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I tentativi per valorizzare la storia e mostrare la grande potenzialità del Parco di Monza come luogo in grado di ispirare nuove creazioni artistiche e ospitare attività culturali.

Per gentile concessione di Novaluna pubblichiamo l'intervento di Giovanna Forlanelli Rovati sul Quaderno 9 di “Monza il Parco, la Villa.”.

 

Il Parco di Monza è oggi più noto per il Gran Premio di Formula 1 che per le sue ricchezze storiche e naturalistiche: pochi sanno che è stato concepito in origine come riserva di caccia e tenuta agricola modello per volontà dell’imperatore Napoleone all’inizio del XIX secolo ed è stato testimone di importanti eventi storici.
La centralità del Parco per la città e l’ampia frequentazione da parte dei cittadini sono stati catalizzatori negli ultimi decenni di progetti di sviluppo e valorizzazione, anche attraverso le arti. Tentativi sono stati fatti per valorizzarne la storia e mostrarne la grande potenzialità come luogo in grado di ispirare nuove creazioni artistiche e ospitare attività culturali.

 

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Dopo il restauro della storica Orangerie progettata dall’architetto Piermarini, il Serrone della Villa Reale di Monza è diventato il luogo di riferimento per gli eventi espostivi: molte mostre d’arte sono state organizzate nei suoi spazi dall’Amministrazione, grazie soprattutto alla spinta e al sostegno delle associazioni culturali e di imprenditori locali. Nel solco di questa tradizione la nostra famiglia si è da anni impegnata in progetti rivolti al recupero e alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale locale, sostenendo esposizioni temporanee, restauri, premi per giovani artisti e realizzando percorsi didattici per i più piccoli. Ma è solo nel 2005, in occasione del bicentenario della sua fondazione, che l’arte letteralmente si appropria del Parco: l’Amministrazione, con una scelta coraggiosa, vara un ricco programma di attività e manifestazioni dedicate alla cultura e all’arte contemporanea.
Nel mese di settembre, all’interno del “cannocchiale prospettico” che collega la villa Durini detta il Mirabello al Mirabellino, la Fondazione Pietro Rossini espone
21 sculture, tutte di grandi dimensioni, di alcuni dei più noti protagonisti dell’arte contemporanea: Pietro Consagra, Giò Pomodoro, César, Erik Dietman, Dennis Oppenheim, Franz Stahler, Giampietro Carlesso.
Scrive Rosanna Pavoni, curatrice della mostra: «Realizzare una mostra di arte contemporanea è sembrato un incoraggiante viatico per comunicare la qualità del Parco a essere protagonista ancora oggi di un processo di continua riqualificazione o, se vogliamo, di una nuova stagione di progettualità culturale di un complesso paesaggio urbano e produttivo. […] Questo percorso ha trovato nel Parco il “partner” ideale per saggiare, coinvolgere, incuriosire un pubblico che potremmo definire misto: da una parte uso a frequentare gli spazi verdi ma non abituato a tale genere di manifestazioni; dall’altra completamente nuovo, richiamato primariamente dall’interesse per l’esposizione d’arte». Sempre a settembre, nei Vivai della Villa, viene inaugurata la mostra I Basalti Sonori dello scultore sardo Pinuccio Sciola, curata dall’Associazione Amici dei Musei di Monza. Pinuccio Sciola è celebre per le sue monumentali sculture, enormi blocchi di granito o basalto, talvolta anche biancone di marmo, incisi longitudinalmente lungo tutta la superficie, che suonano attraverso lo sfioramento emettendo quella che lui chiama la musica delle pietre. Vengono esposte una quindicina di opere di medie e grandi dimensioni: con generosità due opere vengono donate alla città e trovano sede permanente nei Vivai.

 

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Il 25 ottobre dello stesso anno viene inaugurata nel prato di fronte alla Fagianaia Reale, la maxi installazione Lo Scrittore opera della scultore Giancarlo Neri, dono della nostra famiglia alla città.
La gigantesca opera, una sedia e un tavolo monumentali, 10 metri di legno e acciaio per un peso totale di oltre 4 tonnellate, giunge definitivamente a Monza dopo due anni di permanenza a Villa Ada a Roma e una breve sosta nel luogo per il quale era stata inizialmente concepita, Hampstead Heath, il “parco degli scrittori” di Londra.

