Intervista all'ex leader dei Soerba, ora impegnato con la Discipline Records e con Frequenze: una riflessione sullo stato della musica a Monza

Luca Urbani è da anni uno dei nomi più importanti della musica monzese, prima di tutto per la sua carriera artistica con i Soerba e poi da solo e in vari progetti (Zerouno, Olyo), poi per il suo impegno nella sala prove e nello studio di registrazione Frequenze, uno dei punti nevralgici per chi suona a Monza, un luogo da cui sono passati più o meno tutti quelli che hanno cercato di animare con i loro suoni la nostra città.
Abbiamo parlato con Luca, per sapere come vede la musica oggi a Monza e per capire come è nato il suo impegno nelle realtà in cui è coinvolto (oltre a Frequenze, la Discipline Records).

Innanzitutto, cosa ti ha spinto, dall’essere un semplice musicista, prima con i Soerba e poi da solo, a passare anche “dall’altra parte della barricata”, a livello discografico e di gestione di una sala prove/studio di registrazione?

Beh la casualità l’ha fatto da padrona...
L’etichetta Discipline esiste dal ‘92 ed è stata fondata da Garbo con alcuni suoi collaboratori più che altro per lavorare sulle sue produzione e per poter creare nell'indipendenza più totale.
Tempo dopo ha offerto a me e ad Alberto Styloo di far parte di quel progetto... col tempo si è trasformato in un progetto di più di ampio respiro... possiamo produrre tutto ciò che riteniamo interessante.
Frequenze è invece nata da una idea del mio socio, Pedro Fiamingo; realizzare uno spazio per far suonare e registrare musica.

La Discipline, come hai appena detto, è nata per dare voce agli esperimenti meno commerciali di Garbo; poi, negli anni, è cresciuta e cambiata, producendo oltre ai tuoi dischi quelli di altri artisti. Quali sono le vostre ultime uscite? E cosa c’è in arrivo a breve?

A breve (il 21 Gennaio) uscirà il CD di ECO98, una giovane band monzese...
Tra Marzo e Aprile verrà dato alle stampe il mio secondo lavoro come solista (Catodico Praticante) e più avanti - ma entro l'anno - il nuovo degli Stardog e ritorneranno in scuderia gli Ottodix... se tutto va come deve andare ovviamente.

 

 

Qual è invece il progetto a lungo termine che vi prefiggete per l’etichetta?

Questa e' una bella domanda. Mi piacerebbe molto allargare la famiglia... non parlo solo di nuovi artisti ma anche di collaboratori interni.
Sostanzialmente trovare nuovi stimoli per proseguire il lavoro divertendomi...

Qual è il rapporto dell’etichetta con Monza e il territorio, se c’è? È più facile per un gruppo o un artista di Monza entrare in contatto con voi o pensi che abbia le stesse possibilità anche chi non è
di queste parti?

Alla fine in Discipline abbiamo solo un gruppo di Monza; ECO98, appunto.
A Monza non c'è un vero proprio territorio e nemmeno un sound o un genere che identifichi il territorio...

 

 

Qual è invece il rapporto tra Frequenze e l’etichetta? È una base esecutiva, un modo per trovare talenti?

Chiaramente c'e un legame tra lo studio e l’etichetta... molti lavori vengono finalizzati o fatti a Frequenze... giocando in casa non abbiamo né l’assillo di tempi e scadenze troppo rigide né l’ansia di “sforare” nei budget preventivati. Ricordiamo sempre che la musica è arte ma per diffonderla serve comunque avere un po’ di senso pratico perché è – che piaccia o meno – un investimento, dalle prove, alla registrazione, dai mixaggi alla masterizzazione, dalla parte grafica a quella promozionale…

In questi anni avrai visto passare molte band da Frequenze. Che idea ti sei fatto della scena monzese? Pensi che sia in salute? E come la vedi rispetto agli anni ’90, quando hai iniziato a suonare?

Negli anni novanta eravamo tutti new wave... piccoli corvi alla ricerca di un ramo sul quale appoggiarci... Ci piacevano i Duran Duran e i Depeche Mode.
Monza era ed è una città borghese... e si esprime sempre un po’ a comparti predefiniti e omogenei: oggi vedo e sento molti gruppi che fanno un genere rock molto aggressivo che non saprei valutare…

 

 

Com’è il rapporto con le istituzioni, sia per l’etichetta che per Frequenze? C’è qualche forma di
collaborazione o di aiuto per chi cerca di fare cultura in Brianza?

Come nel resto d’Italia, nessun tipo di aiuto...
La politica e le istituzioni sono distanti anni luce dal territorio in particolare e dalla musica in generale... in Italia i fondi vengono elargiti al cinema, all’editoria, al teatro… per la musica non c’è mai nulla e anche le iniziative finanziate dalle varie province, comuni e regioni sono ormai quasi inesistenti… un vero disastro… e io non credo che verrà trovata una soluzione perché non vedo l’interesse tra coloro che dovrebbero muoversi in tal senso nel cercarla…

Gli autori di Vorrei
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi

Nasce nel 1984. Studi liceali e poi al Politecnico. La grande passione per la musica di quasi ogni genere (solo roba buona, sia chiaro) lo porta sotto centinaia di palchi e ad aprire un blog. Non contento, inizia a collaborare con un paio di siti (Indie-Eye e Black Milk Mag) fino ad arrivare a Vorrei. Del domani non v'è certezza.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.