatto che, a pochi metri dall’area, sono in corso i lavori per costruzione delle 2 torri (11-12 piani) sull’area ex IMA di via Messa (le cosiddette torri di S. Ambrogio). Sommando agli appartamenti in costruzione in via Gallarana quelli sull’area ex IMA si possono ipotizzare circa 250 nuovi appartamenti nel quartiere, con un incremento di popolazione del quartiere stimabile in circa 700 nuovi abitanti, con almeno 500 auto in più che circoleranno. Le modifiche alla viabilità previste non sono che un misero palliativo per una mobilità cittadina sempre più intasata. In più, negli anni dal 2009 al 2019, Monza ha sempre superato la soglia annuale delle concentrazioni di PM10 prevista dalla normativa. Nel 2020 la situazione non sembra affatto migliorata: per ben due volte, dal 14 al 21 gennaio e dal 28 gennaio al 1° febbraio, si è già ricorsi alle misure temporanee di 1° livello. Insomma, siamo una città inquinata: occorre preservare le aree verdi che ancora rimangono nei nostri quartieri. Le aree verdi svolgono un concreto ruolo di protezione contro il fenomeno delle “isole di calore”, che assilla i centri urbani nei mesi estivi.”

I promotori precisano che rimangono in attesa di una risposta: secondo il Regolamento Comunale, l'Amministrazione è tenuta a rispondere trenta giorni dalla data di consegna delle firme. “L’attesa dei cittadini è giustificata – concludono – anche dal fatto che le nostre richieste non sono poi così distanti dalle promesse fatte dalla Giunta, che ha aderito al manifesto «Green City Network»”. L’adesione è stata votata in data 30 luglio 2019, e tra i suoi punti programmatici c’è l’attuazione di soluzioni basate sulla natura e che consentano di affrontare le ondate e le isole di calore. E' tempo che alle parole seguano i fatti.”