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Teatro. Push-Up è in scena al Teatro Filodrammatici fino al 28 ottobre, dal testo di Roland Schimmelpfennig, per la regia di Bruno Fornasari. Uomini e donne in ascesa nella società degli status symbol e del sesso.

 

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re episodi di graffiante quotidianità aziendale sono il cuore di “Push- up”, al teatro Filodrammatici fino al 28 ottobre per la regia di Bruno Fornasari. Tratto dal testo del contemporaneo drammaturgo tedesco, Roland Schimmelpfennig, lo spettacolo ci mostra un trittico di logiche, relazioni e situazioni da ufficio di una grande azienda in cui dialoghi a due si alternano a monologhi intimistici da confessione. I personaggi che si susseguono sul palco sono diversi, eppure uguali, maschere umane accomunate dalla stessa ambizione di ascesa sociale, un far carriera lucido, diffidente e aggressivo. C'è l'ufficio al sedicesimo piano a cui tutti aspirano, la filiale di Nuova Delhi in cui tutti vogliono andare e c'è il Sesso che ossessiona ciascun personaggio con la sua assenza o con la sua frenetica, compulsiva e fulminante manifestazione. Il testo di Schimmelpfennig ha il sapore della critica sociale e, pur essendo in alcuni momenti leggermente ridondante, è molto efficace nel mostrare sia l'aggressività di determinate logiche sia la fragilità, la solitudine e la tristezza di uomini e donne che diventano vittime di loro stessi e degli status symbol sociali. Non è un caso che i personaggi più normali e umani siano i due custodi dell'edificio che sono lontani dal sedicesimo piano e, forse proprio per questo, più calati nella piccola realtà quotidiana delle cose. La regia di Fornasari è pulita, essenziale e funzionale al testo, così come la scenografia curata da Erika Caretta che risulta ben riuscita e accattivante, con il grande schermo che mostra gli interni aziendali visti dai custodi e l'ambiente dell'ufficio ricreato in modo freddo e asettico. Bravi gli attori, Amadio, Villagrossi, Belloni, Di Giacomo e Korn che, con sapienza interpretativa, passano dal registro dialettico dello scontro a due al momento intimistico del monologo. Una menzione particolare va a Michele Maccagno, la cui interpretazione di Hans ha quel pathos in più che sfonda la quarta parete e colpisce a fondo lo spettatore.
Da vedere, specialmente se siete ostaggi del vostro capo!

 

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Autore: Roland Schimmelpfennig (tradotto da Umberto Gandini)
Regia: Bruno Fornasari
Attori (in ordine di apparizione): Michele Maccagno, Emanuela Villagrossi, Vanessa Korn, Tommaso Amadio, Marta Belloni, Michele Di Giacomo
Scene e Costumi: Erika Carretta
Disegno Luci: Andrea Diana
Assistenti alla Regia: Filippo Renda, Giuseppe Salmetti
Assistente Scene e Costumi: Eleonora Rossi
Assistente Tecnico: Alice Manieri
Produzione: Teatro Filodrammatici