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Intervista a Zeno Celotto, consigliere di Seregn de la memoria e attivista del WWF, attorno al caso del quartiere Sant'Ambrogio di Seregno

Col fiorire della bella stagione e l'allentarsi delle restrizioni da quarantena, cresce il desiderio di trovare occasioni culturali e di socialità all'interno dei comuni di residenza, sfuggendo al richiamo delle vie del centro, che sembrano tornate ai riti ormai indigesti dello shopping e degli aperitivi. Oltre alle corse nei parchi, c'è dell'altro, forse, che si può fare in città, magari riscoprendo quartieri periferici che ancora possono offrire interessanti testimonianze del passato e aree verdi da valorizzare. Un progetto rivolto a questo scopo era stato presentato lo scorso febbraio a Seregno, presso il Centro Culturale di via Bottego, su invito del Comitato di quartiere Meredo Sant'Ambrogio,  Zeno Celotto affiancato da Alberto Isnenghi, come lui attivista del WWF e ottimo conoscitore delle risorse naturalistiche del nostro territorio, come Zeno lo è della storia della città e dei suoi quartieri .

Se nei mesi trascorsi da allora abbiamo dovuto rinunciare ad ogni iniziativa e progetto che non fosse di sopravvivenza e di difesa dall'epidemia, oggi sembra giunto il momento di riparlare di una proposta che può anche servire da stimolo ed esempio per una riqualificazione di spazi che l'isolamento e l'abbandono finiscono per destinare al degrado.

Riqualificare spazi che l'isolamento e l'abbandono finiscono per destinare al degrado

Così ho voluto riparlarne con Zeno Celotto, nella speranza che l'idea possa essere ripresa e messa in atto.

 

Cosa ti ha spinto ad occuparti del quartiere Sant'Ambrogio?

Il mio interesse per la storia locale e del paesaggio è di lunga data, e nasce dalla convinzione che la salvaguardia dei beni artistico-culturali del territorio si alimenti della conoscenza del suo passato: alcuni monumenti pregevoli presenti in Brianza devono essere contestualizzati, cosicchè la loro tutela rafforzi le motivazioni a difesa del territorio, come la tutela di questo serve a salvaguardare quegli stessi beni. Mi ero già imbattuto, nella stesura di “Campi e cascine”, il primo volume della trilogia dedicata alla storia del territorio di Seregno pubblicata da Seregn de la memoria, nelle edicole sacre presenti in quasi tutte le cascine. Così, quando il Museo di Fotografia Contemporanea di Milano, con sede a Cinisello Balsamo, ha lanciato un progetto di fotografia partecipata, intitolato ”Tra cielo e terra”, col quale invitava tutti gli abitanti della Lombardia a inviare immagini di edicole sacre insieme alle vedute del territorio che apparivano “allo sguardo dei Santi”, ho voluto partecipare inviando qualche foto ripresa durante le mie passeggiate o i miei giri in bicicletta. Alcune mie foto sono state pubblicate nel volume Saintscapes  che, in 700 pagine, ha raccolto quasi 1000 immagini, secondo il progetto dell'artista Claudio Beorchia: fra queste, una rappresentava un'edicola sacra nel quartiere Sant'Ambrogio-Meredo, l'immagine della Madonna Incoronata di Santa Valeria nella cascina Monti-Brivio.

 

2020 05 26 madonna incoronata

 

Ho pensato che potesse far piacere ai suoi abitanti vedere che quell' immagine era stata inserita in una bella e importante pubblicazione, destinata anche ad un pubblico internazionale; l'ho quindi inviata al Comitato di quartiere, che mi ha rivolto l'invito a tenere una conferenza sul tema.

E a quanto pare, non ti sei limitato a preparare una conferenza...

All'inizio ero restio, la mia partecipazione al progetto era stata davvero limitata, e di conferenze sulla storia del quartiere ne avevo già fatte. Poi è accaduto proprio in quei giorni che una delle immagini sacre presenti nel quartiere, la grande croce al centro della zona detta appunto Crocione, sia stata oggetto di atti di vandalismo: questo mi ha fatto riflettere sul fatto che lo sguardo dei santi, e il nostro col loro, poteva essere rivolto al futuro, anziché al passato. Si poteva fare in modo che i luoghi significativi del quartiere non rimanessero abbandonati a cattive frequentazioni, ma venissero affidati alla cura degli abitanti, messi a parte del loro valore attraverso la conoscenza del loro passato e delle trasformazioni subite nel tempo. Ho mostrato, in quella conferenza, le immagini delle edicole sacre presenti nel quartiere, insieme a quelle delle modificazioni subite nel tempo dal paesaggio che si mostrava agli occhi di quei santi, e ho invitato l'amico Alberto Isnenghi, che aveva censito le piante del parco pubblico del quartiere, a illustrarne gli aspetti naturalistici, in modo da dare una immagine completa dei motivi di interesse che la zona può offrire a chi la frequenta o la visita con sguardo attento e curioso.

L'idea è quella di costruire insieme agli abitanti del quartiere un percorso didattico che unisca storia, religione e natura.

