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Il primo dei grandi eventi in programma al circolo Arci di Seregno in questa stagione non delude le aspettative.

Foto di Francesca Pontiggia

Per il concerto dei Marta Sui Tubi (unica data completamente acustica del loro tour) l’Arci seregnese si riempie come in poche altre occasioni nella sua storia, raggiungendo il sold out, come già accaduto lo scorso anno con Cristina Donà e Le Luci Della Centrale Elettrica. Il gruppo di origine siciliana è infatti, come gli altri due nomi elencati, da annoverare tra i maggiori esponenti della musica indipendente italiana, che si sta ritagliando pian piano spazi sempre maggiori nonostante la crisi del mercato discografico.
Giovanni Gulino e soci hanno risposto alle attese del numeroso pubblico con un ottimo concerto, vibrante e capace di emozionare e mettere d’accordo tutti i presenti. Un’ora e mezza circa in cui la band ha proposto brani da tutti e tre gli album finora editi, con una scaletta pressoché unica grazie alla particolare natura acustica dello show.

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Si è così passati da una prima parte incentrata soprattutto su “Sushi & Coca”, l’album dello scorso anno, acclamato dalla critica tra i migliori degli ultimi anni in Italia, ad una seconda metà più stuzzicante per i fan di vecchia data, con la riproposizione di molti brani dai dischi precedenti, cioè “Muscoli e dei” e “C’è gente che deve dormire”, inframezzati da divertissement in cui i Led Zeppelin sono stati accusati di aver plagiato “U vinuzzu ti piaci”, canzone tradizionale siciliana.
La resa di ogni canzone è stata praticamente perfetta: Gulino è assoluto padrone della sua voce; Carmelo Pipitone dimostra in qualunque occasione di aver meritato il premio Insound come miglior chitarrista acustico grazie ad uno stile assolutamente personale e a dir poco acrobatico; Ivan Paolini alla batteria non sbaglia un colpo, passando da ritmiche jazzate a momenti più rock; Paolo Pischedda e Mattia Boschi fanno capire la loro importanza nel nuovo suono del gruppo con prestazioni impeccabili.
Impossibile per il pubblico non apprezzare un concerto del genere, che ha raggiunto picchi emotivi difficili da descrivere restando ancorati alla nuda cronaca: l’esempio più lampante si è avuto durante “L’abbandono”, con Giovanni a declamare come un mantra sono un infinitesimo di me, di te,di me in mezzo ai fan. Grandi momenti di grande musica.

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Da segnalare in apertura di serata l’esibizione degli Zerouno, il nuovo progetto di Luca Urbani, che raggiunse una certa notorietà alla fine degli anni ’90 con i Soerba, allora prodotti da Morgan. Proposta interessante anche la loro, impreziosita dalla bella voce di Lele Battista, già noto per la sua carriera solista e per un’apparizione sanremese, purtroppo sottovalutata, con i La Sintesi.
Per il Tambourine non finisce qui però: nei prossimi giorni sono in arrivo altri 2 giganti della musica italiana. Venerdì 9 Cristiano Godano sarà impegnato nel reading di “Terrore”, mentre il 17 sarà Giorgio Canali a cimentarsi in un concerto acustico. Altri eventi da non perdere.

Gli autori di Vorrei
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi

Nasce nel 1984. Studi liceali e poi al Politecnico. La grande passione per la musica di quasi ogni genere (solo roba buona, sia chiaro) lo porta sotto centinaia di palchi e ad aprire un blog. Non contento, inizia a collaborare con un paio di siti (Indie-Eye e Black Milk Mag) fino ad arrivare a Vorrei. Del domani non v'è certezza.

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