E proprio a Londra con il Sindaco Michele Faglia abbiamo insieme deciso la fattibilità dell’operazione. Non è stato infatti immediato decidere se e dove collocare una scultura così imponente in un luogo con una così forte valenza storica e naturalistica come il Parco.
Ma un significato profondo lega Lo Scrittore all’ ubicazione scelta. Come spiega lo stesso Neri «l’opera celebra la solitudine dello scrittore, simboleggiando il processo creativo della scrittura, che obbliga ad un isolamento totale dal mondo esterno. Lo scrittore, estraniandosi dalla realtà che lo circonda, rimane solo, al tavolo su cui lavora. Collocando Lo Scrittore negli spazi aperti dei parchi cittadini, si superano i confini tra mondo esterno e interiore, tra luoghi aperti e chiusi. L’opera annulla i limiti imposti dagli spazi espositivi, e si inserisce armoniosamente in luoghi di frequentazione quotidiana, instaurando un legame profondo con la natura circostante».
All’inaugurazione, aperta a tutta la città, ha partecipato una folla entusiasta, famiglie con bambini, giovani e anziani, abituali frequentatori del parco, turisti incuriositi.
Il grande successo riscosso ha incoraggiato l’Amministrazione a proseguire in questa direzione, nella convinzione di offrire alla città, al territorio e a un pubblico sempre più allargato l’opportunità di avvicinarsi ad artisti che da anni lavorano in stretta simbiosi con l’ambiente e con la natura, artisti invitati a intervenire con installazioni in grado di dialogare con le architetture classiche e arboree del parco e, soprattutto, con il pubblico.

 

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La prima installazione concepita appositamente per il parco monzese viene inaugurata nel Novembre del 2006. Nel prato tra la Cascina Cernuschi (sede del comando dei Carabinieri a cavallo) e la zona retrostante la Valle dei Sospiri, l’artista Giuliano Mauri crea una grande Voliera per Umani: un cupolone costituito da tronchi intrecciati, che terminano al centro con un pilastro cavo, anch’esso formato da rami intrecciati, chiamato “cuore delle cerimonie”.

L’opera viene realizzata con i materiali raccolti nel parco: legni come castagno, nocciolo, olmo, faggio, legati con code e fango. Un’istallazione che nell’intento dell’artista è concepita come temporanea, pensata cioè per esistere in quel luogo sino alla sua naturale estinzione.
Il progetto di arte nel Parco si esaurisce però con l’installazione di Mauri.
Con la conclusione di questo progetto, gli sforzi delle Amministrazioni si sono successivamente concentrati sulla realizzazione del Consorzio, costituitosi il 20 luglio
2009 con lo scopo di «valorizzare la Reggia di Monza, con la sua Villa Reale ed il Parco, realizzandone il restauro e garantendone la conservazione programmata, in vista di un miglioramento della fruizione pubblica».

 

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Oggi l’arte è ritornata all’interno del Serrone e soprattutto della Villa. Grazie alla collaborazione con il Triennale Design Museum, il Design ha trovato spazio nel Belvedere, ristabilendo il legame storico con la “Triennale”, l’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative che nasce a Monza nel 1923.

La stagione in cui il rapporto tra l’arte e il Parco era centrale è stata intensa ma breve: oggi Lo Scrittore di Neri non è illuminato, è stato oggetto di vandalismo e restaurato; I Basalti di Sciola non sono segnalati e normalmente non visitabili; dell’enorme Voliera di Mauri rimane solo il fulcro.
Nel frattempo, in Italia sono nati alcuni dei parchi di sculture tra i più belli e interessanti esistenti al mondo: parchi d’arte ambientale, parchi di sculture, giardini d’artista (come il Giardino delle Sculture Fluide di Giuseppe Penone a Venaria Reale a Torino), fino alle esperienze di Art in Nature, come Arte Sella in Trentino, tutte esperienze che vedono i privati protagonisti a fianco della Amministrazioni, come donatori, collezionisti, mecenati.
Il percorso di esperienze di arte contemporanea avviato a Monza nel Parco pone l’accento sulla grande potenzialità del collezionismo locale d’arte moderna e contemporanea nel rivendicare un’attenzione da parte delle istituzioni sulla vivacità e identità culturale del Parco stesso, oggi ancora non pienamente valorizzata.

 

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Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia e una carriera professionale nel settore farmaceutico, dal 2015 ricopre la carica di Direttore Generale della società di ricerca scientifica e farmaceutica Rottapharm Biotech S.r.l. ed è Vice Presidente Esecutivo della Fondazione Luigi Rovati. Appassionata e collezionista d’arte, nel 2005 fonda la casa editrice “Johan & Levi”, affermatasi in pochi anni come una tra le più attive e riconosciute case editrici d’arte indipendenti italiane.