Mi sembra di capire che questo quartiere, che non conosco, abbia caratteristiche particolari. E' vero?

In effetti il quartiere è separato rispetto alla città dalla ferrovia, e proprio per questo non ha subito lo sviluppo edilizio che in altre zone ha distrutto il verde e molte tracce del passato: ma questo, che è stato ed è un problema per gli abitanti che subiscono l'isolamento dal centro, può essere trasformato in una opportunità. Mentre la separazione lo ha trasformato in un quartiere disagiato, mal frequentato, riscoprirne e valorizzarne i beni artistico-culturali e naturalistici che lì si sono conservati meglio che in altre zone può avviare una diversa partecipazione e fruizione di quest'area.

 

2020 05 26 crocione

 

In che modo?

L'idea è quella di costruire insieme agli abitanti del quartiere un percorso didattico che unisca storia, religione e natura: il comitato di quartiere è già in contatto con la direttrice didattica dell'Istituto comprensivo Rodari per attivare dal basso un processo che porti alla realizzazione di pannelli che illustrino le tappe di questo percorso. Quelle di maggiore interesse sono due edicole sacre, quella della Madonna del Pianto, dipinta sulla facciata di cascina Nava, una cascina ottocentesca oggi disabitata, e quella della Madonna Incoronata di Santa Valeria nella cascina Monti Brivio. All'interno di Cascina Silva sono dipinte diverse immagini sacre, e alcune si trovano anche nei cortili dei condomini che anche qui hanno talvolta sostituito le cascine abbattute. C'è poi il grande crocefisso del Crocione e la Crusetta del Meredo. Quest'ultima è un esempio delle tante colonnine sormontate da croci che un tempo servivano a segnare le tappe di una processione, a proteggere le porte d'accesso di una città, gli incroci, a delineare il percorso verso un santuario. Ai tempi della peste di fine Cinquecento, molte ne fece edificare San Carlo Borromeo davanti alle chiese, per celebrarvi le funzioni religiose all'aperto, in modo che potessero essere seguite dalle finestre dalla gente confinata in casa: per questo vengono chiamate “crocette di San Carlo”. Lo ricordo per dare un'idea di quale interesse possa rivestire un percorso di questo genere. C'è poi nel quartiere una ricchezza naturalistica impensata: solo all'interno del parco del Crocione finora sono state censite più di trenta specie arboree.

 

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La periferia di Seregno non manca di zone verdi, in verità...

Al parco di via Marzabotto (che non ha ancora un nome, è conosciuto come parco del Crocione) è collegato un vecchio vivaio inselvatichito, che avrebbe bisogno di cure, e vicino a questi ci sono anche gli orti urbani. Già in passato era stata immaginata una pista ciclabile che collegasse la zona San Carlo, col suo “laghetto delle damigelle”, le libellule, al quartiere Sant'Ambrogio e al Meredo. Questa pista potrebbe oggi integrarsi col percorso didattico proposto creando un possibile collegamento tra il parco di via Marzabotto e il parco agricolo del Meredo, di cui si era occupato in passato un abitante del quartiere, Franco Formenti, per favorirne la valorizzazione. All'interno di questo parco agricolo sono visitabili le vecchie cascine, e ancora sono visibili le tracce della coltivazione del gelso; verso il confine con Meda, vi sorge una farnia monumentale che dà un'idea di quello che poteva essere un tempo l'aspetto del luogo.

 

2020 05 26 farnia

 

D'altra parte, il Meredo fa ora parte del neonato PLIS  Grubria , e annettervi anche le zone verdi del quartiere Sant'Ambrogio comporterebbe la possibilità di ottenere finanziamenti per la loro manutenzione e valorizzazione.

Insomma, non resta che affidare ai suoi abitanti , se lo apprezzeranno e vorranno farsene carico, il compito di attivarsi per realizzare questo progetto per rendere fruibili i loro beni storico-culturali e naturalistici anche al resto della popolazione, rompendo l'isolamento di cui soffrono e migliorando la vivibilità dei loro spazi comuni.

 

Altri servizi e interviste a Zeno Celotto nella rivista Vorrei

Gli autori di Vorrei
Carmela Tandurella
Carmela Tandurella

Se scrivere è “scegliere quanto di più caro c'è nel nostro animo”, ecco perchè scrivo prevalentemente di letteratura. Storia, filosofia, psicologia, antropologia, tutte le discipline che dovrebbero farci comprendere qualcosa in più della nostra umanità, mi sono altrettanto care, ma gli studi classici, la laurea in filosofia, anni di insegnamento e una vita di letture appassionate mi hanno convinto che è nelle pagine degli scrittori che essa si riflette meglio. Il bisogno di condividere quello che ho letto e appreso, che prima riversavo nell'insegnamento, mi ha spinto ad impegnarmi prima con ArciLettore, poi, dal 2013, con Vorrei, del cui direttivo faccio parte. Da qualche anno sono impegnata anche nella collaborazione alle pubblicazioni e alle iniziative del Comitato Antifascista di Seregno e del Circolo Culturale Seregn de la memoria, di cui sono attualmente vicepresidente.Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.