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"Dalle reazioni dei lettori vedo subito se un lavoro piace: molte storie di Maciste sono passate dal blog prima di finire nel libro"

 

Il quotidiano che diventa surreale nella sua rappresentazione, parodie dell'uomo comune tra tic e abitudini. Stefano Misesti cavalca una commistione tra parola e immagine, con un utilizzo della scrittura che diventa segno grafico quando cambia lingua, tra lettere occidentali e ideogrammi, e perde la sua valenza comunicativa. I suoi personaggi, a partire da Maciste e altre storie (Edizioni Bd, 176 pagg., 15 euro) sono impacciati e incapaci, grotteschi ad ogni gesto. Nelle sculture di Beni Chu prendono forma, passando dalla carta alla materia plasmata. Sono sue le traduzioni in cinese delle parti di testo sempre presenti nelle opere di Misesti, che diventano un ulteriore ed elegante segno sulla tela. Ma per lo spettatore cinese, la grafica sta all'opposto, nella scrittura italiana.

Chi è Maciste?

E' uno dei miei personaggi di riferimento, un rifacimento del Maciste degli anni Cinquanta. E' l'uomo grosso, forte e stupido, che combatte contro tutto: contro il disagio interiore picchiandosi la pancia. Contro il maltempo o contro il videoregistratore. E' la rappresentazione del surreale, come del resto altri miei personaggi come l'Uomo esagitato, supereroe senza poteri, che quando si trova davanti al cattivo inizia a tremare, così viene ignorato o compatito e si salva.

Da illustratore a fumettista. Perché?

E' stata una reazione al lavoro, per potermi esprimere in modo libero: avevo l'esigenza di dare sfogo al mio senso del surreale. Così mi sono avvicinato al fumetto, pur non essendo un grande appassionato del genere. Mi piaceva poter pensare e rappresentare le storie con quel senso dell'umorismo che caratterizza i miei lavori. Poi ha contaminato l'arte, e ora alcuni elementi del fumetto si ritrovano nei quadri. Sono acrilici con oggetti un po' surreali che troviamo attorno a noi, come l'aereo che diventa un pesce o gli alberi del bosco che si trasformano in lische. Il pesce e la lisca mi piacciono come elemento grafico, li uso spesso, ma rappresentano anche un legame con l'acqua e il territorio in cui sono nato, il comasco.

Sul tuo blog, Iconoclasta, cosa troviamo?

E' un mio sfogo, nato tre anni fa per tenermi legato all'Italia dopo essermi trasferito a Taiwan. Poi mi sono accorto che era molto seguito, ed era un ottimo strumento di comunicazione istantanea. Ci sono prevalentemente illustrazioni e vignette. Dalle reazioni dei lettori vedo subito se un lavoro piace: molte storie di Maciste sono passate dal blog prima di finire nel libro.

 

Dal blog di Paola Pioppi

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